La gestione del servizio ferroviario nel porto di Genova è attualmente affidata alla società Fuori Muro. Si avvicina la scadenza della concessione e la pubblicazione del bando per i prossimi 5 anni. L'attuale gestore, tuttavia, non è così sicuro di partecipare: «è difficile far quadrare i conti, anche perchè la riqualificazione delle infrastrutture portuali procede a rilento»
Tra 7 giorni (15 dicembre 2014) scade il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse relative alla gestione del servizio ferroviario portuale che l’Autorità Portuale genovese affiderà in concessione per i prossimi 5 anni (più un anno di eventuale prosecuzione ). Ma Fuori Muro – l’impresa che oggi effettua il servizio integrato di manovra ferroviaria (ovvero composizione/scomposizione e movimentazione dei treni all’interno dello scalo), trasporto e navettamento dei convogli verso gli interporti oltre Appennino – potrebbe anche non partecipare alla procedura che, di fatto, anticipa l’emanazione del nuovo bando, prevista a breve considerata l’imminente scadenza (maggio 2015) dell’attuale concessione.
«Non abbiamo preso ancora decisione definitiva, la società sta valutando il da farsi», afferma il presidente di Fuori Muro, l’ingegnere Guido Porta. Insomma, è difficile far quadrare i conti, anche perchè la riqualificazione delle infrastrutture portuali procede a rilento (vedi l’approfondimento di Era Superba sul Piano del Ferro, destinato a potenziare il traffico merci su rotaia da/per il porto genovese). «Riteniamo che la durata della concessione (5 anni più uno eventuale) sia troppo breve – sottolinea Porta – e questo rappresenta un problema perchè dobbiamo fare investimenti importanti, che in un così breve lasso temporale non possono essere ammortizzati. Inoltre, saranno caricati maggiori oneri sul futuro gestore delle attività di manovra ferroviaria. Dunque, diventerà più difficile applicare tariffe che da un lato coprano i costi, e dall’altro consentano lo sviluppo del traffico su ferro da/per il porto».
Elemento, quest’ultimo, per nulla secondario, visto che Fuori Muro è pure impresa abilitata al trasporto ferroviario verso le realtà retroportuali. La società, costituita nel 2010, attualmente conta 106 dipendenti, lo scorso anno ha fatturato circa 12,5 milioni di euro (il capitale sociale è ripartito tra Rivalta Terminal Europa 50%, InRail 25% e Tenor 25%), e ha movimentato oltre 130 mila carri ferroviari all’interno del porto di Genova.
Il servizio di trasporto combinato sviluppato sull’asse Italia-Francia e la capacità di integrare il servizio di manovra con la trazione in linea sono proprio gli elementi che hanno recentemente permesso a Fuori Muro di aggiudicarsi il titolo quale “Migliore operatore ferroviario merci europeo dell’anno 2014”, davanti all’impresa partner InRail, GB Railgreight (Gran Bretagna), e Grup Feroviar Român (Grampet Group, Romania).
Per servizio ferroviario portuale si intendono “…la terminalizzazione, ossia l’introduzione e l’estrazione delle tradotte (un convoglio ferrroviario composto da almeno 15 carri) nei/dai terminal portuali da/per i parchi di interscambio… – leggiamo nel regolamento per l’esercizio del servizio ferroviario nel porto di Genova, adottatto dal comitato portuale lo scorso 29 settembre – Le manovre ferrovarie che includono: la composizione e scomposizione delle tradotte, e la movimentazione dei carri tra i parchi di interscambio ed i terminal portuali…”.
Il servizio, erogato in esclusiva dall’impresa di manovra concessionaria “…è fornito a titolo oneroso dall’impresa di manovra a tutte le imprese ferroviarie interessate in maniera non discriminatoria. Le relative tariffe sono approvate dall’A.P. e vengono applicate dall’impresa di manovra nei confronti delle imprese ferroviarie”. La controprestazione a favore del concessionario “…consiste esclusivamente nel diritto di gestire funzionalmente e di sfruttare economicamente il servizio dietro il pagamento di un canone pari allo 0,5% del fatturato annuo”.
Nel regolamento si sottolinea ancora: “Il servizio ferroviario portuale è garantito dall’impresa di manovra 24/h al giorno per l’intero arco annuale… il dimensionamento minimo della squadra di manovra è costituito da un’unità a bordo del mezzo e due unità per attività accessorie, tra cui la protezione del convoglio in fase di traino e spinta, e la manovra dei deviatoi… l’impresa è tenuta ad assicurare il servizio anche nel caso di temporanea rottura o guasto delle barriere di protezione nelle zone di intersezione con la viabilità stradale, nonché a provvedere agli interventi occorrenti di ripristino e connessa procedura di emergenza nel caso di svii di materiale rotabile”.
Per quanto riguarda i presunti maggiori oneri previsti a carico del futuro soggetto gestore del servizio ferroviario portuale, il presidente di Fuori Muro, spiega «Innanzitutto sarebbe necessario affrontare il discorso delle attività di manutenzione ordinaria della rete. Noi da tempo sollecitiamo che esse vengano affidate a Fuori Muro, ma siamo inascoltati dall’Autorità Portuale. La conseguenza è il persistere delle problematiche di malfunzionamento. Poi sussiste la criticità rilevante delle interferenze con la viabilità in sede stradale. Ad esempio per quanto concerne i passaggi a livello. A noi viene richiesto di garantire la continuità del servizio, ma nello stesso tempo non possiamo intervenire direttamente. E garantire la continuità ci costa circa 100 mila euro all’anno». Inoltre, secondo l’ing. Porta «Nel nuovo bando verrà richiesto di portare il presenziamento a 24h nel porto storico (Sampierdarena), ma il numero di treni è insufficiente per sostenere tali costi».
C’è poi tutta la questione relativa ai lavori che coinvolgono i parchi di interscambio e le infrastrutture ferroviarie portuali. Interventi compresi sia nell’ambito dei lavori del Nodo Ferroviario di Genova in carico a RFI, sia nel nuovo Piano del Ferro, redatto dall’Autorità Portuale genovese con l’obiettivo di portare al 40% la quota di traffico merci su rotaia.
«Non è chiaro come, e neppure chi, dovrebbe sostenere i maggiori oneri economici generati dal periodo transitorio in cui si svolgeranno i lavori e la gestione del servizio sarà da essi interferita – sottolinea Porta – Noi avevamo ipotizzato che l’A.P. potesse prevedere eventuali indennizzi, ma non sembra essere così. Inoltre, non conosciamo la data di fine dei lavori. Ad oggi non esiste una previsione immediata neppure in merito agli interventi del Nodo. I cantieri in corso limitano la nostra attività e ci obbligano a svolgerla interamente sul Campasso, visto che il Parco Fuori Muro sarà bloccato, e l’unico punto di uscita/ingresso dei treni sarà appunto quello del Campasso. Dovremo mettere a disposizione una squadra in più h24, parliamo di 14-15 persone, 700-800 mila euro all’anno di ulteriori costi».
Nel momento in cui i treni di Fuori Muro diretti ai retroporti sono un numero esiguo «Siamo partiti con 3 treni al giorno, oggi ne facciamo 1-2 al giorno, è evidente che l’attività di impresa ferroviaria non è remunerativa. Le due cose, manovra e trasporto, possono stare insieme, e rappresentare anche un vantaggio, se entrambe funzionano a dovere – conclude Porta – Oggi non è così. Tutto ciò si riflette in tariffe più alte per quanto riguarda le attività di manovra. Perchè manca il contesto intorno e mancano gli interventi correlati agli incrementi dei volumi di traffico registrati negli ultimi anni».
Matteo Quadrone