A causa delle perdite sui servizi postali, l'azienda ri riorganizza e prevede nuovi tagli occupazionali; i sindacati, al contrario, chiedono che Poste italiane investa sullo sviluppo
In Liguria, se tutto va bene, la riorganizzazione di Poste Italiane mette a rischio circa 250 posti di lavoro. L’allarme lo ha lanciato ieri il sindacato Uil Poste durante un convegno promosso per discutere di un’altra delicata questione, vale a dire lo scorporo di Poste Italiane, con la prevista separazione dei servizi postali da quelli finanziari. La Uil ha sottolineato la propria contrarietà a quest’operazione che avrebbe inevitabili conseguenze anche sul piano occupazionale.
Ma se quest’ultima è ancora una prospettiva lontana, sulla riorganizzazione a livello nazionale, invece, è già stata aperta una trattativa che toccherà a cascata anche i territori.
La Liguria nel 2010 ha perso 160 zone di recapito, ovvero 160 posti di lavoro «Ma siamo riusciti ad evitare i licenziamenti – spiega Riccardo Somaglia, segretario regionale Uil Poste – una parte dei lavoratori è stata ricollocata in banco posta, gli altri sono stati “esodati” con incentivi. Se domani, però, venissero a mancare gli ammortizzatori sociali, sarebbe un disastro».
Oggi a rischio sarebbe il centro meccanizzazione postale «Noi non abbiamo la cassa integrazione ma un fondo che deve essere ridefinito – conclude il segretario Uil Poste – Speriamo ci dia la possibilità di gestire questa eccedenza. Ma soprattutto vorremmo che l’azienda investisse sullo sviluppo, ad esempio con l’e-commerce».
Matteo Quadrone