Da undici anni Arcigay svolge a Genova attività culturali, di assistenza e di sensibilizzazione sui diritti civili: l'incontro con la presidente Ostilia Mulas e il consigliere Federico Caprini Acquarone
Il 1 ottobre 2002 si è costituita a Genova la sezione locale di Arcigay, che raccoglie l’esperienza di realtà attive sul territorio a partire dagli anni Settanta e che si pone l’obiettivo di promuovere i diritti lgbt attraverso servizi di assistenza, momenti di aggregazione e attività culturali. Un’associazione che in questi anni ha organizzato numerose iniziative, soprattutto in ambito culturale (spettacoli teatrali, conferenze, visite guidate, mostre etc), allo scopo di promuovere la visibilità e favorire l’aggregazione di persone lgbt, sia fra loro sia con la cittadinanza.
Uno degli impegni più forti è la costituzione di un registro delle coppie di fatto: un obiettivo annunciato già da Marta Vincenzi in occasione del Gay Pride (giugno 2009) e dichiarato esplicitamente nel programma elettorale di Marco Doria.
Abbiamo incontrato Ostilia Mulas e Federico Caprini Acquarone, rispettivamente presidente e consigliere di Arcigay, per sapere come sta procedendo la questione: «Fin dalla costituzione di Arcigay abbiamo aperto un dialogo con le istituzioni locali, che nel tempo hanno iniziato a considerarci come loro interlocutori, tanto da poter dire che siamo conosciuti più dalle istituzioni che dai cittadini. Attualmente siamo in ottimi rapporti con l’Assessore Elena Fiorini, che ci ha assicurato che il percorso è già avviato e si sta provvedendo a tutti i passaggi necessari per approvarlo. Sono due le nostre richieste: l’attestato anagrafico, regolato da un Decreto del Presidente della Repubblica Cossiga nel 1989 e che certifica la “convivenza affettiva”, ovvero quella non necessariamente di coppia (può essere tra parenti, amici etc); il registro unioni civili, che certifica simbolicamente lo stato di coppia ma pone un riconoscimento ufficiale delle famiglie e dà un segnale forte allo Stato, perché si acceleri l’iter per l’approvazione di una legge su questi temi. Inoltre, l’Assessore si è dichiarata favorevole a un’eventuale adesione del Comune di Genova alla Rete Re.A.Dy, nata nel 2006 e che raduna le amministrazioni locali che ne condividono la carta d’intenti».
Sono inoltre in programma molte iniziative sul territorio: in questo periodo ogni domenica si svolge un cineforum al Mare di Note a Voltri, mentre nei prossimi mesi si prevedono altre attività in collaborazione con i Municipi e una mostra di arte contemporanea nella Giornata della Memoria 2014.
Nel raccontare il percorso di questi undici anni, è evidente che il 2009 sia stato “l’anno dello spartiacque” di Arcigay Approdo, per tre ragioni. Anzitutto il 27 giugno di quell’anno Genova ha ospitato il Gay Pride, un evento che ha segnato una grande partecipazione della cittadinanza: «Ho partecipato a numerosi Pride in diverse città italiane, ma mai come a Genova ho visto una così grande presenza della folla ai lati della strada, che assisteva e partecipava al corteo. Quella giornata è stata un vero e proprio regalo alla città», racconta Ostilia Mulas.
Il 2009 è stato anche l’anno della nuova sede di Arcigay, che da corso Torino si è spostata negli attuali locali di vico Mezzagalera: qui è stato potenziato il servizio del telefono amico (aperto ogni giovedì dalle 21 alle 23) e attivato lo sportello legale, curato da Damiano Fiorato e Daniele Ferrari (aperto ogni primo giovedì del mese dalle 14.30 alle 16.30) e che si occupa di consulenza gratuita su ogni forma di discriminazione, in famiglia, sul lavoro e con una particolare attenzione agli immigrati che vengono a vivere a Genova. «Sono servizi che portiamo avanti grazie al contributo dei nostri soci, che hanno frequentato un corso per abilitarsi a svolgere i servizi di assistenza, ma abbiamo bisogno di un numero sempre maggiore di volontari. In particolare vorremmo dei referenti per informare le persone sui diversi gruppi attivi sul territorio: oltre ad Arcigay Approdo esistono Arcilesbica, Pangender, Agedo e Famiglie Arcobaleno. Il nostro obiettivo è formare un solido coordinamento sul territorio fra tutte queste realtà, per promuovere insieme i valori che ci accomunano».
Infine, ma non meno importante, è stata approvata in quell’anno la legge Regionale contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, nell’ambito di un più ampio progetto di Rete Regionale anti-discriminazione (che comprende anche la tutela di immigrati, disabili, persone di altre religioni etc): un organismo che metta in rete le diverse realtà che agiscono sul territorio ligure e ne monitori le attività.
Marta Traverso