Cinque proposte per migliorare i controlli sul cibo: maggiore coordinamento, pene più severe, etichette più trasparenti, sportello anticontraffazione per i consumatori, un'autorità europea indipendente
Maggiore coordinamento nel settore della sicurezza alimentare e nei controlli, pene più severe che servano da veri deterrenti contro le frodi agroalimentari, etichette più trasparenti, filo diretto tra consumatori e istituzioni e infine, l’auspicio di un’Autorità europea per la sicurezza alimentare trasparente e indipendente. Sono le proposte del Movimento Difesa del Cittadino (MdC) e di Legambiente, illustrate in occasione della presentazione del IX Rapporto sulla sicurezza alimentare “Italia a Tavola 2012”.
Il rapporto è stato realizzato grazie alla costante collaborazione dell’Agenzia delle dogane, Carabinieri per la tutela della salute (Nas), Carabinieri per le politiche agricole e alimentari, Capitanerie di Porto, Corpo forestale, Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi e Ministero della Salute.
Innanzitutto una buona notizia: l’indagine conferma che l’Italia ha uno dei migliori sistemi di tutela della salute a tavola dei cittadini, grazie agli oltre 200 mila controlli effettuati dagli istituti preposti nel 2011, a cui si sommano oltre 900 mila ispezioni del servizio sanitario nazionale alle imprese alimentari e agli stabilimenti di alimenti di origine animale. Operazioni che hanno portato al sequestro di oltre 24 milioni di chilogrammi di prodotti per un valore di circa 850 milioni di euro.
Una cifra che fa gola alla criminalità organizzata. Anche perchè «Non dobbiamo dimenticare le qualità del nostro Paese che ad oggi conta 1.093 prodotti iscritti nei registri europei delle DOP, IGP, STG – spiegano Legambiente e MdC – Ammonta a 6 miliardi di euro il valore del fatturato alla produzione delle Denominazioni di origine italiane nel 2010 e quasi 10 miliardi di euro al consumo». Per il settore vitivinicolo le registrazioni sono 521 (su 1.900 riconoscimenti europei). Mentre per quanto riguarda il biologico nel 2011 è aumentata la superficie coltivata (+1,5%) e gli operatori coinvolti (+1,3%).
Inevitabilmente, sofisticazioni e contraffazioni colpiscono i portabandiera dell’Italia a tavola ed è così che nascono le storie raccontate dal IX rapporto sulla sicurezza alimentare: mozzarella di bufala prodotta con latte vaccino, olio deodorato, pesce congelato spacciato per fresco, conserve di San Marzano tricolore ricavate da pomodori provenienti da paesi lontani, container contenenti vino privo dei documento di tracciabilità.
Oggi, però, i consumatori son dotati di maggiore consapevolezza e conferiscono sempre più valore alla qualità ambientale del cibo. «Per questo vogliamo guardare avanti – sottolineano Legambiente e MdC – con un approccio costruttivo e di miglioramento dal punto di vista normativo a livello nazionale ed europeo».
Vediamo nel dettaglio le 5 proposte definite da Legambiente e Mdc come il “Manifesto del Buon Cibo Italiano”.
– Agenzia Nazionale e coordinamento dei controlli
«E’ necessario un maggior coordinamento nel settore della sicurezza alimentare – spiega il rapporto – in Italia le competenze sono divise tra più Ministeri e spesso ai consumatori manca un riferimento unico e definito. Bisogna costituire un’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare che riunisca a sé e coordini tutte le attività di controllo, comunicazione del rischio e di ricerca scientifica indipendente nel settore della sicurezza alimentare. Un riferimento-istituzione che esiste in molti Paesi europei ma non in Italia».
– Sanzioni come vero deterrente per i falsari del cibo
«Passi avanti sono stati fatti con l’articolo 517 quarter del Codice Penale che prevede per la contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari la reclusione fino a 2 anni e la multa fino a 20.000 euro – continua il rapporto – Si potrebbe ragionare su pene più incisive, come il ritiro della licenza in caso di reiterazione del reato e la previsione di un sistema di tutela penale ad hoc».
– Sportello per il consumatore
Legambiente e MdC propongono di progettare un unico “Sportello Anticontraffazione Italiano” a livello istituzionale per tutelare i consumatori e il “Made in Italy”, proprio nel nostro Paese. «Lo strumento potrebbe avere la struttura di uno sportello telefonico e telematico (numero verde e sito web) a cui i cittadini possano rivolgersi sia per denunciare ipotesi di contraffazione di prodotti, sia per chiedere informazioni in merito a marchi ed etichette dei prodotti alimentari».
– Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) senza conflitto di interessi
«Auspichiamo un’Efsa senza più conflitti di interesse che produca pareri a reale tutela della salute dei consumatori. Le nuove Implementing Rules sono entrate in vigore il 1° luglio 2012 e già il nuovo Comitato scientifico è stato rinnovato secondo le nuove regole. Non ci resta che aspettare vigilando a tutela del cittadino».
– Etichettatura, codice unico maggiore trasparenza su origine
Il nuovo Regolamento Europeo in materia di etichettatura dei prodotti agroalimentare (Reg. 1169 del 2011) «è un’opportunità per il nostro Paese sotto molteplici aspetti. Innanzitutto è l’occasione per un riordinamento della materia disciplinata da numerose norme verticali e orizzontali». Secondo Legambiente e Mdc un codice unico sarebbe una semplificazione per operatori e cittadini.
«In tema di trasparenza delle etichette, il Regolamento ha realizzato grandi conquiste, ma sul fronte dell’indicazione dell’origine in etichetta l’Italia aveva già provveduto con la Legge del 3 febbraio 2011, n. 4 (Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari) – conclude il rapporto – Una norma che prevedeva una più ampia estensione dell’obbligatorietà di indicazione dell’origine dei prodotti e delle materie prime prevalenti in etichetta. Una diposizione non ancora attuata e che necessita di una rivalutazione nell’ambito della nuova normativa europea. Quello che ci auguriamo è che non rimanga lettera morta».
Matteo Quadrone