Nel teatro di Corte Lambruschini, spettacoli di tutti tipi con grandi protagonisti, tra cui Franca Valeri, Don Gallo, Beppe Gambetta, oltre che alle produzioni del Teatro Stabile
Nel teatro di Corte Lambruschini, tanti gli spettacoli in programma nella stagione 2011/2012. Tutti gli spettacoli nei giorni feriali inizano alle ore 2030, mente la domenica l’inizo è fissato alle 16. Il lunedì è il giorno di riposo.
L’ingresso agli spettacoli costa € 25 per il primo settore , € 17 per il secondo settore, € 11,00 per i giovani (fino a 26 anni). I biglietti si possono acquistare nelle biglietterie del Teatro della Corte nei giorni lunedì orario continuato 10/19, martedì orario continuato 8/21, da mercoledì a venerdì 10/21, sabato ore 10/12,30 e 15/21, domenica ore 15/18. Oppure è prevista la prenotazione e vendita telefonica al numero 010 5342.400, o contattando il Call Center 899 666 805. I tagliandi sono reperibili anche su internet attraverso il circuito Vivaticket by Charta.
DAL 25 AL 30 OTTOBRE 2011
L’AFFARISTA. MERCADET
Rappresentata con successo nel 1840, L’affarista (Mercadet, le faiseur) è la più nota incursione nel mondo del teatro di Honoré de Balzac (1799-1850), il grande romanziere della Condizione umana, che conferma anche sul palcoscenico la minuziosa finezza e la vigorosa profondità della sua analisi dei vizi e delle poche virtù della Parigi del suo tempo, che tanto assomiglia alle metropoli nostre contemporanee. Con stile brillante e saporita attenzione ai particolari, Balzac costruisce nel solco della grande tradizione che parte da Molière una serie di situazioni memorabili e porta sulla scena un personaggio indimenticabile: un simpatico truffatore, cialtrone e amorale, che ha fatto della menzogna e della manipolazione degli altri la vera ragione della propria esistenza. Mercadet è un visionario che crede solo nella propria fantasia e proprio per questo è incapace di comprendere la semplice realtà dei sentimenti umani, qui rappresentati dall’amore sincero che lega sua figlia a un timido impiegato.
DAL 15 NOVEMBRE AL 7 DICEMBRE
MOSCHETA
La Stagione di produzione dello Stabile alla Corte si apre con un classico del teatro italiano. Scritto presumibilmente alla fine degli anni Venti del Cinquecento da Angelo Beolco, detto Ruzante (1496?-1542), Moscheta mette in scena con originalissima comicità un mondo contadino rozzo e sensuale (dove si parla il dialetto padano), ma comunque migliore di quello affettato e ingannatore della città, nella quale trionfa la lingua “moscheta” che appartiene ai furbi e agli imbroglioni. Un linguaggio ora dialettale e ora “moscheto”, quello dello scrittore e attore padovano, che in questa nuova messa in scena firmata da Marco Sciaccaluga è reso perfettamente fruibile, anche agli spettatori odierni, attraverso il discreto e amorevole “adattamento” richiesto dallo Stabile genovese allo specialista Gianfranco De Bosio, cui si deve sin dagli anni Cinquanta la riscoperta di Ruzante sui palcoscenici italiani.
DAL 13 AL 18 DICEMBRE
ELEKTRA
Elisabetta Pozzi torna nel teatro che ne ha seguito la formazione e il debutto, interpretando un grande personaggio femminile, Elettra. La protagonista di Hofmannsthal assomiglia molto più ad Amleto che alla sua omonima eroina greca. Come Amleto, anche Elettra è un personaggio moderno, intento più a ragionare che a fare. Anche Elettra vuole uccidere ma non riesce a farlo. Immagina il matricidio, ma è incapace di agire. L’azione le è negata. Universalmente considerata tra i capolavori del “decadentismo” e uno dei migliori “pezzi d’epoca” del liberty, questa Elektra novecentesca è un testo che appassiona per la sua forza poetica e per la immaginifica musicalità delle parole. Una rivisitazione moderna del mito greco classico, caratterizzata dalla violenza barbarica delle passioni e dall’emergere dei personaggi da un arcaico paesaggio dell’anima.
DAL 20 AL 22 DICEMBRE
IO NON TACCIO
Le infiammate prediche dell’eretico Girolamo Savonarola (1452-1498), scomunicato da papa Alessandro VI e condannato al rogo sulla pubblica piazza fiorentina, prendono corpo e voce in Don Andrea Gallo, il “prete anarchico”, da sempre vicino agli ultimi e agli emarginati, senza nessun timore di entrare in conflitto con la dottrina della Chiesa, con la società o con la cultura dominante.
Don Gallo s’interroga sul passato e sul presente. Savonarola aveva come bersaglio la tirannide dei Medici, ma chi sono i tiranni oggi? La risposta è lapidaria: “Chi vuole cancellare la libertà, mentre prima di parlare dovrebbe ascoltare, prima di giudicare dovrebbe accogliere”.
DAL 27 DICEMBRE AL 1 GENNAIO
TRAPPOLA PER TOPI
Rappresentato per la prima volta il 25 novembre del 1952 nel West End a Londra, Trappola per topi è lo spettacolo più replicato della storia del teatro inglese. È stato in scena ininterrottamente per 55 anni a Londra, con numerose repliche in giro per il mondo, in 45 Paesi diversi avvalendosi della traduzione in 24 lingue. Un record difficilmente eguagliabile, merito della creativa invenzione di Agatha Christie che, adattando per il teatro il racconto Tre topolini ciechi, seppe creare un giallo travolgente, in cui ironia e suspense si fondono alla perfezione. L’azione si svolge in una vecchia casa inglese, adattata a locanda: mobili antichi, tappeti, camino, lo scricchiolio delle scale di legno e il cigolio delle porte. Qui, i giovani albergatori Mollie e Giles Ralston affrontano una drammatica avventura assieme con cinque eccentrici clienti.
DAL 10 AL 15 GENNAIO
NATALE IN CASA CUPIELLO
Tra le commedie di Eduardo De Filippo è quella che ha avuto la gestazione più lunga e singolare. Egli stesso la definì «parto trigemino con una gravidanza di quattro anni». Natale in casa Cupiello nacque, infatti, come atto unico (il secondo attuale), al cinema-teatro Kursaal di Napoli, dove debuttò nel dicembre del 1931, aprendo una stagione che doveva durare pochi giorni e durò invece diversi mesi. Il secondo atto (attualmente il primo) venne scritto circa un anno più tardi, e due anni dopo , in occasione della prima tournée, fu aggiunto il terzo atto. Nato quasi come uno sketch da avanspettacolo rimpolpato dall’improvvisazione comica degli interpreti (l’esilarante invenzione della lettera di Tommasino al secondo atto si deve probabilmente a Peppino), il testo si arricchì nel tempo di particolari realistici e di momenti addirittura drammatici, senza mai perdere però la sua natura comica.
DAL 17 AL 22 GENNAIO
SIGNORINA GIULIA
La commedia di August Strindberg si svolge in Svezia nella “Midsommarnatten”, la notte di mezza estate: soprattutto nei paesi nordici, occasione rituale di scatenamenti orgiastici. È in questa notte magica di San Giovanni che la contessina Giulia, la padrona, e Giovanni, il servo di suo padre, sono indotti a sperimentare il superamento della distinzione maschio e femmina e la contrapposizione di classe, dando così vita allo sconvolgimento dei ruoli e all` esperienza del diverso. Quello che propone la Signorina Giulia è un viaggio nell’inferno. Si scende giù per andare nella cucina, regno sprofondato della servitù dove gli alberi si intravedono appena e un raggio di luce del mattino è un’apparizione sacra: l’ora del sacrificio
DAL 24 AL 29 GENNAIO 2011
L’UOMO PRUDENTE
A Sorrento, nella casa del mercante Pantalone regna il disordine, perché la sua seconda moglie Beatrice e il figlio Ottavio non perdono occasione per disubbidirgli, preoccupati come sono soltanto di avere mano libera con i propri rispettivi spasimanti. È muovendo da questa situazione in cui si mescolano sapientemente le maschere del “vecchio” teatro con l’osservazione psicologica di un “moderno” interno borghese, che Carlo Goldoni introduce nel racconto una inedita venatura “gialla”. Al fine di essere liberi di fare tutto ciò che a loro più aggrada, infatti, Beatrice e Ottavio concertano di avvelenare Pantalone e fanno in modo di non essere scoperti; anche se, essendo essi pur sempre personaggi di una commedia, il loro piano criminoso viene sventato dal caso, impersonificato dalla cagnetta Perlina, che assaggia prima del padrone la “panatella” all’arsenico a lui destinata. Il fatto, comunque, finisce in tribunale, dove in un finale ricco di colpi di scena Pantalone ha modo di dare ancora una volta prova della sua maggiore virtù: la prudenza, che «insegna al bon nocchier a schivar i scogi delle disgrazie e trovar el porto della vera felicità».
DAL 31 GENNAIO AL 5 FEBBRAIO
BLACKBIRD
Blackbird si affronta un tema drammatico, l’amore di un uomo adulto per una bambina, ma lo si fa da una prospettiva assolutamente originale. Il linguaggio teatrale diventa lo strumento privilegiato per uno sguardo “altro” sulla realtà e trasforma la cronaca della storia di una violenza in un’inquietante storia d’amore, che lega indissolubilmente, in maniera unica e crudele, due esseri viventi, protagonisti di una discesa negli inferi dell’animo umano di cui lo spettacolo – messo in scena dalla spagnolo Lluís Pasqual e interpretato con intensità da Massimo Popolizio e Anna Della Rosa – prova a svelare le ombre, le mille paurose sfumature. Lo scozzese David Harrower (Edimburgo, 1966), già noto al pubblico genovese per la “mise en espace” di Coltelli nelle galline proposta dallo Stabile nel 2003, ha scritto Blackbird per il regista tedesco Peter Stein, che lo mise in scena con grande successo al Festival di Edimburgo 2005.
DAL 7 AL 12 FEBBRAIO
ITIS GALILEO
Lo spettacolo che Marco Paolini e Francesco Niccolini hanno dedicato alla figura di Galileo parte dalla considerazione che essere geniali, in circostanze difficili, può essere un problema. Per gli altri soprattutto. Il padre della scienza moderna, Galileo Galilei, appare agli occhi dei contemporanei come una mente che rimane aperta al dubbio fino alla fine, fino alla vecchiaia. Quando si parla di Galileo si pensa sempre a un anziano venerando: sarà una questione di iconografia, ma forse è anche perché si capisce che lo scienziato non si mette mai in pensione con la testa. Anzi, le scoperte più importanti le raggiunge dopo i sessant’anni. Galileo vive quattrocento anni prima di noi, in un’epoca governata da certezze e rigidità di pensiero, ma alcuni elementi tornano oggi a riaprire il confronto con quel passato. Forse la ragione ha perso appeal? La scienza ha deluso? Una morale laica non esiste?
DAL 14 AL 19 FEBBRAIO
LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UI
Scritta tra il 1940 e il 1941 nell’esilio finlandese, pubblicata e messa in scena dopo la morte dello stesso Bertolt Brecht (1898-1956), La resistibile ascesa di Arturo Ui si presenta come una «farsa storica», che, con piglio ironico ed epico al contempo, ricostruisce la tragicomica epopea di uno scalcagnato trust dei cavolfiori in una città corrotta, ammiccando alla situazione economica e politica della Germania alla vigilia dell’ascesa al potere del nazismo e traendo più di uno spunto narrativo dalla vita di Al Capone, riletta con uno sguardo privilegiato al Riccardo III scespiriano. Con Umberto Orsini protagonista, Claudio Longhi mette in scena una parabola briosa e nitida, caustica ed elegante sul tragico nonsenso del nostro passato storico. «Le coordinate di regia fondamentali – dice Longhi – mi sono state dettate, in sostanza, dallo stesso Brecht. Nelle sue note, il grande drammaturgo di Augusta per un verso scrive infatti che il copione “rappresenta un tentativo di spiegare al mondo capitalistico l`ascesa di Hitler trasponendola in circostanze a quel mondo familiari” e per l`altro rileva come “la tragedia, molto più spesso della commedia, prende alla leggera le sofferenze dell`umanità”. Da subito, quindi, l`Arturo Ui mi si è presentato come una lucida parodia delle violente (s)ragioni della borghesia capitalistica: una parodia di irresistibile (quanto agghiacciante) comicità».
DAL 21 AL 26 FEBBRAIO
THE HISTORY BOYS
Scritta da Alan Bennett (Yorkshire, 1934), drammaturgo e autore di molti romanzi editi anche in Italia da Adelphi, una commedia che mette in scena un gruppo di adolescenti all’ultimo anno di college, impegnati con gli esami di ammissione all’università. Un testo sui giovani e per i giovani, che vi possono ritrovare i sogni e le speranze, la rabbia e i progetti per il futuro della loro generazione. I protagonisti di The History Boys sono ragazzi molto diversi tra loro, ma affiatati: dal leader della classe, il donnaiolo Dakin, al fragilissimo Posner, innamorato – per nulla segretamente – di lui, fino al poco convenzionale Scripps, in crisi spirituale. L’insegnante di inglese, Hector, e quella di storia, Mrs Lintott, cercano di stimolare la loro curiosità al di là dei percorsi consueti e preconfezionati, infischiandosene del prestigio, delle tradizioni, dei primati e dei punteggi scolastici, mentre il preside, per il buon nome della scuola, li vorrebbe tutti a Oxford o a Cambridge. Si apre così uno scontro che vede scendere in campo anche un giovane professore, cinico e ambizioso, incaricato dal preside di dare una “ripulita” allo stile dei ragazzi, renderlo più brillante, “giornalistico” e più spendibile al “supermercato del sapere”, con buona pace della ricerca storica e dei dibattiti di metodologia.
DAL 13 MARZO AL 5 APRILE
LA SCUOLA DELLE MOGLI
La commedia si delineò fin dal suo primo apparire, nel 1662, come uno dei maggiori successi della carriera di Molière, che da solo quattro anni aveva fatto ritorno a Parigi, dopo aver a lungo battuto con la sua Compagnia la provincia. Tutta la Capitale, con la famiglia reale in testa, accorse a vedere e ad applaudire La scuola delle mogli. Punteggiato da clamorose risate, lo spettacolo suscitò scandalo e attirò ira e invidia sul suo autore, il quale fu accusato di essere volgare, osceno, immorale.
Venato molto probabilmente di autobiografismo , La scuola delle mogli è un capolavoro di analisi psicologica e comportamentale, sotteso da una travolgente “vis comica” nella quale la società francese di allora (ma anche tutti gli spettatori dei tre secoli e mezzo seguenti) hanno avuto modo di rispecchiarsi con paura e con orrore.
DAL 10 AL 15 APRILE
NON TUTTO È RISOLTO
Franca Valeri gioca in assoluta libertà con la propria avventura esistenziale e artistica, ma evita accuratamente di cadere nell’autobiografismo. Scrive così una commedia arguta, ironica, elegante; abitata da personaggi sempre un pò matti, a cominciare dalla sua Contessa, alle prese con il passare degli anni e con una situazione finanziaria alquanto sgangherata.
Tutto avviene nel giro di poche ore, in una commedia apparentemente priva di una trama vera e propria, ma fatta ruotare intorno a una “protagonista al crepuscolo di una vita lunga e avventurosa”, uscita dall’immaginazione di Franca Valeri e da lei interpretata, anche sul palcoscenico, con l’urgenza di sottolineare che nello spettacolo non c’è nulla di malinconico.
DAL 18 AL 22 APRILE
IL PRINCIPE DI HOMBURG
Il principe Friedrich di Homburg è sonnambulo. Dopo una notte trascorsa a sognare la gloria, egli ascolta in modo distratto le disposizioni dei suoi superiori e sul campo di battaglia trasgredisce gli ordini ricevuti. Anche se con il suo gesto eroico ha permesso ai prussiani di riportare la vittoria decisiva sugli svedesi (il riferimento è alla storica battaglia di Fehrbellin del 1675), il Grande Elettore non può evitare che Homburg sia condannato a morte per la sua disobbedienza. Dalla gloria al terrore della morte. In favore del principe intervengono anche la nipote e la moglie del Grande Elettore, mentre nell’esercito già serpeggia la rivolta per la supposta crudeltà del sovrano; il quale allora fa sapere al giovane prigioniero che sarà graziato, purché dichiari egli stesso di considerare ingiusta la sentenza del tribunale di guerra. Eretto così a giudice di sé, Homburg abbandona ogni viltà e torna a essere un eroe. Ora accetta la morte, perché ha compreso e fatto proprio il principio kantiano dell’obbligatorietà della legge, fondata nella legge stessa. E solo questo riconoscimento del valore etico e vincolante di una norma valida per tutti permette a Homburg e al dramma di Heinrich von Kleist (1777-1811) di trovare la via di un imprevisto e sorprendente lieto fine.
DAL 3 AL 5 MAGGIO
ACOUSTIC NIGHT 12. L’EDIZIONE DEI DUE MONDI
Sin dalla sua nascita, nella primavera del 2001, Acoustic Night ha avuto come finalità l’incontro tra artisti capaci di riconoscere l’altro da sé sul terreno comune della musica, e in particolare di quella che nasce dalla chitarra acustica. Un dialogo tra culture diverse che, nel corso di dodici edizioni, si è andato sempre più definendo, portando tra l’altro il nome di Genova nel mondo, come ben testimonia il cd internazionale (Beppe Gambetta Live at Teatro della Corte – The first 10 Years) uscito recentemente anche in Italia. Da tempo ormai, Acoustic Night è diventato un appuntamento atteso da tutti gli appassionati di musica, che accorrono ad assistere alle serate di Gambetta da tutta Europa, e l’eco di questo successo ha valicato anche l’Oceano tanto che, dopo le tre serate genovesi, Acoustic Night 12 si traferirà nel New Jersey, che da qualche anno è diventato la seconda patria di Beppe Gambetta