La riqualificazione dell'ex mercato rionale a Teglia porterà alla nascita di un piccolo discount. Il Municipio non ci sta e si alza il polverone a Tursi, ma ormai il tempo per i no sembra essere scaduto. Prima il cambio di destinazione d'uso e poi, lo scorso autunno, il passaggio ai privati: nessuno disse nulla
La nascita di un piccolo discount a Teglia rischia di diventare l’ennesimo elemento di attrito tra il Consiglio comunale e la giunta. Nella prossima seduta consiliare di martedì 9 giugno (il 2 giugno è festa, niente assemblea in Sala Rossa) dovrebbe, infatti, essere discussa una variante urbanistica che darà il via libera alla riqualificazione dell’ex mercato di piazza De Caroli 9 e alla sua trasformazione in un cosiddetto “esercizio di vicinato” marchiato In’s. Un’operazione non vista di buon occhio dal Municipio e alla quale anche i consiglieri comunali stanno cercando di opporsi. Ma sembra ormai essere troppo tardi.
L’edificio, già sede di mercato comunale, è diventato lo scorso autunno di proprietà del Gruppo Viziano, in seguito alla famosa permuta con cui Tursi ha acquisito un immobile in via Cantore, eliminando una serie di fitti passivi, e ha ceduto diversi beni all’imprenditore edile (oltre all’ex mercato di Teglia, sono passati di mano l’ex diurno di piazza Acquaverde, un locale sottostrada in via Vernazza, un complesso in via Chighizola, un locale commerciale in piazza Dante e, soprattutto due immobili in via Casotti e via Capolungo a Nervi).
Qualora, dunque, i consiglieri dovessero rigettare la pratica potrebbero insorgere complicanze legali dal momento che si andrebbe a negare un diritto di acquisito ad un privato.
La variante urbanistica è necessaria perché le attività dell’ex mercato rionale erano comprese nella destinazione d’uso a servizi. Già la giunta Vincenzi, con il progetto preliminare del nuovo Puc approvato a dicembre 2011, prevedeva la trasformazione dell’area in tessuto urbano, dando dunque via libera alla possibilità di aprire un piccolo esercizio commerciale di vicinato. Variazione confermata nel progetto definitivo del Puc approvato lo scorso marzo. «La variante urbanistica – spiega il vicesindaco Bernini – serve solamente ad accelerare i tempi e a far partire i lavori di riqualificazione prima dell’entrata in vigore ufficiale del nuovo Puc: con questo provvedimento, infatti, allineeremmo il piano vigente che risale al 2000 a quello approvato e in attesa di diventare operativo».
Molti consiglieri di maggioranza e opposizione si schierano però a fianco del Municipio V – Valpolcevera che lamenta un mancato coinvolgimento nel processo decisionale. «Siamo sicuramente contenti che si possa finalmente riqualificare l’immobile – dice l’assessore municipale Mario Vanni – ma ci avremmo visto molto meglio il trasferimento della sede della Polizia Municipale o la realizzazione di una palestra di roccia. Abbiamo grosse preoccupazioni per il nuovo esercizio commerciale, intanto perché non prevede la realizzazione di nuovi parcheggi e quindi andrebbe a insistere sugli stalli già esigui a disposizione della cittadinanza. Poi siamo preoccupati per la mobilità dato che l’accesso alla piazza non è certo dei più agevoli e insiste su una zona già teatro di gravi incidenti stradali. Infine, seppure piccolo, è previsto un ampliamento dello spazio occupato dal negozio con conseguente erosione di altre aree della piazza dedicate alla socialità».
L’ampliamento, in realtà, non è poi così piccolo. Per norma regionale, la superficie netta di vendita di un esercizio di vicinato non può superare i 250 mq e così sarà anche per il nuovo discount. Ma le dimensioni complessive di superfice agibile possono estendersi fino 300 mq, comprendendo in questo caso anche il deposito e il locale per gli uffici. L’aumento previsto è del 14% dei volumi attuali e del 10,5% della superficie agibile che, secondo quanto assicurato dai tecnici del Comune, non andrà a modificare l’aspetto paesaggistico dell’area.
«Le battaglie – commenta Bernini – andavano fatte nel ciclo amministrativo precedente, quando si decise di togliere la destinazione d’uso a servizi. Ora stiamo solo cercando di accelerare una riqualificazione che seppure non a fini sociali punta a dare un valore aggiunto al territorio almeno dal punto di vista urbano. Peraltro, vorrei precisare che non stiamo parlando di un supermercato ma di un franchising che avrà tutte le caratteristiche del classico negozio di quartiere, pensato per la spesa quotidiana e non certo per le scorte settimanali».
Ma è proprio sulla politica commerciale attuata che il consigliere Gianni Vassallo (Pd), ex assessore allo Sviluppo Economico, solleva qualche dubbio: «È vero che il mercato comunale è fuori uso da tempo – dice Vassallo – ma è anche vero che dopo la chiusura di questa realtà è entrata in vigore una riforma sulla gestione dei mercati rionali che ha fatto sì che alcuni, come quello della Foce, non chiudessero e altri, come quello di Sarzano, aprissero. Siamo certi che consorzi di operatori mercatali non sarebbero voluti entrare nella gestione dello spazio di Teglia? Abbiamo sentito le associazioni di categoria?».
Domande di per sé legittime ma che tuttavia sembrano arrivare fuori tempo massimo. Perché nessuno ha storto il naso al momento di approvare la permuta dei beni con il Gruppo Viziano? E soprattutto, perché Vassallo non intervenne al momento dell’approvazione del Puc preliminare sotto la giunta Vincenzi, di cui era proprio assessore al Commercio?
Laconica ma molto significativa la chiosa del consigliere Luciovalerio Padovani (Lista Doria): «Credo che dopo aver approvato la delibera di permuta non possiamo più fare molto. La questione però chiama in causa un tema più ampio, ossia la gestione del patrimonio. Nel momento in cui alieniamo un bene pubblico, come successo con l’ex mercato di Teglia, rischiamo di perdere delle opportunità solo per non aver ragionato meglio su come valorizzare l’immobile e non fare semplicemente cassa. In questo caso perdiamo un’occasione di sfruttare il nostro patrimonio per riqualificare il territorio, come ci ricorda il Municipio. Di fronte a queste scelte bisognerebbe operare con più attenzione, soprattutto in un momento in cui l’assessore Piazza sta facendo un lavoro di mappatura del territorio: bisogna ragionare non solo in termini di valorizzazione economica ma anche di valorizzazione sociale per dare respiro e nuove opportunità a territori particolarmente sotto pressione».
Simone D’Ambrosio