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Terminati gli scavi per gallerie propedeutiche al Terzo Valico tra Erzelli e Borzoli: entro le prime settimane del 2017 saranno operative. A Pontedecimo, però, il by-pass viario potrebbe non essere a norma: cantieri a rischio stop
Con l’abbattimento dell’ultimo diaframma di roccia, demolito oggi a favore di telecamere, viene completata la seconda tratta della galleria Borzoli-Erzelli, un’opera che diventerà operativa entro le prime settimane del 2017. I tunnel sono considerati propedeutici per i cantieri del Terzo Valico, poiché permetteranno ai mezzi da lavoro di raggiungere le cave per depositare la terra di risulta degli scavi, senza passare attraverso le strade urbane. Le gallerie serviranno inoltre a deviare il traffico pesante che oggi attraversa Sestri con i noti disagi e le criticità.
Circa un anno di ritardo sulla tabella di marcia: 100 metri di tunnel, infatti, passano sopra la galleria autostradale Guanella, sulla A10 Genova-Ventimiglia, fatto per il quale, in itinere, si sono dovute rimodulare le operazioni di scavo, per evitare impatti strutturali dannosi. Con il completamento di quest’opera, che consiste nella realizzazione di due gallerie tra Borzoli ed Erzelli e tra Borzoli e via Chiaravagna, i mezzi pesanti non dovranno più transitare per l’angusta viabilità cittadina di via Chiaravagna e via Borzoli, dove hanno creato parecchi disagi non solo al traffico ma anche ai pedoni e agli abitanti. Questi tunnel rientrano nelle opere propedeutiche per la realizzazione del Terzo valico ferroviario, di cui Cociv è general contractor: le gallerie sono rientrate nei cosiddetti oneri di urbanizzazione della grande opera, e durante i lavori faciliteranno il passaggio dei mezzi diretti alle cave di Sestri ponente utilizzate come deposito per lo smarino estratto dagli scavi.
«Quest’opera consente di mantenere nella zona importanti funzioni produttive e industriali o legate al porto senza far pagare agli abitanti di Borzoli il peso in termini di criticità – spiega il vicesindaco di Genova ed ex presidente di Municipio VI Medio-Ponente, Stefano Bernini – Qui abbiamo una parte di attività legata al porto, i depositi di container ex Grimaldi e Derrick ma anche una serie di attività produttive meno conosciute che facevano con fatica i lavori di approvvigionamento, trasferimento dei materiali, e che finalmente potranno avere una piena logistica». Una volta aperta la nuova viabilità, secondo l’amministrazione comunale, sarà possibile intervenire anche con lavori di riqualificazione ambientale e messa in sicurezza idrogeologica grazie all’abbattimento degli ultimi due ponti critici per il torrente Chiaravagna. «Sarà una rivoluzione positiva – sottolinea l’assessore alla Mobilità, Anna Maria Dagnino – sia sul versante di Sestri ponente che di Fegino. Le due gallerie ci permetteranno di interdire il passaggio del traffico pesante sulla viabilità ordinaria, cosa che per legge non si può fare se non viene fornita un’alternativa, e di creare un collegamento diretto tra il casello autostradale di Genova Aeroporto e Borzoli, con positivi benefici anche per il traffico privato».
Con queste due gallerie anche i cantieri del Terzo valico potranno proseguire in maniera forse più spedita. Ma se da un lato si accelera, dall’altro lato si rischia lo stop: a Pontedecimo, infatti, le opere del cosiddetto “By-pass” sembrano essere state eseguite fuori norma, seguendo parametri di legge non aggiornati. Secondo una perizia, depositata presso la Procura di Genova in allegato ad un esposto sottoscritto da decine di cittadini, infatti, la strada in costruzione per permettere il passaggio dei mezzi di Cociv, e annoverata tra le varie opere di compensazione, sarebbe nata già “fuori legge”: «Il sospetto è che sia stato utilizzato un progetto vecchio – spiega uno dei sottoscriventi dell’esposto – visto che i riferimenti normativi sono relativi a leggi superate». Un esempio: il calcolo della portata d’acqua del torrente non terrebbe conto dei nuovi parametri del 2012. Ma non solo: i pali per sostenere la struttura sono stati “piantati” nell’alveo del fiume, cosa in teoria non consentita dal Piano di Bacino vigente. La parziale copertura dell’alveo, secondo i rilievi della perizia, non rispetterebbe le distanze minime, in altezza, dal livello di piena calcolato, mettendo a rischio la struttura stessa della strada. Quello che più in generale viene contestato dagli abitanti di Pontedecimo è l’aggravarsi delle condizioni di sicurezza di un tratto della Val Polcevera già noto per la sua instabilità idrogeologica. In altre parole, stando a questo esposto, si sta verificando una situazione paradossale: se è vero che le amministrazioni (comunale, regionale e statale) stanno investendo parecchi milioni di euro per mettere in sicurezza il Bisagno, contemporaneamente si “mette in pericolo” un’altra parte della città con un’opera “fuori norma”, e peraltro poco “sentita” dal territorio stesso. Alla magistratura l’ultima parola.
Ancora una volta, quindi, il “bollettino” dei grandi cantieri ci racconta lo schizofrenico rapporto che Genova e la Liguria hanno con il proprio territorio: l’apertura delle gallerie tra Erzelli e Borzoli, sicuramente avrà un impatto positivo sulla vita dei cittadini, portando più vivibilità e sicurezza per chi quelle strade le vive quotidianamente. Nello stesso tempo, però, quelle stesse gallerie permetteranno la costruzione di una opera notevolmente impattante, e che potrebbe mettere a rischio la sicurezza di molte persone, come purtroppo già successo in passato. Sbagliare è umano…
Nicola Giordanella
Buongiorno. Al netto dei proclami trionfali del Vicesindaco, andrebbe fatta una precisazione. Parlare di “passaggio dei mezzi diretti alle cave di Sestri ponente utilizzate come deposito per lo smarino estratto dagli scavi” è, quantomeno, prematuro: il sito per il deposito dello smarino previsto dal progetto è la Cava Vecchie Fornaci (la “cicatrice” sul monte Gazzo che si vede dal mare – sopra la Costa di Sestri) e non le Giunchetto/Gneo (cave della Val Chiaravagna), che sono utilizzate come fonte per la fornitura d’inerti per l’opera, attraverso un piano di coltivazione congiunta (cioè: da due cave dietro al Monte Gazzo, se ne otterrà una, unica ed enorme, con la scusa di una “riqualificazione” a fine sfruttamento – almeno 15 anni). Sempre in base al progetto, i mezzi passeranno, sì, dalla Val Chiaravagna ma soltanto dopo un “adeguamento” dell’omonima via, che comporterà la costruzione di altre due gallerie (nemmeno iniziate): un tunnel stradale in via Chiaravagna ed una galleria mineraria tra la cava Giunchetto e la Cava Vecchie Fornaci. Senza intenti polemici nei confronti di chi ha scritto l’articolo (che si è evidentemente attenuto a quello che gli è stato riferito), sarebbe forse più preciso limitarsi a dire che i mezzi pesanti che provengono dalle cave, finalmente, non passeranno più dall’abitato di Sestri Ponente. Volendo speculare, varrebbe anche la pena che i lettori facessero qualche riflessione sul possibile utilizzo futuro dei due enormi fronti di cava esauriti, con una comoda strada adattata al passaggio di mezzi pesanti ed una discarica ormai esaurita sul Monte Scarpino…