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Terzo Valico, mobilitazione No Tav: gestione degli espropri poco trasparente

Mercoledì 13 marzo nuovo presidio in località Campora (tra Campomorone e Isoverde) con centinaia di attivisti. Nel frattempo le operazioni procedono tra errori grossolani del Cociv e la ricerca di scorciatoie procedurali


14 Marzo 2013Notizie > Grandi Opere?

notav2Nuovo presidio dei cittadini della Val Verde contrari all’alta velocità ferroviaria. Ieri in centinaia hanno manifestato in località Campora (tra Campomorone e Isoverde) al fine di impedire la notifica degli espropri dei terreni interessati dalla cantierizzazione. La mobilitazione segue quella del 27 febbraio a Cravasco (frazione di Campomorone) dove è prevista la realizzazione di una delle finestre di servizio del tunnel principale. In entrambi i casi la massiccia presenza di abitanti e No Tav ha spento sul nascere le intenzioni dei fautori della grande opera che, per l’ennesima volta, neppure si sono presentati all’appuntamento, nonostante un dispiegamento imponente di forze dell’ordine. Al loro posto, però, è comparso un camion con a bordo una trivella per l’esecuzione dei sondaggi. I manifestanti non si sono fatti cogliere impreparati e hanno bloccato il passaggio del mezzo pesante, rispedendolo al mittente.

Ma è l’intera gestione delle operazioni – guidate dal Cociv, il consorzio di imprese incaricato della costruzione del Terzo Valico – a destare perplessità. «Alcuni espropri sono stati notificati convocando i cittadini presso il Comune – spiega Davide Ghiglione, militante No Tav e consigliere comunale (Fds) a Campomorone – è successo a Fraconalto (in Provincia di Alessandria) ma anche a Campomorone». Proprietari chiamati a firmare un foglio che, in pratica, equivale alla cessione dei loro terreni al Cociv.
«A norma di legge, invece, l’esproprio dovrebbe essere eseguito sulla proprietà privata – sottolinea Ghiglione – e la firma del verbale deve avvenire in loco, non in Comune».

Per evitare contestazioni – visto che la partecipazione popolare contro la Tav non ha perso vigore – il Cociv ha pensato a questo escamotage.
«I nostri avvocati sostengono che tale modo di agire non sia del tutto legale – continua il consigliere – perché non è stata rispettata la consueta procedura».

No Tav presidio Campora (Campomorone)Inoltre, all’inizio del mese di marzo, alcuni residenti di via Rapallo a Campomorone, hanno ricevuto delle lettere, tecnicamente chiamate “decreti di immissione in proprietà”, riguardanti terreni già adibiti a parcheggi «In quanto Cociv ha inserito nel progetto definitivo, prendendo spunto dal vecchio piano regolatore, opere che il Comune ha già realizzato – stigmatizza la Giunta comunale di Campomorone nella delibera n. 28 del 5 marzo  – Ribadiamo con tutta la forza necessaria che gli elenchi relativi agli espropri devono essere concordati preventivamente con questa amministrazione e che non è accettabile un inopportuno e improduttivo comportamento unilaterale da parte di Cociv».

«Per le seguenti zone il Comune ha deciso lo stralcio di alcuni interventi, già realizzati o da realizzare, inseriti nel progetto definitivo del Terzo Valico – continua la delibera – A Campomorone: parcheggi Via Cavallieri (già eseguito); Via Circonvallazione-Via Spinola (già eseguito); Via Circonvallazione (già eseguito); Via Rapallo alta; Via Torino (già eseguito); Via De Gasperi (già eseguito). A Isoverde: parcheggi Rio Rizzolo alto; Pavian Cravasco. Inoltre, è da stralciare qualsiasi opera prevista a margine della Strada Provinciale n. 6 lato torrente Verde in località Maglietto e Campora (allargamenti, marciapiedi, nuovi spiazzi di parcheggio o manovra) che modifichi lo stato dei luoghi e comprometta la tutela delle alberature ad alto fusto presenti (Filari di Tigli, Gelsi e Platani, dal ponte Patrone Battagli al ponte per Santo Stefano S.P. n. 50)».

L’atteggiamento del Comune di Campomorone, però, pare quanto meno ambiguo «L’amministrazione da una parte condanna l’atteggiamento del Cociv – sottolinea Ghiglione – dall’altra lo asseconda convocando gli espropriati».

Poca trasparenza ed errori grossolani da dilettanti allo sbaraglio contraddistinguono anche altre iniziative in atto sul territorio genovese, in particolare in Val Polcevera.
«In zona San Biagio hanno posizionato una trivella all’interno di un terreno comunale – racconta Ghiglione  – alcuni abitanti hanno chiamato i vigili urbani che hanno constatato la mancanza dei permessi necessari. Così i lavori sono stati fermati in attesa del rilascio delle autorizzazioni».

A San Quirico, dietro il Mercato dei Fiori, dove dovrebbe sorgere un’altra finestra di servizio, il Cociv è riuscito a fare di peggio.
«Gli operai sono entrati in un terreno privato ed hanno delimitato con dei paletti di legno la presunta area di cantiere – continua Ghiglione, consigliere anche presso il Municipio Valpolcevera – Il proprietario si è lamentato dell’inaspettata presenza e così è emerso che il terreno non è stato ancora espropriato. Anzi, il Cociv si è basato su carte datate, in cui addirittura non risulta l’attuale proprietario!».

Per quanto riguarda gli espropri delle abitazioni, invece, procedono le trattative economiche private, impostate con ogni singolo proprietario. Facendo leva sull’offerta è più facile ottenere il consenso degli interessati ma, inevitabilmente, il percorso si rallenta.
«E questo per noi è un fatto positivo», sottolinea Ghiglione. Anche perché ad agosto 2013 scadrà la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera. Ciò significa che il Cociv – se entro quella data non riuscirà a concludere tutti gli espropri – sarà costretto a rifare tutta la procedura. Sempre che il nuovo Governo confermi la medesima dichiarazione. «Quindi i tempi si allungheranno – conclude il consigliere – complicando i piani di questi signori».

 

Matteo Quadrone

[Foto tratte dal sito web www.notavterzovalico.info]


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