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Mark Covell, il giornalista inglese violentato al G8 di Genova, esattamente 15 anni fa, poco prima dell'irruzione della polizia alla scuola Diaz, commenta la mancata approvazione della legge che dovrebbe introdurre il reato di tortura nell'ordinamento italiano: «Nonostante le promesse, non è passata, lasciando l'Italia indietro di anni»
Si rimanda ancora. A 15 anni dai “Fatti di Genova”, dopo la “macelleria messicana” e Bolzaneto, dopo Cucchi e Aldrovandi, il Parlamento italiano si impantana durante la discussione che avrebbe dovuto portare all’introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento, così come richiesto dalla Ue e come promesso dallo stesso premier Matteo Renzi. L’indignazione nazionale per il “Caso Regeni” sembra scomparsa e a contare sono i soliti equilibrismi parlamentari e i tatticismi partitici. Il rischio, secondo il ministro degli Interni, Angelino Alfano, è quello di depotenziare e colpevolizzare le Forze dell’ordine. Mark Covell, il giornalista inglese che pochi istanti prima dell’irruzione alla Diaz fu quasi ucciso durante un pestaggio da parte di più poliziotti, risponde con queste parole all’ennesimo passo indietro delle istituzioni italiane. Nel 2011 ha ricevuto la cittadinanza onoraria da parte del Comune di Genova
Arrivando a Genova ieri per il 15esimo anniversario del G8 del 2001 ho saputo di un’importante votazione riguardo la legge sulla tortura.
Il dibattito parlamentare si svolgeva sotto l’influenza dell’ultimo attacco terroristico avvenuto a Nizza e con crescente tensione riguardo un possibile attacco terroristico sul territorio italiano.
Nonostante la promessa di Renzi, la legge non è passata, lasciando l’Italia indietro di anni.
Nella sua prima stesura, la nuova legge era un potente strumento per portare l’Italia alla piena conformità della sua posizione sui diritti umani UE, inoltre avrebbe protetto cittadini Italiani e migranti dalle torture di polizia e pubblici ufficiali.
Dopo un iter di due anni, molti nuovi emendamenti sono stati aggiunti alla legge per depotenziarla e renderne impossibile l’approvazione, trasformandola di fatto in una pessima legge nella sua stesura finale.
Tuttavia, un recente dibattito sui media ha svelato il motivo per cui la polizia e il ministero degli interni si stessero opponendo alla nuova legge.
Il motivo era di fatto il ricatto del governo nel tentativo di mantenere il potere di torturare a scopi di intelligence.
Hanno detto che in questa nuova era di attacchi terroristici di massa in Europa, la polizia italiana e i servizi di sicurezza devono avere la possibilità di torturare sospetti e reali terroristi al fine di ottenere informazioni.
In quanto vittima di tortura e tentato omicidio da parte della polizia italiana alla scuola Diaz nel luglio 2001, io e altre vittime siamo sconcertati di fronte a quest’attitudine e disgustati dalla posizione tenuta dal ministero. Alla Diaz, tutt* noi siamo stati torturati per divertimento e per quello che eravamo. Non perché custodissimo qualche importante informazione che lo Stato o la polizia volevano.
Torturare sospettati o perfino veri terroristi per informazioni non funziona e l’intelligence non può mai essere considerata affidabile in tribunale. Inoltre, senza legge sulla tortura, fatti come la Diaz e abusi di questo tipo possono nuovamente accadere a chiunque.
Alfano sbaglia a negare importanti protezioni legali di cui tutti gli altri cittadini UE godono. Con la bocciatura di una legge sulla tortura “Diaz e Bolzaneto” si legittimano procedure di deportazione extralegale con tutti gli strumenti di tortura a disposizione.
La tortura semplicemente non funziona ed è un serio abuso di diritti umani.
Mark Covell
Testo originale
As I arrived in Genova yesterday for the 15th anniversary of the Genova G8 2001, I heard that an important vote about Italy’s Torture law was taking place.
The debate in parliament was happening against the backdrop of the Nice 2016 attack and with tension about a possible terrorist attack taking place in Italy.
The law was not passed and Italy’s Torture law has been set back years despite the promise from Renzi that such a law would pass.
In its first draught format, the new law was a powerful piece of legislation to help bring Italy into its full compliance with its EU Human rights position as well as protect Italian citizens & migrants from Torture by police and public officials.
After two years passage, many new amendments have been added to dilute and make impossible the implementation of the law. Therefore it has been judged a bad law in its final draught.
However, it was media debate today that gave the reason why the police and interior ministries were opposing the new law.
The reason was effectively the blackmailing of the government in an attempt to keep the power to torture people for intelligence purposes.
They said that in this new era of mass casualty terror attacks in Europe , Italian police and security services must have the ability to torture suspects and real terrorists in order to obtain information.
As a victim of torture and attempted murder of the Italian police at the Diaz school in July 2001, myself and other plaintiffs are appalled and disgusted at this attitude and position. All of us at Diaz were tortured for fun and for who we were. Not because we held some important information that the state or the police wanted.
Torturing suspects and even convicted terrorists for information does not work and the intelligence can never be safely relied on in court. Second, if there is no torture law in place, something like Diaz and its type of abuse can happen to anyone again.
Alfano is wrong to strip away important legal protections that all other EU citizens enjoy. By not passing a Diaz & Bolzaneto torture law, you are legalizing extra ordinary rendition with all the tools of torture at your disposal.
Torture simply does not work and it’s a serious abuse of human rights.