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Legambiente e WWF: in questi anni abbiamo assistito solo a tagli e riduzioni del servizio ma Regione e Comune sono ancora lontani dall'avviare una politica virtuosa
«Se si può essere lieti che la tariffa integrata sembri correre meno rischi di alcune settimane fa – spiegano in un comunicato congiunto WWF e Legambiente – è evidente che Regione Liguria e Comune di Genova siano ben lontani dall’avviare una politica virtuosa per il trasporto pubblico».
A Genova, infatti, nonostante già ora siano in vigore le tariffe più care d’Italia «Comune e Regione sono intenzionati a procedere ad un ulteriore aumento delle tariffe del trasporto pubblico – sottolineano Legambiente e WWF – E così si passerebbe dai già molti 43 euro per un abbonamento mensile a 45 e dai 380 di un annuale a 395».
Aumenti in cambio di che cosa? Si domandano le due associazioni ambientaliste che ricordano «In questi anni non si è fatto altro che tagliare il servizio, sia bus che treni, con l’effetto di veder calare il numero di passeggeri che utilizzano i mezzi pubblici e aumentare l’evasione del pagamento del biglietto». Tutto ciò a fronte di continui e massicci aumenti delle tariffe «In 10 anni si è passati 25,82 euro per un mensile a 43 – sottolineano WWF e Legambiente – se passeranno questi nuovi aumenti a 45, mentre in realtà ben più fornite di servizio, come Milano, è da 10 anni che non vi sono aumenti degli abbonamenti, e si pagano 30 euro per un mensile e 300 per un annuale, con aumento del numero degli abbonati del 30%!».
Per le associazioni l’aumento delle tariffe legato alla motivazione dell’inflazione, così come presentato da Regione e Comune non appare credibile «Aumento legato all’inflazione? L’inflazione esiste solo a Genova? (e a livelli dell’Argentina?)».
La posizione di Legambiente e WWf è netta «Prima di qualsiasi aumento tariffario si devono vedere concrete azioni per rendere più efficiente e migliore il servizio. Questo significa che Deve essere messo in campo un efficiente sistema di integrazione modale e oraria in modo che il trasporto pubblico sia un vero servizio utile e usufruibile da tutti, agevole e veloce».
Laddove questi processi sono stati avviati, ovvero nella maggior parte delle città europee e in una parte di città e regioni italiane (Milano e Lombardia, Campania, Lazio, Torino, ad esempio) «Hanno portato all’aumento degli introiti da parte delle aziende di trasporto e un aumento consistente del numero di passeggeri».
All’interno di un processo di miglioramento del trasporto pubblico, secondo le associazioni, devono esserci «L’estensione delle corsie gialle protette e con semaforizzazione preferenziale, che garantisce un aumento della velocità commerciale degli autobus e quindi risparmi economici netti; una valutazione dei lavori pubblici, per evitare spese inutili e recuperare risorse per il tpl (vedi guard rail di C.so Europa); lo spostamento di risorse sui capitoli della Regione Liguria e del Comune di Genova, assolutamente sbilanciati in questi anni a favore delle infrastrutture stradali piuttosto che sul trasporto collettivo; la rivisitazione del Contratto di Servizio tra Regione Liguria e Trenitalia, che premia l’azienda in termini monetari a fronte di treni lumaca ed evidenti disservizi; politiche di marketing per acquisizione e fidelizzazione dell’utenza».