Del tanto atteso pacchetto di riforme del governo dovrebbe far parte anche il disegno di legge sulla disciplina delle unioni civili e delle convivenze. Genova potrebbe così bypassare le disquisizioni meramente politiche di questi mesi e tornare a lavorare sul percorso iniziato ormai due anni fa con l'istituzione del Registro delle Unioni Civili
Qualche tempo fa raccontavamo sulle pagine di Era Superba una Genova finalmente progressista, vera città dei diritti, che dopo aver lanciato – tra le prime grandi città in Italia – il Registro delle unioni civili, puntava dritto al riconoscimento dei matrimoni omosessuali contratti all’estero da cittadini residenti sotto la Lanterna. Un passo simbolico che ben si sarebbe coniugato con la sensibilità della giunta Doria per i temi dei diritti civili e che, insieme con altri esempi lungo la penisola, avrebbe rappresentato uno stimolo per il legislatore a dirimere una volta per tutte la questione su tutto il territorio nazionale.
Avrebbe perché, dopo che il vicepresidente del consiglio Angelino Alfano aveva ufficialmente diffidato il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, dalla trascrizione nel suo Comune di sette matrimoni omossessuali contratti all’estero, a Genova è stato tirato il freno a mano. Il timore di muoversi in un campo politicamente minato è forte. Eppure, solo pochi mesi fa, l’assessore a Legalità e Diritti, Elena Fiorini ci raccontava di aver trovato la strada giusta per affrontare gli ostacoli governativi. Non voleva bruciarsi la notizia, l’assessore, e aspettava che fosse lo stesso sindaco a prendere definitivamente in mano la cosa: «Aspettiamo che passi l’emergenza alluvione – ci diceva, ai tempi, Fiorini – e daremo un’accelerata decisiva anche su questo tema». Da allora, però, il silenzio.
«In realtà – ammette adesso l’assessore – come successo a Milano, il percorso per la trascrizione sarebbe pronto per essere presentato anche a Genova. Ma non posso negare che si tratterebbe di una trascrizione a meri fini certificativi, quasi fittizia e comunque diversa da quanto avviene per il riconoscimento dei matrimoni cosiddetti tradizionali contratti all’estero per cui viene fatta una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, all’Inps e che dà diritto, ad esempio, alla dichiarazione dei redditi congiunta. Sarebbe un’azione politica, simbolica che darebbe sicuramente nuovo fiato alle polemiche sorte dopo la denuncia a Pisapia». Come si può uscire da questo cul de sac? «Siamo in un contesto – dice chiaramente Fiorini – in cui solo l’intervento di un atto legislativo nazionale può essere veramente dirimente. Altrimenti, rischieremmo di andare avanti per anni con ricorsi e controricorsi per atti che poi, in sostanza, non potrebbero comunque offrire nulla di concreto alle coppie».
Ma dal legislatore nazionale qualcosa sembrerebbe muoversi, almeno stando alle notizie comparse negli ultimi giorni. È notizia piuttosto fresca, infatti, che del tanto atteso pacchetto di riforme del governo Renzi dovrebbero far parte anche i disegni di legge sul diritto di cittadinanza (il famoso ius soli) e sulla disciplina delle unioni civili e delle convivenze, secondo la proposta della senatrice Monica Cirinnà.
«Il ddl è molto interessante – spiega l’assessore Fiorini – e consentirebbe di bypassare le disquisizioni meramente politiche a cui stiamo assistendo. Si tratta di una sorta di fotocopia della disciplina tedesca che estende alle unioni civili delle coppie dello stesso sesso tutti i diritti matrimoniali (pensione di reversibilità, diritti ereditari ecc…) pur non definendo formalmente questo legame “matrimonio”». Si tratta di una vera estensione totale di diritti ad eccezione del tema caldissimo dell’adozione: «Ma sarà consentita l’adozione degli eventuali figli biologici dei componenti della coppia unita civilmente» precisa Fiorini. Infine, conclude l’assessore, «viene introdotta anche una forma più light di riconoscimento giuridico, dedicata alle convivenze. Si tratta di uno strumento che in altri Stati ha funzionato molto bene soprattutto per i giovani: è dedicata a chi non vuole impegnarsi con il forte vincolo del matrimonio o dell’unione civile ma desidera comunque avere un riconoscimento del proprio rapporto, con doveri di assistenza non pieni ma anche diritti e garanzie, ad esempio per il contratto d’affitto».
Inutile dire che un’accelerazione parlamentare di questa iniziativa legislativa sarebbe vista molto di buon occhio dalla giunta Doria, che si vedrebbe togliere anche qualche castagna dal fuoco dal punto di vista politico per quanto riguarda uno dei temi sicuramente più delicati e a rischio di forti discussioni.
Ma perché ci si è messo così tanto per arrivare a introdurre una disciplina che, come abbiamo avuto modo di raccontare già in passato, in quasi tutti gli altri Paesi europei è da tempo realtà? «Per cambiare le cose con efficacia – è la tesi di Fulvio Zendrini, promotore del progetto contro l’omofobia “Le cose cambiano” – ci vogliono i giusti tempi: Pisapia a Milano, Marino a Roma ma anche la conservatrice per eccellenza Genova che ha approvato il Registro delle Unioni civili hanno iniziato a scardinare il sistema. Ora Renzi, che tiene a questa operazione da cui trarrebbe anche grande visibilità, potrebbe dare l’accelerata decisiva. Ma, prima, era necessario fare fuori Berlusconi».
Del tema si è parlato anche qualche giorno fa alla libreria indipendente “L’amico ritrovato” (dove, tra l’altro, potete consultare gratuitamente il nuovo numero della rivista bimestrale di Era Superba) che ha ospitato una partecipatissima presentazione del pamphlet “Il matrimonio omossessuale è contronatura. Falso!” di Nicla Vassallo, docente di Filosofia teoretica alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Genova. Il testo è un vero e proprio trattato filosofico che, in termini accessibili a tutti, punta a smontare i falsi pregiudizi che vorrebbero escludere, più o meno naturalmente, quello che con termine anglosassone e universale Vassallo definisce matrimonio same-sex. «Una donna che ama una donna e un uomo che ama un uomo – è la tesi di fondo – debbono potersi sposare, se desiderano, e non vi è argomentazione valida contro, sempre che l’eterosessualità non permanga un dogma».
«A differenza di quanto siamo abituati – sostiene Zendrini – il libro non discute di matrimonio sì, matrimonio no, giusto o sbagliato ma affronta con taglio scientifico l’analisi dell’assunto “Il matrimonio omosessuale è contronatura” e presenta una serie infinita di ragioni che lo confutano». Insomma, Vassallo utilizza il “buon ragionare filosofico” perché lo ritiene l’unico strumento efficace per smontare i pregiudizi dall’interno, per farli implodere. «I filosofi anglosassoni – racconta l’autrice – ci stanno proponendo in questi anni definizioni di matrimonio molto più minimaliste rispetto a quelle tradizionali. E allora, che cosa fanno di male le persone omossessuali per non avere diritto a questo tipo di relazione? È una barbarie sotto il profilo umano e civile che, tra l’altro, contrasta con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino».
Fin qui la pars destruens. Ma, anche ammesso che si riuscisse a fare tabula rasa dei pregiudizi, che cosa succederebbe dopo? Il primo passo della pars construens di baconiana memoria, secondo Elvira Bonfanti della Fondazione Cultura di Palazzo Ducale, è la necessità di costruire una nuova tradizione: «Visto che gli omofobi si arroccano dietro alla “tradizionalità” del matrimonio eterosessuale, sostenendo che la tradizione porta con sé elementi positivi (come la caccia alle streghe? le violenze domestiche? i matrimoni coatti? le punizioni corporali inflitte alle donne?), una strada spiazzante e innovativa sarebbe quella di iniziare a costruire una nuova tradizione dei matrimoni same-sex, una tradizione della modernità».
«Nel momento in cui l’Italia dovesse arrivare al riconoscimento legale delle unioni omosessuali – chiosa Laura Guglielmi, direttrice di Mentelocale.it e promotrice del libro di Nicla Vassallo – avremmo finalmente raggiunto la maggiore età, saremmo finalmente un Paese maturo». Perché, in fondo, come ricorda Fulvio Zendrini citando Tennessee Williams: “What is straight? A line can be straight, or a street, but the human heart, oh, no, it’s curved like a road through mountains”.
Simone D’Ambrosio