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Oggi è difficile trovare lavoro e andare in pensione, ma quando si tratta di corpi speciali, come quelli dei vigili del fuoco, le carenze d'organico si fanno sentire in modo davvero pesante
Che oggi non sia esattamente facile trovare lavoro è un dato di fatto. Che non sia facile riuscire ad andare in pensione anche. Ma quando si tratta di corpi speciali, come quelli dei vigili del fuoco, le carenze d’organico si fanno sentire in modo davvero pesante. Fare il vigile del fuoco richiede una certa agilità, un fisico allenato, mente fredda, nervi saldi. Insomma, le prestazioni richieste sono diverse e quando gli anni iniziano a passare essere operativi sul campo può risultare problematico. Eppure per quanto riguarda questo comparto, l’età media è di circa 55 anni su tutto il territorio nazionale, anche se una delle situazioni più critiche viene registrata in Liguria.
Qual è il problema? Fondamentalmente che per ogni 10 pensionati, secondo le decisioni del Governo, possono esserne assunti solo 2. Si capisce quindi come vengano a mancare ben 8 unità. Come si può pensare di mantenere in piedi una caserma con un organico così ridotto all’osso? Non solo, con le nuove normative per il pensionamento anche i vigili del fuoco, come in diversi altri settori, sono costretti a posticipare le richieste, ecco che l’età media si allunga, e in questo campo non è sempre un vantaggio. Certo ci sono le mansioni d’ufficio, ma quello dei vigili del fuoco è un lavoro che richiede presenza sul campo più che compilazione di scartoffie.
Come se ne esce da questo momento di stallo? Difficile spiegarlo. In un momento economico così complesso come quello che stiamo vivendo, anche il solo avere un posto di lavoro è una vera fortuna. Non va dimenticato che ci sono famiglie intere che non riescono a far quadrare i conti a fine mese e che sempre più spesso sono costrette a valutare su Esperto Prestiti o altri portali soluzioni d’emergenza. Ecco perché anche tra i vigili del fuoco non c’è al momento un vero e proprio ricambio. Andare in pensione col minimo significherebbe compromettere la condizione economica familiare, quindi si stringono i denti e si va avanti.
Ma è lo stesso governatore della Liguria, Giovanni Toti, a riconoscere come l’organico nazionale e regionale sia stanco e demotivato e sia quindi necessario trovare delle risorse più opportune.