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Erzelli, realizzato solo il 10%. Ora il nemico si chiama Expo. E la Regione vuole un commissario

Genova prova a far decollare ancora una volta l’ambizioso progetto del Polo Scientifico e Tecnologico sulla collina di Erzelli: una corsa contro il tempo per non farsi superare dalla riconversione degli spazi liberati dall’esposizione universale milanese. Confermati entro l’estate gli arrivi di Esaote e IIT


23 febbraio 2016Notizie

erzelli-siemens-verticaleUna tavola rotonda organizzata per fare il punto della situazione e rilanciare la corsa verso la realizzazione del progetto Erzelli. Nel salone del Consiglio metropolitano ci sono tutti, dai rappresentanti delle istituzioni ai vertici industriali, dai giornalisti ai volti noti della società civile. Si devono serrare i ranghi per riprendere la via perché si è perso troppo tempo e c’è il rischio concreto che competitor importanti rubino la scena, dirottando imprese, cervelli e investimenti. In corsa, infatti, sono entrati gli spazi alla periferia milanese, utilizzati per Expo, ad oggi in attesa di progetti di riconversione per la costruzione di un polo tecnologico. Il quadro della situazione attuale lo traccia Luigi Predeval, a.d. di Genova High Tech s.p.a. (la società responsabile del progetto), che mette sul tavolo le ultime notizie riguardo gli insediamenti aziendali: entro l’estate Esaote prenderà possesso di due piani e anche IIT sposterà alcuni laboratori sulle alture di Cornigliano. Ma non solo: sono attesi trasferimenti di almeno un paio di aziende da Milano e Napoli. Così, entro giugno 2016, il quadro complessivo vedrà la cittadella essere animata da Talent Garden Genova, Hyla, Enginius, Akronos, Alten Italia, 3Enerplus, Dedagroup, Hp, Johnson Controls, Softeco Sismat, oltre a Ericsson, Siemens e i già citati Esaote e IIT.

Realizzato solo il 10% del progetto

Il bilancio di quanto fatto fino ad oggi è abbastanza magro: 3 chilometri di strade di collegamento, che in futuro saranno unite alla nuova strada a mare, e due edifici funzionanti per un totale di 47700 metri quadrati (dove attualmente risiedono Siemens ed Ericsson) sui 408750 previsti. Se la situazione si sbloccherà, entro il 2018 sarà edificato il primo volume residenziale, per poco più di 10 mila mq.
Discorso a parte per quanto riguarda gli spazi dedicati all’Università: progettati assieme ai professori, dovrebbero arrivare ad una quota di 60 mila metri quadrati, suddivisi in dipartimenti (25132 mq), aule e biblioteca (21787 mq), laboratori (20949 mq). Al momento tutto però è fermo, in attesa dell’accordo di programma che, se venisse siglato in tempo utile, potrebbe portare a definizione la trattativa con Cassa Depositi e Prestiti per una possibile espansione residenziale dedicata agli studenti che si materializzerebbe con una costruzione ulteriore per 14 mila metri quadrati.

“Eppur si muove”, come direbbe qualcuno: il progetto, che fece il primo gemito nel 2001, oggi è completato solo al 10%, sospeso tra incertezze politiche ed economiche, entusiasmo e ritrattazioni, come quella dell’ex Facoltà di Ingegneria.

Oggi, però, sul piatto c’è un finanziamento di 125 milioni complessivi messi a disposizione dal governo e la costruzione di circa 116 mila metri quadrati tra residenze e spazi commerciali, garantiti da Cassa Depositi e Prestiti, per fare cassa. Proprio questa variante ha scatenato negli ultimi tempi diverse reazioni stizzite da parte di molte associazioni, Legambiente su tutte.

Doria: «Genova deve smettere di piangersi addosso»

erzelli-porto2I lavori della tavola rotonda vanno avanti, almeno quelli, e il sindaco di Genova, Marco Doria, cerca di sferzare nuovamente la compagine: «Genova e i genovesi devono cambiare mentalità e smetterla di piangersi addosso». E sugli anni persi? «Non dobbiamo prendere decisioni in base alle scelte fatte nel passato, giuste o sbagliate, ma guardare alla realtà di oggi». Il primo cittadino torna sulla polemica della logistica ricordando a tutti che «la collina degli Erzelli non è il Monviso» e che l’amministrazione, assieme a Ferrovie dello Stato, «sta progettando di spostare la stazione ferroviaria di Cornigliano per meglio collegarla con l’aeroporto e la cittadella attraverso una cabinovia a frequenza costante».

Al microfono si alternano in tanti: Carlo Castellano, presidente di Dixet e Genova High Tech, nonché amministratore delegato di Esaote, Luigi Predeval, Alberto Diaspro, Direttore del dipartimento di Nanofisica dell’IIT e il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, in collegamento telefonico da Roma. Presente in sala Edoardo Rixi, assessore regionale allo Sviluppo Economico, che ricorda la sua posizione: «Per questo progetto serve un commissario ad hoc, non possiamo più perdere tempo». Expo, infatti, fa paura: «Siamo più avanti di Milano ma con questo ritmo saremo superati, nonostante si sia incominciato a parlare di Erzelli 15 anni fa».

Tutti sembrano concordi e Paolo Comanducci, magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Genova, non rovina l’atmosfera: «In passato ci sono stati problemi burocratici e logistici, e le nostre posizioni sono state forse pretenziose – ha spiegato – ma siamo un ente pubblico e non possiamo rischiare. Vogliamo spostarci ma facendolo bene e con tutte le garanzie di crescita per la nostra Scuola Politecnica». Via Balbi ha recentemente stornato dal bilancio 6 milioni per questo trasloco «nonostante il calo di iscrizioni stia logorando i conti economici dell’ateneo».

A chiudere il dibattito Alessandro Cassinis, direttore del “Secolo XIX” che ben ha sintetizzato la situazione: «Il progetto è cambiato nel tempo, con accuse di speculazioni e finanziamenti poco chiari; parlandone continuamente, però, si ammazza il progetto. Forse il mio giornale ha troppe volte utilizzato Erzelli per far polemica – ammette – dando lo spazio a tutti: io mi sono impegnato a non dar più notizie inutili e distraenti, soprattutto su quanto legato all’Università. Il giornale vuole e darà spazio alle notizie che possano contribuire a fare passi avanti a questo progetto, e basta».

Lo spettro del dopo Expo

Quindi, ancora una volta, tutti d’accordo: oggi il Polo Scientifico e Tecnologico di Erzelli rimane un investimento fondamentale per il futuro della città, che potrebbe trasformare quella collina, un tempo deposito di container, in un’eccellenza a livello internazionale. IIT ha confermato che nei prossimi mesi trasferirà due laboratori, tra cui quello di robotica, uno dei fiori all’occhiello della ricerca italiana e non solo. Dietro l’angolo, però, lo spettro di Milano: il capoluogo lombardo è sicuramente avversario temibile ma il fatto che oggi ci si senta così minacciati da un’eventuale opera al momento quasi a zero, dopo 15 anni di progetti, accordi, parole e pochi fatti, sembra fanta-scientifico.

Nicola Giordanella


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Commento su “Erzelli, realizzato solo il 10%. Ora il nemico si chiama Expo. E la Regione vuole un commissario”

  1. Mauro Rossi 23 febbraio 2016 at 19:07

    Analisi SWOT dei due progetti sui collegamenti pubblici.
    Secondo voi,
    è meglio realizzare il progetto Gate, con costi pubblici altissimi (oltre 150 Ml. di euro), una nuova stazione ferroviaria a Sestri Ponente difficilmente raggiungibile, che obbliga alla soppressione della attuale stazione di Cornigliano, depotenziando il servizio di TPL su ferro, con il risultato di avere, per tutta la delegazione, solo la nuova stazione di via S. Giovanni d’Acri, lo spostamento della linea ferroviaria dalla stazione di Cornigliano fino alla nuova stazione di Genova – aeroporto, con la demolizione e ricostruzione del cavalcavia di via Siffredi-ferrovia e la demolizione senza ricostruzione della rampa che collega via Albareto con l’aeroporto, la modifica del parco ferroviario dell’acciaieria Ilva (con ulteriori costi), l’utilizzo dell’unico suolo libero rimasto disponibile, che sarebbe invece assolutamente necessario per il contenimento del rischio idrologico e la attenuazione del relativo vincolo urbanistico (ai sensi del Piano di Bacino del torrente Chiaravagna), e la realizzazione di impianti funiviari tipo cabinovia con alti costi di gestione derivanti dall’obbligo di presenza di personale, scarse capacità di trasporto e funzionali, dipendenti dalle condizioni atmosferiche,
    piuttosto che
    il progetto denominato Nuovo nodo infrastrutturale di via Siffredi, con costi molto ridotti (circa 60 Ml. di euro), un nodo di interscambio facilmente raggiungibile, senza nessuna sostanziale modifica dell’assetto ferroviario attuale, compreso il mantenimento della stazione di Cornigliano, cantierabile anche in singoli lotti funzionali (ad es. : la funicolare per gli erzelli può essere realizzata immediatamente, con accesso da via Siffredi, su suolo pubblico e senza interferire con gli edifici industriali privati adiacenti, successivamente potrà essere realizzata la nuova stazione e il people mover per l’aeroporto), con un sistema di funicolari ad alta efficienza, che ne fa un impianto unico al mondo, completamente automatizzato, di ultima generazione (ai sensi del DDL n. 337/2012), che non impegna il suolo libero disponibile per il contenimento del rischio idrologico e che anzi, con la realizzazione di una piastra di copertura di 10.000 mq. ad assorbimento controllato, contribuisce significativamente al contenimento di detto rischio?

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