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L’ultimo giorno di “scuola Doria” finisce senza gavettoni, ma con l’ amaro in bocca per tutti

Un Consiglio comunale a tratti da resa dei conti finale riassume tutte le difficoltà di cinque anni di giunta Doria. Ora la scena passa alla campagna elettorale ma tra due mesi si dovrà per forza ricominciare da dove si è lasciato: Amiu, sul piano tecnico, la costruzione di una maggioranza, di qualunque colore essa sia, su quello politico.


4 maggio 2017Editoriali > Notizie
Il sindaco di Genova, Marco DoriaIl rompete le righe arriva così, un po’ anonimo, con un commiato quasi dovuto da parte del presidente del Consiglio, Giorgio Guerello, e un paio di delibere mandate in archivio dopo quella sull’aggregazione Amiu-Iren. Che, invece, in archivio non ci può andare. In un modo o nell’altro, per la terza e ultima volta nel giro di tre mesi, il sindaco Marco Doria deve abbandonare il suo programma elettorale e il provvedimento che, di fatto, ha tenuto in scacco tutta la giunta da febbraio a questa parte. Si finisce senza dimissioni anticipate con cui forse il primo cittadino avrebbe potuto salvare meglio la faccia a febbraio. Ma, senza ricandidatura, poco importa. E si finisce senza particolari entusiasmi: cinque anni di lavoro, chiusi con un timido applauso dedicato soprattutto agli impiegati della Sala Rossa e con solamente un altro consigliere, il superstite pentastellato Andrea Boccaccio, a ringraziare pubblicamente e indistintamente tutti per il cammino fatto.
Nell’ultimo giorno di scuola, non c’è grande voglia di festeggiare. L’ultima campanella non dà il via libera al classico lancio di gavettoni e, anzi, lascia un po’ di amaro in bocca. A tutti. 
Al sindaco, in primis, oggi doppiamente impallinato: da una maggioranza, di fatto quasi mai tale fin dall’estate 2012, che non ha consentito di discutere e votare nel merito dell’aggregazione Amiu-Iren; da un Partito democratico a cui probabilmente troppo ha concesso nel corso del proprio mandato, ottenendo in cambio solo la garanzia di arrivare, in qualche rabberciato modo, fino alla fine del percorso, e a cui anche ieri ha dovuto cedere alla richiesta di sospensiva.
Al Partito democratico, a cui il sindaco arancione non è mai andato giù più di tanto e che ieri, nella resa dei conti finale, per votare quella che aveva tutti i connotati di una mozione di sfiducia mascherata è dovuto ricorrere alle larghe intese con il centrodestra. Un amaro in bocca che sa anche dell’incapacità di accorgersi che alcune assenze nell’opposizione ieri avrebbero anche potuto aprire spiragli inaspettati in caso di un voto sulla delibera di aggregazione. O, forse, che sa più della rassegnazione di non aver voluto rischiare comunque fino in fondo.
Alla Lista Doria, da subito un po’ troppo snobbata dal proprio sindaco a favore del Pd e che, senza una vera e propria guida, si è quasi sempre spaccata sulle partite più delicate. L’arancione ormai è sfumato, tanto da essere diventato il colore di Toti, prima, e di Bucci poi. Quanto ai “doriani”…per molti di loro, nuove avventure sono di fatto già partite con l’incipiente campagna elettorale.
Ai molti che in questi cinque, lunghi anni, dopo essere stati eletti con Doria, gli hanno voltato le spalle, vuoi per opportunità politica, vuoi per incompatibilità politica, rendendo Genova quasi ingovernabile.
Al Movimento 5 Stelle, che dopo aver sfiorato il ballottaggio nel 2012, è riuscito nell’impresa di perdere per strada quattro dei cinque consiglieri portati in Sala Rossa. Lo stesso candidato sindaco di allora si ripresenta adesso, più per volontà di altri che propria, ma sotto altra effige, con il rischio di doversi spartire voti e posti con chi, invece, è rimasto convinto pentastellato o è uscito dalla scia di Grillo per evitare di sostituire l’urna con la toga.
Al centrodestra che, se veramente riuscirà a conquistare per la prima volta il trono di Palazzo di Tursi, si troverà immediatamente a fare i conti con l’enorme patata bollente di Amiu e con le promesse di Marco Bucci di voler mantenere al 100% l’azienda nelle mani dei cittadini ribaltando di fatto l’assioma privatizzazione-centrodestra, gestione pubblica-centrosinistra. Un amaro in bocca che sa anche di compattezza comunale molto complicata, a differenza di quanto avvenuto finora in Regione, se già alla prima, semplice prova della sospensiva per l’aggregazione di Amiu i fittiani sono andati per contro proprio.
Ad Amiu, certamente, la cui agonia sarà prolungata più o meno fino a fine luglio (poi, si vedrà) e che accusa la giunta Doria di non essere stata in grado di comunicare (sai che novità, verrebbe da dire) davvero a che cosa sarebbe andata incontro l’azienda senza i soldi che in parte sono dovuti per il passato e in parte serviranno per il futuro, cercando invece di accalappiare consenso attraverso un’infruttuosa strategia del terrore.
Infine, ai lavoratori di Amiu, in molti contrari all’aggregazione ma la cui convinzione nella protesta contro la delibera della giunta Doria è andata un po’ scemando col tempo e che adesso dovranno fare i conti con un limbo un po’ preoccupante almeno fino all’estate.
Ora, la scena verrà occupata in tutto e per tutto dalla campagna elettorale, in cui Amiu certamente sarà uno dei temi affrontati ma, c’è da scommetterci, non così tanto nel profondo perché troppe promesse rischiano di diventare un pericoloso boomerang. A luglio ci sarà davvero da sporcarsi le mani e, almeno per il momento, è meglio non mettere il carro troppo davanti ai buoi. C’è chi dice che questo sia stato anche il ragionamento di qualcuno tra le fila del Pd, per cui la scelta un po’ pilatesca della sospensiva sull’aggregazione Amiu-Iren, in fondo, non sarebbe stata un second best, ma un best e basta. D’altra parte, se fosse passata l’aggregazione, la reazione dei lavoratori avrebbe complicato notevolmente la campagna elettorale e rischiato di allontanare troppe simpatie tra chi ci si aspetta che il prossimo 11 giugno vada a votare per Gianni Crivello.
Simone D’Ambrosio

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Commento su “L’ultimo giorno di “scuola Doria” finisce senza gavettoni, ma con l’ amaro in bocca per tutti”

  1. Dave 6 maggio 2017 at 03:43

    Bellissimo articolo

    Rispondere ↓

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