Era Superba magazine online dedicato alla città di Genova. Notizie, inchieste e interviste, video e rubriche di approfondimento

  • Home
  • Notizie
  • Approfondimenti
  • Ambiente
  • La città che cambia
  • Interviste
  • Editoriali
  • Seguici
    • Facebook
    • Twitter
    • RSS Feed
    • LinkedIn
    • Youtube

La Camellia: la “curiosità” botanica di origine orientale

Specialmente nell’Ottocento, aveva un fascino quasi esotico, tanto da essere originariamente coltivata nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta, nelle serre dell’Orto Botanico di San Pietroburgo e da apparire abitualmente nelle sale da pranzo della famiglia Bonaparte


25 Marzo 2013Rubriche > Oltre il Giardino

CamelliaLa storia della prima Camellia da fiore, ad apparire in Europa, è piuttosto curiosa. Si dice infatti che essa sia arrivata in Occidente per errore, confusa con una essenza della varietà sinensis, da sempre coltivata per la produzione del tè. Questa preziosa bevanda orientale viene infatti proprio tratta, attraverso una complessa lavorazione, dalle foglie di questa particolare pianta.
Il genere Camellia (meglio noto come Camelia) appartiene alla famiglia delle Theaceae. In Europa la Camelia è nota ed utilizzata principalmente come pianta da fiore ma nei suoi luoghi di origine, Cina e Giappone, si presenta come un alberello legnoso che supera i dieci Camellia sinensismetri di altezza, molto ramificato, con la corteccia liscia e che produce un legno estremamente duro.
Le foglie delle piante sono lucide, provviste di un corto picciolo di colore verde intenso, glabre ed appuntite. Il fiore è generalmente solitario, si forma sui rami di un anno di età ed è di forma e colore molto variabili.
Venendo alle differenti varietà, la Camellia japonica è originaria dell’Asia, del Giappone e della Corea ed è una pianta a portamento arbustivo che raggiunge anche i sei metri di altezza. Essa è caratterizzata da foglie coriacee, ovali o ellittiche con i margini seghettati, lucide e persistenti.
I fiori si formano alla sommità dei germogli laterali e sono larghi una decina di centimetri circa, di colore bianco, rosa, rosso, porpora e possono essere semplici, White Nundoppi e semidoppi. E’ una specie molto coltivata con numerosissime varietà. Può essere cresciuta, a differenza di altre camelie, all’aperto nelle zone dove il clima è freddo. Fiorisce da febbraio a maggio. Tra le Camellie japoniche, riteniamo meriti ricordare almeno la bellissima “White Nun”, difficile da reperire sul mercato, dai petali bianchi, con il centro giallo ocra.
La Camellia sasanqua è invece una specie che proviene dalla Cina e, a differenza della Camellia japonica, è molto più rustica e fiorisce da novembre a marzo e forma solo fiori semplici di un colore che varia dal bianco, al rosa ed al rosso.
Camellia japonicaLa Camellia reticulata proviene dalla Cina, è semirustica e produce fiori molto grandi ed appariscenti di colore rosa, più o meno intenso, molto più piccoli di quelli delle camelie normalmente diffuse nei giardini.
Una menzione a parte merita poi la già citata Camellia sinensis che sarebbe giunta dall’Oriente in Europa nel diciottesimo secolo, da questa varietà viene infatti ricavato il tè. I fiori di quest’ultima pianta sono bianchi, ma caratterizzati da numerosissimi stami di un colore giallo oro acceso ed intenso. Per arrivare alla preziosa bevanda è però necessario passare attraverso un complesso processo, interamenteCamelia japonica 1 manuale. In particolare, sarà necessario staccare le ultime due o tre foglioline apicali del ramo, quelle in fase di crescita, che dovranno essere poi sottoposte ad una attenta lavorazione, differente per ogni tipo di tè. Quest’ultima si articola sempre in vari e complessi passaggi: essicazione, arrotolamento e fermentazione. Il solo appassire delle foglie non consente infatti di ottenere risultati apprezzabili al gusto: la bevanda ricorderebbe solo molto alla lontana il tè che siamo, oggi, abituati a bere.
In generale, le Camelie non sono difficili da coltivare. Sono piante che devono stare all’aperto, posso resistere in ambiente chiuso solo per brevi periodi, durante la brutta stagione, quando le basse temperature non consentono di farle crescere all’aperto. E’ poi preferibile posizionare la Camelia a mezz’ombra e non al sole diretto, in ambiente umido ed allo stesso tempo ben arieggiato.
Camellia reticulataLa Camelia è, come le azalee ed i rododendri, una pianta acidofila, necessita pertanto di un terreno acido, sciolto, molto ricco di sostanza organica (come ad esempio foglie in decomposizione, aghi di pino, torba, terriccio di bosco, corteccia di pino…) e ben drenato. E’ infatti una pianta che non tollera i ristagni idrici.
Infine, oggi la Camelia è una pianta conosciuta, diffusa ed ampiamente coltivata in giardini (in Liguria è assai utilizzata, grazie al clima mite, anche in “collezioni” in parchi pubblici e storici) e grandi contenitori. In origine, specialmente nell’Ottocento, questa pianta aveva però un fascino quasi esotico (provenendo dall’Oriente) ed “aristocratico” (essendo l’acquisto delle piante molto dispendioso), tanto da essere originariamente coltivata nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta, nelle serre dell’Orto Botanico di San Pietroburgo e da apparire abitualmente nelle sale da pranzo della famiglia Bonaparte.

Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano

Per informazioni: ema_v@msn.com


  • giardini
  • tweet
Potrebbe interessarti anche
  • Verde Comune, una mappa digitale dei polmoni di Genova. Dalla Valpolcevera, il progetto di Municipio e Open Genova
    Verde Comune, una mappa digitale dei polmoni di Genova. Dalla Valpolcevera, il progetto di Municipio e Open Genova
  • Pegli, Villa Durazzo Pallavicini riapre al pubblico dopo il restauro
    Pegli, Villa Durazzo Pallavicini riapre al pubblico dopo il restauro
  • Il  vigneto-giardino di Amastuola in Puglia: una vera opera d’arte
    Il vigneto-giardino di Amastuola in Puglia: una vera opera d’arte
  • Progettare un giardino, i consigli per un’illuminazione bella e funzionale
    Progettare un giardino, i consigli per un’illuminazione bella e funzionale
Altri articoli di questa categoria
  • Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
    Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
  • La paura di scivolare e finire chissà dove
    La paura di scivolare e finire chissà dove
  • Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
    Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
  • La bugia a cui non si può fare a meno di credere
    La bugia a cui non si può fare a meno di credere

Lascia un Commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Libri

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

Ludovica Squadrilli ci racconta come si possano intrecciare socialità e impegno civico
‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

Editoriali

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Cosa è cambiato in questi anni, e cosa è rimasto uguale: decine di viadotti arrivati a fine vita, per i quali "manca solo la data del decesso"
Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Genova Anno Zero: Ponte Morandi

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

A cinque anni dal crollo la città è ancora sotto l’ipnosi di una rinascita che non c’è
Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Ne demolissero altri cento

Ne demolissero altri cento

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Seguici su Twitter e Facebook

Tweets von @"Era Superba"

Archivio Articoli

Era Superba - Copyright © 2025 | Codice ISSN 2281-471X
  • Contatti
  • Redazione
  • Privacy
  • Archivio Rivista