Lo sapevate che Boston è la città più britannica degli USA? Anche dal punto di vista della pronuncia... Scopriamo la suddivisione degli accenti inglesi in rhotic e non-rhotic
Tra le possibili categorizzazioni degli accenti inglesi, particolarmente rilevante è la suddivisione tra rhotic e non-rhotic. Il primo dei due gruppi contraddistingue gli accenti, tra i quali il General American (o GA), che pronunciano il fonema /r/ a fine parola o sillaba tra un suono vocalico e uno consonantico. Al contrario, i parlanti del secondo gruppo, tra i quali coloro che pronunciano seguendo la Received Pronunciation britannica, non pronunciano il fonema /r/ nei casi appena menzionati e rappresentano quindi la categoria dei non-rhotic accents.
Succede così che la parola art (“arte”) venga letta come: /ɑːt/ dal gruppo di speaker non-rhotic e come /ɑːrt/ dai parlanti appartenenti agli accenti rhotic.
La stessa differenza è riscontrabile alla fine o all’interno di parole quali: car (“macchina”), hard (“duro”, “difficile”), park (“parco”), lark (“allodola”), artificial (“artificiale”), Parliament (“Parlamento”), Barbican (una stazione della metropolitana di Londra)… Potremmo andare avanti all’infinito.
Relativamente al contrasto rhotic vs. non-rhotic esistono poi all’interno di Gran Bretagna e Stati Uniti dei casi specifici. Per quanto la Received Pronunciation rappresenti infatti la pronuncia di riferimento del British English, l’accento scozzese è invece classificato come rhotic. Se ascoltate con attenzione un discorso di Alex Salmond, leader dello Scottish National Party, noterete quanto sia forte l’elemento rhotic nella sua pronuncia.
A proposito, come già accennato qualche settimana fa, le lancette corrono verso l’autunno del 2014, quando la Scozia potrebbe dichiararsi indipendente in un referendum sull’eventuale distacco dalla corona britannica. Non è mia intenzione schierarmi per lo yes o per il no, ma sicuramente una notizia che dovrebbe confortare tutti è che in testa alla sua agenda Salmond ha inserito, nell’eventualità di una Scozia indipendente, l’abolizione delle armi nucleari, la cui presenza nel mondo incombe come una pistola continuamente puntata sulle nostre teste. E’ una benedizione che un politico influente prenda un’iniziativa di questo tipo e non è una coincidenza che alcune organizzazioni per il disarmo nucleare abbiano scelto proprio Edinburgh come sede dei loro incontri annuali già dal 2013.
In maniera specularmente opposta al caso scozzese, l’accento di Boston vede l’assenza di /r/ nella coda di una sillaba o alla fine di una parola, sebbene il General American, ovvero lo standard americano, sia un accento rhotic. Forse non è un caso che per esempio proprio la città della mitica squadra di basket dei Celtics (nome che rimanda alle originarie popolazioni della Britannia, ovvero i Celti) sia considerata la più europea (e britannica) degli Stati Uniti.
Vale la pena a questo punto spendere qualche parola a proposito delle differenze regionali (quindi a livello geografico, non sociale) dell’American English. Si distinguono tre varietà regionali: Southern, che dal Maryland copre la East Coast verso sud, per arrivare alla Florida, e verso sud-ovest fino al Texas; Midland, un’area molto ampia che si estende dalla Pennsylvania alla Virginia, passando per Ohio e Illinois fino alla West Coast; Northern, che tocca il Montana, North Dakota, gli stati dei Grandi Laghi e raggiunge il Maine.
Tuttavia, è opportuno sottolineare che a differenza delle notevoli diversità di pronuncia e vocabolario che si riscontrano su uno spazio tutto sommato limitato quale la Gran Bretagna, l’inglese americano appare assai più omogeneo.
Daniele Canepa
[foto di Diego Arbore]