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I giovani amministratori comunali liguri si sono riuniti al Salone delle Identità Territoriali per fare il punto sull’attività svolta e nominare il nuovo direttivo
La sezione ligure di Anci Giovane si è riunita ieri (23 novembre, ndr) per nominare il nuovo direttivo. Un’occasione per incontrare e conoscere i giovani politici della nostra regione, per ascoltare progetti e ambizioni dell’organizzazione, in un momento storico dove il ricambio generazionale nella politica è un’esigenza condivisa.
Sono più di 400 i sindaci, assessori e consiglieri comunali liguri under-35, circa un 20% del totale degli amministratori comunali della regione. Si tratta di una percentuale inferiore alla media nazionale, ma non poteva essere diverso in una regione che conta il maggior numero di anziani in Italia. La parità di genere, inoltre, è ben lontana dall’essere raggiunta. Solo un 10% circa dei giovani amministratori è donna. Nicoletta Merlo, assessore comunale di Campo Ligure, confessa però di sentirsi «più discriminata come giovane che come donna». Il rispetto e la credibilità di un amministratore sono ancora irrimediabilmente collegati all’età anagrafica della persona e all’idea che solo chi ha passato una vita intera in politica possa essere davvero competente.
E invece si tratta di un pregiudizio, spesso smentito dai fatti. Come afferma Nicola Chionetti, coordinatore nazionale Anci Giovani, «è fittizia la distinzione tra giovani e meno giovani amministratori. Abbiamo tutti le stesse identiche responsabilità». Gli fa eco Marcello Napoli, attuale coordinatore Anci Giovane Liguria, ricordando come molti consiglieri poco più che ventenni abbiano dovuto gestire l’emergenza alluvione del 2011: «a loro è spettata la difficile decisione di abbattere edifici pericolanti». Si tratta di scelte difficili che impongono la capacità di assumersi delle responsabilità, un coraggio che spesso manca anche ai politici più navigati.
La sezione Ligure dell’Anci Giovane è stata creata nel luglio 2010 e nella sua breve attività ha già ottenuto importanti risultati. Dopo un inizio burrascoso, con le dimissioni del suo primo coordinatore Luca Martino (Lega Nord), i ragazzi dell’associazione sono riusciti a far ripartire l’organizzazione. La più grossa soddisfazione, racconta Napoli, è legata alla partecipazione all’assemblea nazionale dei giovani amministratori nel dicembre 2011. In quell’occasione la delegazione ligure è stata l’unica a presentare un documento programmatico, una proposta scritta per l’introduzione di un’accisa sulle telecomunicazioni. L’idea era quella di creare un’accisa di un centesimo su telefonate e sms per creare un fondo di compensazione da ridistribuire sul territorio in base ai livelli di inquinamento elettromagnetico. La proposta è stata recentemente presentata anche in Parlamento e, benché non abbia avuto seguito, ha rappresentato un importante successo per i nostri giovani amministratori. «E’ questo il senso dell’Anci» conclude Napoli.
Per il futuro l’obiettivo è quello di “fare rete” per cercare di creare la massa critica necessaria per poter incidere davvero sulle scelte delle politica nazionale. «Le amministrazioni locali – afferma Chionetti – dovrebbero essere prese più sul serio dai livelli istituzionali superiori», per due ragioni essenziali: «ci mettiamo la faccia e a livello di riduzione della spesa pubblica avremmo qualcosa da insegnare».
Lodevole è anche l’impegno dell’Anci Giovane, ribadito dallo stesso coordinatore nazionale, a “non parlarsi addosso” e di cercare invece di creare delle sinergie e dei rapporti proficui con il mondo giovanile del lavoro e delle associazioni di categoria (Confindustria, Confartigianato, ecc.). In questo momento di crisi si sente un forte bisogno di progettualità diretto soprattutto alle nuove generazioni, alla ricerca di un modello virtuoso che possa portare istituzioni locali, aziende e lavoratori a collaborare per generare nuova occupazione e garantire un futuro migliore ai giovani.
Ma la riunione era stata convocata soprattutto per una ragione, nominare il nuovo direttivo dell’associazione. Ed ecco riaffiorare quelle pratiche da vecchia politica che sembravano essere state spinte via lontano durante tutta la prima parte dell’incontro. Si discute sui 18 nomi da inserire nella lista del direttivo, destra e sinistra si dividono, ma fa parte del gioco. Ciò che lascia rammaricati è soprattutto il fatto che alcuni politici “senior” – ben sopra i 35 anni – abbiano sentito il bisogno di interferire sull’andamento delle trattative, come se da loro potesse pervenire una qualche lezione di buona gestione dei conflitti.
La lista che viene elaborata dopo una lunga discussione rappresenta la perfetta applicazione delle più classiche logiche spartitorie: 9 membri per il centro destra e 9 per il centro sinistra. Ma quanto incide allora l’impegno di chi con fatica ha fatto funzionare l’associazione? È forse una variabile ininfluente? Ecco qual è l’ennesimo buon insegnamento per noi giovani.
Federico Viotti
[foto di Daniele Orlandi]