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Borgoratti, via Bocciardo: famiglie ancora fuori casa

Oggi in consiglio comunale interrogazione del consigliere Paolo Gozzi (Pd). Dal dicembre 2011 sei nuclei famigliari non hanno più potuto far ritorno nelle proprie abitazioni


11 Settembre 2012Notizie

box via bocciardoUn’interrogazione a risposta immediata del consigliere Paolo Gozzi (Pd) porta all’attenzione di Giunta e Consiglio comunale una situazione dolorosa e disperata «figlia di un indiscriminato consumo del territorio che ha raggiunto, in questa città, livelli non più sostenibili». Parliamo della vicenda che ha coinvolto gli abitanti del civico 1 di via Bocciardo a Borgoratti, costretti fuori casa ormai da 9 mesi.

All’alba di domenica 4 dicembre 2011 sei famiglie sono costretti a lasciare le proprie abitazioni a causa di un evidente cedimento dell’intero stabile, costruito nel 1911, dovuto ad un notevole scivolamento a valle di materiale terroso, staccatosi dal pendio del cantiere sottostante incidente su via Tanini 1, aperto nel 2009 per la costruzione di un centinaio di box interrati. «Già nei mesi precedenti vi erano state avvisaglie – inascoltate – di grosse problematiche, quali fessure e crepe apertesi improvvisamente nei muri e nella strada, o difficoltà per gli abitanti dello stabile nell’aprire e chiudere le finestre e le porte di casa», spiega il consigliere Pd.

Dal 4 dicembre le sei famiglie «fra cui anche bambini e una coppia di novantenni – di cui uno, deceduto la scorsa settimana, non più tornato nella casa in cui è nato e cresciuto – sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni e a trovare sistemazione altrove: i più fortunati a casa di amici e parenti, gli altri a proprie spese», sottolinea Gozzi

Da allora è iniziato un periodo di disagio e ancora oggi il cantiere ed il palazzo non sono stati messi in sicurezza «con la conseguenza che le sei famiglie devono continuare a vivere fuori dalle proprie abitazioni, senza tempi certi riguardo un possibile ritorno, con evidenti difficoltà organizzative, economiche, sociali – continua Gozzi – Tutto ciò nonostante che già il 13 dicembre un’ordinanza del settore protezione civile e pubblica incolumità del Comune di Genova ordinasse alla ditta costruttrice di pervenire entro 30 giorni alla messa in sicurezza del cantiere, e quindi dello stabile: in caso di omissione, il Comune avrebbe provveduto d’ufficio con spese a totale carico del responsabile del crollo».

Nulla, però, è stato fatto e, come ricorda il consigliere Pd «nel frattempo è intervenuta la sentenza del Tribunale civile, che conferma la responsabilità solidale di committenti e impresa. Nell’occasione, l’opinione del CTU segnala movimenti costanti dello stabile anche dalla parte opposta a quella dello scavo: insomma, una situazione di pericolosità costante che vede aggravarsi la propria situazione di giorno in giorno. La sentenza segnala, inoltre, la necessità di pervenire alla messa in sicurezza nei prossimi mesi, per poter garantire un pieno recupero prima che la situazione degeneri e si faccia irreversibile».

Si tratta di «una situazione che, ogni giorno di più, manifesta tutta la sua gravità ed insostenibilità, in quanto lesiva della dignità e dell’esistenza di sei famiglie che da nove mesi vivono nell’incertezza più totale e che, soprattutto in questa stagione, guardano con apprensione ad ogni evento meteo potenzialmente devastante per la propria abitazione», ribadisce Gozzi.

Per questo il consigliere Pd vuole sapere se si stanno svolgendo i doverosi monitoraggi costanti della situazione e, nel caso, chi li sta svolgendo e garantendo, ed esigere che si possa pervenire al più presto ad un cronoprogramma di interventi che garantiscano la messa in sicurezza dello stabile, e possano prevedere una possibile data di rientro per le sei famiglie».

Ha risposto l’assessore con delega all’Edilizia privata, Francesco Oddone «Per me è stato il primo caso di parcheggio interrato che genera enormi criticità con cui mi sono dovuto confrontare – spiega Oddone – Parliamo di un intervento privato su un terreno privato quindi, per l’amministrazione pubblica, è difficile intervenire. La responsabilità del Comune è stata quella di rilasciare, a suo tempo, il permesso a costruire. Inoltre, trattandosi di un’area soggetta a vincolo idrogeologico, anche la Provincia ha dato il suo assenso. Per altro bisogna sottolineare che le autorizzazioni sono state ritirate dopo il tragico evento del dicembre scorso».

«Oltre al procedimento civile, promosso dagli abitanti e conclusosi con la condanna dell’impresa costruttrice – continua Oddone – è stato aperto anche un procedimento penale. L’azienda sostiene di aver eseguito i necessari interventi di messa in sicurezza mentre i condomini di via Bocciardo 1 affermano il contrario. Il problema è che si tratta di una diatriba tra soggetti privati. Comunque l’amministrazione vuole essere parte attiva nella vicenda – assicura l’assessore – Garantiremo i necessari monitoraggi e ci impegneremo affinchè al più presto le 6 famiglie possano fare ritorno nelle proprie abitazioni».

 

Matteo Quadrone


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