Dopo un iter travagliato partito nel 2008, con cambi societari, fallimenti, rallentamenti, la fine dei lavori e l'inaugurazione delle nuove stazioni ferroviarie oggi è prevista per dicembre 2013. Miraggio o realtà? Un tour nei cantieri di Brignole e Principe
Un iter burrascoso e travagliato, quello che riguarda i lavori di ristrutturazione delle due principali stazioni genovesi, Brignole e Piazza Principe. I lavori hanno preso il via il 4 dicembre 2008: “Appalto integrato per lavori di riqualificazione ed adeguamento funzionale degli edifici di stazione e delle opere infrastrutturali complementari”, questa la dicitura esatta relativa agli interventi previsti, oltre che nei due poli genovesi, anche nelle stazioni di Milano Centrale e Torino Porta Nuova. L’importo totale? 57 milioni 183 mila 497,17 euro.
Il progetto è finanziato e coordinato dal gruppo Grandi Stazioni, società di servizi controllata al 60% da Ferrovie dello Stato Italiane e al 40% da Eurostazioni SpA, incaricata di riqualificare le 13 principali stazioni ferroviarie italiane e ridare lustro a stazioni ottocentesche, dotandole di infrastrutture e impianti adeguati al ventunesimo secolo: oltre a Genova, Milano Centrale, Torino Porta Nuova, Venezia Mestre e Venezia S. Lucia, Verona Porta Nuova, Bologna Centrale, Firenze S. Maria Novella, Roma Termini, Napoli Centrale, Bari Centrale, Palermo Centrale. A Genova, oltre alle due citate, era inizialmente previsto anche un programma per la riqualificazione della stazione di Sampierdarena, mai attuato.
Dopo varie vicissitudini e proroghe, la data di fine lavori nelle stazioni di Genova è stata fissata per il 27 dicembre prossimo: altri 3 mesi dopo l’ulteriore ed ennesima proroga –datata settembre 2013-. Pensare che originariamente –e ingenuamente- si era parlato di ottobre 2011. Poi, le emergenze archeologiche a Principe, che avevano spostato la dead line a marzo 2012. Poi è degenerato tutto. Adesso è valido il termine di fine 2013, ma si tratta di una probabilità concreta o piuttosto di un miraggio, una chimera, una bufala?
I lavori, a cura degli architetti Marco Tomino, Massimo Antonelli e Lorenzo Pagnoncelli rispettivamente per la parte architettonica, strutturale e impiantistica, sono seguiti dalla ditta Guerrato SpA, impresa appaltatrice. All’apertura dei cantieri i lavori erano stati affidati da Grandi Stazioni ad una ATI (Associazione Temporale di Imprese) con capofila, all’epoca, Dec: impresa barese attiva nel campo delle costruzioni civili sia pubblico che privato che, dopo essersi aggiudicata l’appalto, era andata incontro a difficoltà economiche e legali (una vertenza giudiziaria a suo carico per l’inadempienza nel pagamento degli operai, che aveva costretto alla cassa integrazione in deroga per i 22 lavoratori della Dec e avvio della procedura per recuperare gli stipendi non pagati dal gennaio 2012), che l’avevano portata a fuoriuscire dalla ATI. Il percorso non è stato breve e indolore: nell’aprile 2012 l’accordo per la risoluzione del contratto e l’uscita della Dec, con subentro della Guerrato SpA di Rovigo in funzione di capofila, affiancata da Sacim, in amministrazione straordinaria.
Già all’interno dell’ATI originaria, la Guerrato era all’epoca l’unica azienda solida in grado di assumersi questo compito e di favorire questo passaggio, evitando all’amministrazione di riemettere un nuovo bando europeo (con un ulteriore slittamento dei lavori a fine 2014-metà 2015). Dopo la crisi di Dec, il tracollo: i lavori avevano subito uno stop di molti mesi deciso dalla società Grandi Stazioni, cui mancavano le garanzie necessarie sulla stabilità delle aziende coinvolte; per le aziende in subappalto (una ventina) c’erano da pagare circa 2,6 milioni di lavori arretrati. Fortunatamente il peggio è stato scongiurato e i cantieri sono stati riavviati nell’agosto 2012 (anziché a maggio, come previsto), con l’accordo siglato a luglio dall’allora Assessore ai Trasporti Enrico Vesco e il responsabile di Grandi Stazioni. I lavori sono, però, ripresi a pieno regime a partire dal mese di ottobre.
Sindacati e Regione, inoltre, si erano accordati per far ottenere i pagamenti arretrati ai lavoratori e per mantenerne l’impiego. Alla fine, il tutto si era risolto con la cassa integrazione per 19 operai, la corresponsione di arretrati e contributi, la riassunzione con contratto a termine offerto dalla Guerrato (a scadenza a luglio 2013 per una parte dei lavoratori, e dicembre 2013 per altri).
Ad oggi, tuttavia, i lavori non sembrano avviarsi verso la fine. Il termine di fine lavori fissato entro dicembre 2013 non sembra credibile e tutto fa pensare che la ditta non riuscirà a rientrare nei tempi previsti. I lavori a Brignole e Principe, seppur “separati”, non possono che procedere in parallelo. Oggi basta fare un giro all’interno o nei pressi delle stazioni (come capita quotidianamente ai tanti pendolari, o in generale ai molti utenti ferroviari) per rendersi conto dello stato reale dei fatti.
Ma qual è il motivo di questi rallentamenti? Eppure 57 milioni (e “spiccioli”) di euro sono già stati finanziati e ci dovrebbe essere tutto l’interesse per portare a termine quello che è stato iniziato. Supposizioni e voci non ufficiali adombrano la seguente spiegazione:
Dopo il caso Dec, con sue le ambigue vicende giudiziarie, la colpa dei rallentamenti sulla tabella di marcia e delle mancanze sotto il profilo organizzativo erano state attribuite alla ditta pugliese, “colpevole” della cattiva gestione dei lavori. Ma anche dopo il passaggio alla gestione della Guerrato SpA la situazione non è cambiata di una virgola e la lentezza resta endemica, la Guerrato potrebbe quindi decidere di allungare ancora oltre, fino a trovare ditte disposte a entrare nel progetto e prendere in subappalto i lavori scaricando gli oneri finanziari sulle subappaltatrici sgravandosi dal pagamento della penale per il ritardo sui tempi previsti. Per il momento non è dato sapere se si tratta di argomentazioni fondate o di semplici illazioni: solo nei mesi prossimi si avrà il responso.
Nei cantieri, intanto, alcuni operai ironizzano: «Chiusura del cantiere nel 2013? Più probabile 2033. Qui i lavori non finiranno mai. All’inizio eravamo in 40 operai, attivi solo in questo cantiere; adesso siamo stati dimezzati e siamo in 40 in tutto, tra Brignole e Principe. Come si può pensare di riuscire a finire tutto il lavoro che ancora c’è da fare in pochi mesi? Impossibile pensare di compensare ora tutte le mancanze che ci sono state in questi anni».
Per non parlare del problema dei continui licenziamenti e dello spettro della cassa integrazione. L’anno scorso molti operai sono stati mandati in cassa integrazione per oltre un anno; di recente altri sono stati licenziati e a fine novembre, a quanto apprendiamo, toccherà ad altri ancora.
Gli operai in larga parte sono assunti tramite contratti a termine fatti tramite agenzia interinale che vengono rinnovati di mese in mese, o di 3 mesi in 3 mesi. Stando alle voci che circolano in cantiere, alla scadenza del contratto prevista per fine novembre dovrebbero arrivare i licenziamenti e ad alcuni colleghi sarebbe stato dato il benservito non più tardi della settimana scorsa. Inoltre… «Siamo troppo pochi e non riusciamo a lavorare, non si riesce a procedere».
A rilento e in ritardo, è vero. Ma pian piano qualcosa si è pur mosso. Dentro alla stazione di Brignole da qualche mese i lavori per la ristrutturazione della pavimentazione del sottopasso sono terminati, e l’impressione generale è migliorata (anche se a uno sguardo più attento si nota che il cantiere si è spostato dal corridoio all’ingresso, a ridosso della porta). Di Principe, purtroppo, non si può dire lo stesso e ancora il cantiere all’interno della stazione crea disagi ai viaggiatori e scompiglio generale.
A Principe, comunque, sono già stati consegnati ai commercianti alcuni esercizi; inoltre, ultimati i nuovi uffici della Polizia Ferroviaria e rinnovata la parte impiantistica. A Brignole, pronto il nuovo Palazzo della Centralina di Controllo, che ospita il centro tecnologico di controllo Rfi. In entrambe le stazioni, a posto anche i pannelli di indicazione dei binari e gli schermi informativi, con buona pace di tutti i viaggiatori (o quasi).
Ancora, entro la primavera del 2014, la consegna delle due aree di parcheggio a Principe e Brignole (qui i lavori, seguiti da ditte subappaltatrici, hanno subito ritardi a causa di un contenzioso con gli occupanti dell’area, mentre a Principe lo scavo è già stato fatto e i lavori sono iniziati), gli unici lavori che davvero sembrano proseguire di buona lena: ancora una volta il business dei parcheggi si rivela leader nel settore dell’edilizia.
Il tunnel di collegamento fra la stazione ferroviaria e la metro a Principe (non previsto a Brignole) era dato per ultimato nei primi mesi del 2014, ma ancora non si sa se si resterà nei tempi. E poi, le “rifiniture” varie: oltre all’ultimazione di impianti, centrali elettriche, anche il restyling del sottopasso di Principe, la costruzione di nuove biglietterie (a Principe, a destra dell’attuale; a Brignole, al posto dell’edicola e del tabacchino) e centri commerciali. A Principe si punta soprattutto su servizi essenziali come ristorazione, edicole e tabacchi, mentre a Brignole sarà allestita una più grande area commerciale, e si presume saranno ospitati anche grandi brand come Calzedonia o Benetton, per rendere la stazione genovese più simile a quelle delle principali città italiane.
Elettra Antognetti
[foto dell’autore]