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I “cacciatori di piante”: dopo il furto della rarissima ninfea a Londra, un excursus fra i ladri più celebri di sempre

Estintasi in natura nel 2008 e senza prezzo sul mercato, è frutto di ricerche decennali e di avventure rocambolesche per ottenerne i semi


7 Novembre 2014Rubriche > Oltre il Giardino

JY0C3858.jpgGiovedì 09 gennaio 2014 è una data qualsiasi, tranne nel mondo della botanica e nei più famosi giardini e centri di ricerca internazionali. Ai celeberrimi Kew Gardens di Londra è stata infatti rubata, nonostante la grandissima attenzione riservatale e le notevoli misure di sicurezza, la più rara ninfea esistente sul Pianeta. La Nymphea Thermarum è una pianta minuscola, particolarissima, rarissima, completamente estinta in natura, dove è stata vista in vita ed allo stato spontaneo, per l’ultima volta, in Rwanda nel 2008. La sua riproduzione in cattività ha richiesto enormi sforzi, grandi investimenti economici ed è riuscita, dopo un lungo processo, partendo da alcuni suoi semi, faticosamente recuperati dopo rocambolesche avventure.

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Il mondo delle piante rare è una realtà a sé, fatta di collezionisti disposti a sborsare cifre inimmaginabili pur di possedere varietà esclusive o uniche, di scambi tra appassionati di semi e talee, di viaggi ai confini del Pianeta, sulle vette Hmalayane, nei deserti e nelle foreste tropicali, di corruzione e di amicizie altolocate.

3Tra competizioni dissennate e grandi rischi personali, il celebre “cacciatore di piante” Hooker importò, ad esempio, clandestinamente in Gran Bretagna ben 7.000 specie rarissime, tra cui 25 spettacolari rododendri giganti. Tutto questo dopo una spedizione di due anni sulle vette tibetane e dopo essere stato imprigionato, per questi reati, dal Re del Sikkim. Alcuni appassionati ed avventurosi esploratori vennero addirittura uccisi a colpi di rivoltella, altri espulsi da alcuni Paesi come spie con il divieto assoluto di rientrarvi in futuro. La stessa smodata passione per i tulipani si basò, nel Seicento, sul furto reiterato (e quasi “autorizzato”) di rarissimi, e allora semi ignoti, bulbi dal giardino di Leida del famoso botanico di nome Carolus Clusius. Essi erano stati, a loro volta, generosamente concessi, nell’ambito di delicate trattative internazionali, a diplomatici stranieri da altolocati membri della Corte Ottomana.

Nymphaea thermarum water lilyGli stessi Kew Gardens pagarono, nel 1876, la favolosa somma di ben settecento sterline a Henry Wickham per migliaia di semi dell’albero della gomma che egli aveva sottratto nelle foreste amazzoniche. In Brasile, per questi reati, egli venne ribattezzato il “Principe dei Ladri” e persino il “Carnefice dell’Amazzonia”. Pochi anni dopo, lo stesso Wicham venne però poi investito di un Cavalierato dal Re Giorgio V per “i servizi resi all’industria della gomma”…

Il paradosso è che certe specie rarissime, quasi estinte in natura e di immenso valore sul mercato (gli esperti hanno valutato che se si vendessero le piantine della Ninfea rubata a sole 5 sterline l’una, a fronte di richieste di svariate migliaia e migliaia di domande, si ricaverebbero profitti milionari), queste stesse non hanno quasi tutela nei loro Paesi di origine. Ad esempio, vi sono sulle Ande Peruviane orchidee rarissime e quasi scomparse nel loro habitat naturale, a tutt’oggi prive di ogni salvaguardia. Se qualcuno provasse a toccarle per riprodurle e salvarle dall’estinzione certa ed imminente sarebbe subito incarcerato, tuttavia i coltivatori locali possono, bruciando i loro campi, distruggere, rimanendo completamente impuniti, gli ultimi preziosi esemplari esistenti.

JY0C4048.jpgUn appassionato scienziato dei Kew Gardens, tanto dedito da aver coltivato una Zanthoxylum Paniculatum delle Mauritius, unico esemplare rimasto su tutto il Pianeta, per ben ventotto anni senza che producesse mai un solo frutto, trae, di fronte all’interlocutore incredulo e che non comprende fino in fondo il problema, queste conclusioni.
Per poter capire, egli precisa, servono attenzione e grande sensibilità: ciascun cromosoma è una lettera, ciascun gene una parola, ciascun organismo vivente è un libro. Ogni pianta che si estingue contiene parole che sono riportate solo in quel dato “libro vegetale”. La maggior parte delle scienze mediche, di grandi scoperte tecnologiche e farmacologiche derivano proprio dalle piante. Ogni varietà che muore, ogni “libro” che si perde ed ogni linguaggio che viene meno implica perciò il perdersi di un senso delle cose che non sarà mai compreso. Stiamo quindi “bruciando”, con la dissennata distruzione di molte specie vegetali (ed animali), intere biblioteche di volumi sulla Natura che nessuno potrà mai più scrivere. Ed infine e più prosaicamente come avrebbero potuto esistere i testi di Shakespeare senza le rose o i quadri di Monet senza le ninfee?

Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano

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Per informazioni: ema_v@msn.com


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