Una provocazione lanciata su Internet per contrastare lo "spopolamento turistico" e valorizzare il borgo di Levante: il Comune chiede i danni
Donne che fanno lap dance sulla passeggiata a mare, negozi trasformati in rinnovati bordelli, fotomontaggi che associano luoghi reali a contesti a luci rosse. No, non è l’ennesimo sito vietato ai minori che contribuisce al traino di sorte e bilancio di Internet.
Camogli paese del sesso è un’iniziativa, volutamente provocatoria, nata da alcuni cittadini che hanno osservato con dispiacere lo “stagionale spopolamento turistico” del borgo di Levante e hanno voluto realizzare un prodotto che attirasse l’attenzione di cittadini, esercenti e istituzioni per trovare nuove idee e proposte volte a valorizzarlo maggiormente.
“Hai mai visto Camogli d’inverno? Come non far morire Camogli?” sono le due domande che si è posta la redazione del blog e dalla quale tutto è partito.
Abbiamo posto loro alcune domande, per capire lo sviluppo del progetto e la reazione dei cittadini. “Abbiamo creato la storia della legalizzazione della prostituzione per attrarre turismo anche in bassa stagione. E’ un paradosso, un’idea estrema ed impraticabile, folle, ma grazie a essa nelle ultime settimane il paese ha ottenuto un risalto mediatico come mai negli ultimi anni. Volevamo partire da qui per creare un contenitore di proposte, suggerimenti, idee per riqualificare e valorizzare Camogli“.
L’iniziativa tuttavia ha avuto vita breve: al momento i contenuti del blog sono stati rimossi, perché il Comune non ha accolto bene l’iniziativa e ha intrapreso azioni legali. “L’amministrazione comunale non ha colto la provocazione, hanno guardato il sito “Camogli Paese del Sesso” solo a un livello superficiale, vedendo solo l’immoralità di donne poco vestite in abiti succinti in giro per Camogli e la dissacrazione dei suoi simboli, anche se in realtà il messaggio che si voleva lanciare era un altro“.
Al di là di questa situazione, cosa ne pensano i camogliesi? “Molti cittadini ci hanno contattato, ci sono commercianti che chiedono un restyling ironico della loro bottega e cittadini che ci sostengono contro la reazione particolarmente avventata di sindaco e vicesindaco“.
In attesa di conoscere gli sviluppi dell’azione legale, il blog si è fermato e i suoi fondatori chiedono un dialogo con pubblica amministrazione, cittadini e chiunque voglia contribuire per adempiere a quello che era lo scopo iniziale del progetto: trovare idee e proposte per riqualificare Camogli. Sul web sono nate iniziative spontanee, come l’hashtag #siamotuttikatia creato su Twitter dai lettori e una pagina Facebook molto attiva. Chi vuole contattare direttamente la redazione del blog può inviare una mail a intimamentekatia@gmail.com.
Marta Traverso
[foto di Daniele Orlandi]