La Città Vecchia e gli spazi verdi, un binomio difficile. La cittadinanza chiede da anni il recupero di preziosi spazi pubblici: il Comune prova a rispondere con i giardini di Strada Nuova e un gruppo di studenti volontari con i “Giardini di Babilonia”. L'articolo integrale su Era Superba #58
Il centro storico di Genova, nella sua innegabile bellezza, soffre di una eccessiva densità di costruzioni e della carenza di giardini pubblici godibili. Le aree presenti sono spesso frammentate, di piccole dimensioni ed incastonate in mezzo ai palazzi, oltre che in molti casi soggette a scarsa manutenzione, quando non ignorate e chiuse alla cittadinanza.
Vogliamo raccontare in quest’articolo due progetti diversissimi fra loro, a partire da chi li ha promossi e messi in atto, che però hanno in comune se non altro, almeno nelle intenzioni dei protagonisti, il fine di restituire alla città vecchia preziosi spazi pubblici: i giardini di Strada Nuova e le zone di verde fra la Facoltà di Architettura e piazza di Santa Maria in Passione, cuore della collina di Castello, una parte delle quali conosciuta come “Giardini di Babilonia”.
Avevamo già toccato in passato la questione relativa all’apertura dei giardini di Strada Nuova, un ottimo investimento in termini di offerta turistica e vivibilità del centro storico che si ritroverebbe finalmente con uno spazio verde di grande pregio a pochi passi dalle abitazioni. L’ostacolo principale sono i probemi di sicurezza e i conseguenti costi di adeguamento per la parte dei giardini di competenza del Comune con accesso da Palazzo Tursi, mentre l’altra parte, quella adiacente a Palazzo Bianco, è esclusivamente a beneficio del polo museale, in quanto giardini “storici” e di pertinenza dei Musei di Strada Nuova.
Tuttavia, all’interno del Programma Operativo Regionale, sono stati attribuiti dei fondi alla Provincia di Genova per un intervento su “Giardini e Musei di Strada Nuova”, ed il Comune è stato indicato come soggetto attuatore dei lavori. Abbiamo chiesto quindi aggiornamenti all’assessore Cultura e Turismo Carla Sibilla, nello specifico, se almeno parte di questi fondi sono stati indirizzati all’apertura pubblica dei giardini. I fondi a disposizione superano il milione di euro, per la realizzazione di un intervento che coinvolge Tursi, Palazzo Bianco e la porzione dei giardini di Strada Nuova compresa fra i due palazzi. «I lavori sono attualmente in corso – ci spiega l’assessore – ed abbiamo l’obiettivo di inaugurare l’opera entro fine maggio, in occasione delle giornate dei Rolli». L’intervento consiste nella messa in sicurezza dell’area e nell’installazione di un camminamento vetrato che collegherà Palazzo Bianco a Tursi, permettendo ai visitatori di fruire di alcune parti del giardino. Dunque rimarrebbe fuori dal progetto la parte est dei giardini (quella compresa fra Tursi e Palazzo N.Lomellino in direzione Fontane Marose), e soprattutto, nell’ottica della massima fruibilità possibile, genovesi e abitanti del centro storico non è ancora chiaro se avranno la possibilità di godere liberamente come spazio pubblico dei giardini rinnovati, oppure solo in veste di visitatori del polo museale. In quest’ultimo caso, si tratterebbe senza dubbio di un’occasione sprecata.
Una storia radicalmente diversa, nelle premesse così come nelle modalità con cui è nata e si è sviluppata, è quella dei Giardini di Babilonia. Si tratta di uno spazio verde aperto spontaneamente da un gruppo di studenti della Facoltà di Architettura alla fine del novembre 2011: «Volevamo smuovere le coscienze assopite degli studenti di Architettura – raccontano – solo quando abbiamo effettivamente messo piede e iniziato a vivere il giardino, ci siamo accorti che si trattava di uno spazio “di frontiera”, che rispondeva effettivamente alle esigenze della nostra generazione, ma che intercettava anche i bisogni di altri».
Da questa prima esperienza improntata allo spontaneismo è nato in qualche mese il “Progetto Conviviale”, un lungo, interessante ed ambizioso documento nel quale sono messe nero su bianco le possibilità di recupero e messa a valore di un’area più vasta, comprendente anche il complesso in rovina di Santa Maria in Passione, ad oggi ancora lontano dalla concreta attuazione. «Attualmente lo spazio dei Babilonia è collegato agli orari accademici – continuano – quindi chiuso alla sera e nel weekend. Ma il progetto approvato dall’Università nel 2013, che dovrebbe essere realizzato in questi mesi, permetterà invece di riaprire la viabilità della scalinata esterna ad Architettura ed il passaggio alle aree verdi in comodato al Comune». L’orizzontalità e l’autogestione sembrano dunque essere le direttrici del lavoro e della vita ai Giardini di Babilonia, ma che rapporti ha questo progetto con le istituzioni?
«Dopo un primo dialogo legato all’approvazione del Progetto Conviviale, i rapporti si sono di fatto interrotti. L’Università non ci riconosce in quanto non siamo formalizzati in associazione, il Municipio probabilmente aspetta che i lavori siano terminati. Noi non abbiamo mai cercato né rifiutato il dialogo con le istituzioni, semplicemente viviamo la quotidianità della maggioranza dei cittadini: disinteresse. Fino a che non si risolve la questione dell’accessibilità, la nostra esperienza è fortemente limitata. Una volta che sarà aperto nel weekend, sarà semplicemente l’unico parco pubblico del centro storico, potrà essere animato da mostre, mercati, feste di compleanno».
Il percorso dei Giardini di Babilonia nasce dunque dalla necessità di luoghi di socialità pubblici e vivibili.
Su queste pagine e su Era Superba #56 vi avevamo già raccontato il progetto “Down Town Plastic”, l’esperienza in corso ai Giardini di Plastica (Giardini Baltimora) per il rilancio di un’area frutto di sciagurate politiche del passato che hanno cancellato il quartiere medievale di Madre di Dio già ferito dai bombardamenti bellici. Grazie all’impegno dei cittadini e alla sinergia creatasi fin qui con le istituzioni, i “giardini urbani” di Piazza Dante (ma facilmente accessibili da Ravecca e Sarzano) provano a rialzare la testa.
Ennesima conferma di quanto quella dei giardini ad uso pubblico sia un’esigenza fortissima per il nostro centro storico.
Carlo Ramoino
L’articolo integrale su Era Superba #58