Il centro aperto dal 1996 si occupa di attività con i bambini e ragazzi del quartiere, accogliendo circa 100 giovani all'anno, e dal 2011 gestisce la biblioteca Firpo: l'appello di Daniela Matranga ed Enrico Testino
La scorsa settimana, prima che in Consiglio Comunale si annunciasse la volontà di impedire i gravi tagli al Terzo Settore, è circolato via mail (e lo abbiamo ricevuto anche in redazione) un appello per scongiurare la chiusura del Centro Zenit: si tratta di una struttura aperta dal 1996 al Cep di Prà, che ogni anno accoglie circa 100 – 150 bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni per attività di doposcuola, gioco e (dove necessario) per gestire la relazione con le famiglie e con i servizi sociali.
I tre educatori del centro, supportati periodicamente da tirocinanti e volontari di servizio civile, operano in sinergia con Arciragazzi, con le associazioni del territorio a partire dal Consorzio Pianacci, le scuole, la parrocchia e la comunità islamica (che in questo quartiere è la più numerosa di Genova).
Dopo la seduta in Consiglio Comunale dello scorso giovedì, Daniela Matranga, responsabile del centro, sembra essere più ottimista: «Il Comune sembra aver compreso che i tagli al terzo settore sono una via non praticabile, poiché si tratta di un servizio fondamentale per la città, e hanno sottoscritto un impegno verbale a trovare le risorse necessarie: i primi riscontri dovrebbero arrivare in un paio di settimane, ma il timore è che – per dare nuovi fondi al sociale – qualche altro settore ne subirà il contraccolpo. Tuttavia è ancora presto per dire cosa accadrà e quali strategie si attueranno e ci permetteranno di continuare il nostro lavoro».
Come meglio precisato da Enrico Testino «servizi come quello fornito da Zenit sono presenti in tutti i quartieri periferici di Genova e sono un supporto importante per il Comune, che non ha le risorse per gestire direttamente questo tipo di attività. Tuttavia, i servizi di animazione sociale sono ritenuti meno prioritari rispetto a quelli di “accudimento”, verso i quali sono destinati principalmente i pochi fondi disponibili. La chiusura di Zenit o di servizi analoghi significa, di fatto, che il Comune cessa di occuparsi delle sue periferie. Arrivare a luglio senza bilancio è una situazione nuova e al tempo stesso rischiosa: le attività del Centro non si possono interrompere, neanche per un breve periodo, perché rischia di incrinarsi il tessuto di relazioni sociali e fiducia che da anni rendono possibile l’operato nel quartiere».
Inoltre, gli educatori e volontari del Centro Zenit si occupano anche, da circa due anni, della gestione della biblioteca Firpo: «circa due anni fa – spiega Daniela Matranga – il Comune ha annunciato di non avere più le risorse necessarie a tenere aperta la biblioteca. In quello stesso periodo noi eravamo alla ricerca di una nuova sede. Abbiamo unito le due esigenze reciproche e da allora operiamo sia come educatori sia come servizio bibliotecario: l’eventuale chiusura di Zenit cagionerebbe anche la sospensione delle attività in biblioteca, l’unica presente nel quartiere».
Marta Traverso