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Un attestato di frequenza di un corso di lingua non è una certificazione linguistica. Scopriamo gli enti certificatori più conosciuti in Italia: gli esami proposti variano nelle modalità e nei costi, ma sono allineati ai livelli del CEFR
Due settimane fa abbiamo parlato del ruolo del CEFR, un Quadro di Riferimento condiviso, il quale misura le competenze acquisite da chi studia una lingua straniera. I sei livelli individuati del CEFR sono paragonabili alle diverse patenti di guida. Così come la tipologia di patente mostra quale veicolo siete in grado di guidare, i livelli del CEFR evidenziano la vostra capacità di comunicare in una lingua straniera in modo più o meno dettagliato.
Valutare il proprio livello con una certa precisione è possibile se si conosce bene il CEFR e si è addetti ai lavori, ma può risultare un’impresa difficile per coloro che sono meno esperti in campo linguistico. Oltre a questo aspetto l’auto-valutazione spesso non è sufficiente, specialmente nel caso in cui il livello di competenza linguistica raggiunto debba essere comprovato con i crismi dell’ufficialità da una certificazione internazionale.
Per capire meglio, torniamo al paragone con le patenti di guida e immaginiamo la seguente situazione. Un’azienda di trasporti pubblici deve assumere un nuovo conducente. Nel processo di selezione si accerterà come priorità che il candidato abbia una patente attestante la sua capacità di condurre veicoli che trasportano persone. Credo che prendereste giustamente per pazzi e incoscienti i responsabili delle Risorse Umane di un’azienda come AMT a Genova se assumessero un autista senza patente solo fidandosi della sua affermazione: “Io sono molto bravo alla guida” … Allo stesso modo, con ogni probabilità un’università internazionale che tiene corsi in inglese ha l’esigenza che gli studenti iscritti dimostrino di padroneggiare la lingua per riuscire a seguire le lezioni e per sostenere gli esami.
Le certificazioni linguistiche esistono proprio per questa ragione. Si tratta di documenti internazionalmente riconosciuti, i quali attestano il livello di conoscenza di una lingua raggiunto da uno studente. Per ottenere una certificazione uno studente deve sostenere una prova d’esame, la quale viene valutata da uno o più esaminatori in rappresentanza di un ente accreditato (examination board).
E’ importante, arrivati a questo punto, delineare con chiarezza due concetti attorno ai quali viene spesso fatta confusione:
1. una scuola di lingue non è un ente certificatore. All’interno della scuola di lingue si studia per l’esame svolgendo un percorso di lezioni con un insegnante preparato e stimolante (si spera), ma la sessione mirata al conseguimento della certificazione viene presieduta da un esaminatore esterno che non conosce il candidato, assicurando così una valutazione quanto più possibile oggettiva e imparziale.
2. un attestato di frequenza non è una certificazione linguistica. Se uno studente frequenta delle lezioni, non è affatto scontato che la sua conoscenza della materia progredisca. Dareste mai la patente di guida a un individuo che non conosce i colori del semaforo soltanto perché ha scaldato un banco di una scuola guida? Credo di no. Analogamente, essere stati in Inghilterra per due settimane o aver frequentato un corso in una scuola non significa saper parlare l’inglese.
Le certificazioni linguistiche più conosciute in Italia sono al momento quelle di University of Cambridge (dal PET, equivalente al livello B1, al Proficiency, pari al C2) e Trinity College London, con la sua gamma di esami scritti e orali (ISE), solamente orali (GESE 1 -12) e per il mondo del lavoro (Spoken English for Work). Particolarmente fashionable, ovvero in voga, sono diventati anche gli esami IELTS – sotto l’egida di British Council e di University of Cambridge – e TOEFL – della statunitense ETS.
Spesso mi viene chiesto quale di essi sia il “migliore”. Premesso che esistono diversi altri enti certificatori altrettanto validi – mi sono infatti limitato a citare soltanto quelli più presenti sul territorio italiano – non esiste un risposta certa. Gli esami proposti da ciascun ente certificatore variano nelle modalità e nei costi, ma sono in ogni caso allineati ai livelli del CEFR, per cui sta al gusto e alle disponibilità finanziarie dello studente decidere a quale examination board rivolgersi.
Ancora una volta il discorso è analogo a quello sulla patente di guida e sulle automobili. In base alle vostre esigenze e al vostro conto in banca sceglierete un SUV (sulla cui praticità in città stendo un velo pietoso), una monovolume o un’auto sportiva: sono comunque tutti veicoli a quattro ruote… A meno che non si voglia contribuire davvero, con i fatti, a rendere la propria città una smart city più vivibile. In questo caso preferirete forse usare i mezzi pubblici… Sempre che il conducente abbia una patente di guida valida! See you!
Daniele Canepa
[foto di Diego Arbore]