Chi merita vince, qualunque sia la sua provenienza geografica. Ottenere una menzione od una Medal a questa esposizione concessa attraverso il vaglio di una attenta e preparatissima giuria, equivale ad entrare nella Storia del Giardinaggio
Questa settimana parleremo del Chelsea Flower Show di Londra. Per chi è appassionato di botanica e per gli addetti ai lavori, questa è l’Esposizione di giardinaggio e di “landscape design”. Essa si tiene ogni anno a Londra, a fine maggio (l’edizione 2013 tra il 21 ed il 25), ed espone il meglio della produzione di piante, le novità in campo botanico ed i progetti dei più noti paesaggisti al mondo. Consiste, nel Regno Unito che è da sempre ed in assoluto il Paese più appassionato del “verde”, in una enorme esposizione che caratterizza ed influenza, per alcuni giorni, la vita sociale di Londra. Secondo gli esperti, il Chelsea Flower Show non è paragonabile con le italiane, seppure celebri, Euroflora di Genova, “I tre giorni per il Giardino del Castello di Masino”, “Orticola” dei giardini Indro Montanelli a Milano e neppure con il famoso, francese “Festival Internazionale dei Giardini di Chamount-sur-Loire”. Per dare un’idea dell’incidenza sulla vita della città, all’edizione dello scorso anno si sono recate oltre duecentomila persone e ciò nonostante il costo del biglietto non sia proprio abbordabile (si parla di alcune decine di Sterline per una permanenza di poche ore). Ospiti fissi all’inaugurazione sono i Membri della Casa Reale inglese, da sempre appassionati di botanica e patrocinatori di questa manifestazione. L’esposizione si svolge negli oltre quattro ettari e mezzo di giardini dell’antico e splendido Royal Hospital di Chelsea ed è il palcoscenico tanto per i progettisti che per l’“high society” inglese ed internazionale. Il “dress code” di molti ospiti è impeccabile: con signore dagli incredibili cappellini colorati ed a tema floreale. In questa sede vengono presentati i progetti più avveniristici in tema di “landscape design”, qui si espongono nuove varietà di fiori, erbacee perenni e si decidono i trend futuri in tema di paesaggistica, sia essa minimalista, neobarocca o di pura fantasia. Da questa esposizione sono poi passati molti dei più acclamati, moderni progettisti, provenienti dall’Inghilterra, dall’Olanda, dall’Italia e da tutto il resto del Mondo. Nonostante gli anglosassoni rivendichino una sorta di supremazia in fatto di giardini, sono, in generale, ben propensi alle novità ed assai democratici nelle valutazioni degli stranieri presenti alle loro manifestazioni. Chi merita vince, qualunque sia la sua provenienza geografica. Ottenere una menzione od una Medal a questa esposizione (per la Gold ricordiamo quest’anno quella al Trailfinders Australian Garden by Fleming’s (Best Show Garden)), concessa attraverso il vaglio di una attenta e preparatissima giuria, equivale ad entrare nella Storia del Giardinaggio …ed avere una quasi certa e brillante carriera internazionale di fronte a sé… Alcuni partecipanti alle precedenti esposizioni progettano infatti oggi giardini in ogni angolo del mondo: da quello del resort ecocompatibile in Africa, a qualche terrazza verde a New York, alle isole artificiali di un emirato fino alle storiche balze di celebri parchi persi nella campagna toscana… Quest’anno il Chelsea Flower Show ha poi celebrato il suo centesimo anniversario, dimostrando che l’esposizione non solo è più che mai viva ma che sa anche evolversi nel tempo ed autocelebrarsi con un’ironia tutta britannica. In proposito, ho letto qualche giorno fa, su un quotidiano inglese, che quest’anno, nell’Olimpo del giardinaggio, sono stati persino ammessi i tanto criticati “gnomi da giardino”… Si tratta di una eccezione del tutto eccezionale ovviamente, ma tant’è essi hanno potuto varcare i, finora, impenetrabili cancelli… Queste sculture ornamentali, come qualunque altra creatura mitologica dai colori vistosi, sono infatti sempre state, dall’anno di fondazione ossia dal 1913 fino all’edizione attuale, rigorosamente bandite dalla manifestazione. Gli organizzatori devono avere, in fondo, pensato che se se ne è avvalso Philippe Starck in collaborazione con Kartell, progettandoli inizialmente proprio per un famoso hotel londinese… avrebbero, forse, potuto “cedere” anche loro… In fondo poi bisognava anche un po’ “smitizzare”, con ironia tutta inglese, la centesima edizione dello storico Show… Da buoni inglesi, essi poi non sottovalutano mai il lato commerciale di ogni loro attività e per celebrare l’esposizione si sono persino avvalsi di locandine non proprio caratterizzate dal tradizionale “aplomb” britannico. Di certo non penseresti di vederle abbinate ad una antica ed “aristocratica” esposizione di giardini! Tuttavia la peculiarità del mondo anglosassone sta proprio in questo: l’eccellenza mescolata alla quotidianità. In un antico castello puoi infatti trovare un preziosissimo mobile antico affiancato ad una cesta di vimini o alle cose di tutti i giorni, un Pari del Regno che pota, in logori abiti da giardino, i cespugli tra i visitatori (un po’ increduli!) del suo Palazzo e quindi visitare una manifestazione che mira e tocca l’indiscussa eccellenza in cui si mescolano esperti da tutto il mondo, reali, appassionati da ogni dove e migliaia di persone qualsiasi. Tutti, alla pari, si “strapperanno” letteralmente di mano, l’ultima giornata della manifestazione, le piante dagli stand della manifestazione che volge al termine… Ogni anno, Londra e le sue vie si trasformano così in una colorata fiumana di persone che, a piedi, in bicicletta o con ogni altro mezzo possibile, portano via con sé, visibilmente “trionfanti”, una pianta ibridata proprio quell’anno o un pezzetto di quella che, sui giornali di settore ma anche sui quotidiani internazionale del giorno successivo, diventerà la Storia del Giardinaggio.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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