Una parlata nata nei quartieri più poveri di Londra per rispondere alle esigenze di ladri e truffatori di non farsi comprendere dalla polizia. Ecco il Cockney Rhyming Slang, tipico dell'East End londinese
Recentemente mi è capitato di rivedere (o meglio rigustare) un film del 1998 del regista londinese Guy Ritchie, dal titolo Lock, Stock and Two Smoking Barrels, tradotto in italiano come “Lock & stock, pazzi scatenati”. Si tratta di una sorta di Pulp Fiction all’inglese, una commedia – tanto truce quanto ironica – ambientata nei bassifondi dell’East End londinese, la parte più a est della capitale e quindi più vicina all’estuario del Thames, il fiume Tamigi.
Questa zona della metropoli inglese è considerata storicamente essere il covo della malavita londinese e l’area di chi, per tirare a campare, si arrangia come può. E’ il caso anche dei quattro protagonisti del film appena citato – nel quale appare anche Sting, seppur in un ruolo marginale – che vivono di trucchi, espedienti e piccole truffe. Nel momento in cui i quattro tentano il grande colpo per arricchirsi ai danni di un potente criminale locale, rimangono più o meno consapevolmente invischiati in un gioco molto più grande di loro, riuscendo tuttavia con poca abilità e molta – molta – fortuna a uscire salvi e quasi sani e a tenere i due fucili – barrel in inglese indica la canna di un’arma da fuoco – attorno ai quali ruota tutta la vicenda del film.
Oltre al ritmo incalzante del montaggio, sono principalmente i dialoghi a spingermi a rigustare Lock, Stock and Two Smoking Barrels, in particolare le espressioni colorite e divertenti del cosiddetto Cockney Rhyming Slang tipico dell’East End.
Cockney Rhyming Slang: di che cosa stiamo parlando? Partiamo dalla spiegazione della parola Cockney, termine sia sociale sia geografico, che identifica la working class londinese proveniente dalla zona orientale della città. Rhyming significa invece “in rima”, mentre slang indica l’uso circoscritto a determinati ambienti sociali e culturali di parole ed espressioni che normalmente non vengono utilizzate nella lingua standard.
Sviluppatosi verosimilmente come risposta all’esigenza di ladruncoli, truffatori e malavitosi di vari livelli di non farsi comprendere dalla polizia, il Cockney Rhyming Slang si è nel tempo arricchito di un notevole numero di espressioni, quali China plate – letteralmente “piatto cinese” – in cui plate fa rima con la parola mate, “amico”. Se per qualche motivo avete delle amicizie nell’East End, non sorprendetevi se qualcuno vi saluta così: “Hi, old China”. Il vostro conoscente non vi ha associato ai viaggi in Oriente di Marco Polo, vi sta solo dando del: “Vecchio mio” o “Amico mio.”
Analogamente, trouble and strife – letteralmente “problemi e conflitto” – fa rima con wife, cioè “moglie”. Con: “Use your loaf” si intende invece: “Usa il cervello,” in quanto loaf of bread – letteralmente “pagnotta” – sta per head, “testa”. Divertente anche Holy Grail – Sacro Graal – usato con il significato di “email”, per cui: “Send me a Holy” vuol dire in realtà: “Send me an email” ovvero “Mandami un’email.”
La creatività con la quale gli esseri umani riescono a scomporre, ricomporre e modellare il linguaggio a seconda delle loro esigenze e delle circostanze, come dimostrato dall’esempio del Cockney Rhyming Slang, mi ha richiamato alla memoria un capoverso del libro “La scienza della vita” del grande saggista e fisico Fritjof Capra: “Una rete vivente – in questo caso la lingua vista come rete vivente, ndr – risponde agli stimoli dell’ambiente esterno attraverso cambiamenti strutturali scegliendo sia quali stimoli notare sia come rispondere.” See you!
Daniele Canepa
[foto di Diego Arbore]