Una tecnica avveniristica che permette di coltivare ortaggi e fiori in sola acqua arricchita di sostanze nutritive e sali minerali. Dal Giappone agli U.S.A. fino alle capitali europee, sorgono grattacieli di design, dalle pareti di cristallo adibite ad orti e boschi verticali
Una delle ultime tendenze “verdi” consiste nella coltivazione dei così detti “orti urbani”. Non sono però solo quelli tradizionali in piena terra, cui eravamo abituati, ma sono ora anche illuminati a Led ed “idroponici”. Popolano gli interni e gli esterni di grattacieli, terrazze al centotrentesimo piano e persino rifugi antiaerei di città e metropoli sparse per tutto il mondo…
Partendo dall’Italia, di recente è stato realizzato un grande orto cittadino a Bologna, sui tetti di un colosso dell’informatica nella periferia cittadina. Il progetto ha come obiettivo, da un lato, la condivisione del cibo coltivato a “chilometri zero” e, dall’altro, divulgare le tecniche di produzione idroponica.
Proprio questa nuova metodologia sta recentemente diffondendosi in tutti i continenti. Essa consente di far crescere e sviluppare vegetali ed ortaggi fuori dal suolo, in vaschette d’acqua arricchita di sostanze nutritive e sali minerali. La tecnica trae la sua origine dalla coltivazione “in bottiglia”, ampiamente diffusa in Birmania e Perù.
Grazie a queste recenti scoperte, a New York si parla già di realizzare specifici grattacieli, autonomi energeticamente e dedicati alla produzione di ortaggi e verdure. Ogni loro piano potrà essere destinato ad una diversa tipologia di coltura, dalle insalate, ai legumi fino all’allevamento del bestiame.
In Svezia, il grattacielo “Green House”, già in fase di costruzione, sarà integralmente finalizzato alla coltivazione idroponica, alla produzione di concimi naturali, di energie “pulite” e persino al recupero ed alla purificazione dell’acqua piovana. Oltre alla funzione abitativa e di coltivazione di vegetali, anche la parte estetica verrà attentamente curata: pareti trasparenti e spazi dal design avveniristico.
Il successo dell’idroponica è tale che, a Londra, essa è stata persino impiegata nel progetto “Growing Underground”, in un tunnel sotterraneo. In un vecchio rifugio antiaereo, utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale, vengono ora prodotte, grazie all’impiego di moderne luci a Led, diversi tipi di insalata ed ortaggi vari.
Il progetto “Farmed Here” a Chicago è invece dedicato alla coltivazione specializzata, in particolare qui alla coltura del basilico. Infine neppure l’Oriente è immune dalla recente tendenza: a Tokyo alcuni designer hanno infatti trasformato la sede di un’azienda di selezione del personale in una enorme fattoria urbana. Qui si è sapientemente ottenuta una perfetta fusione tra le tradizionali tecniche giapponesi di coltivazione e l’idroponica. Grazie all’illuminazione con Led di ultimissima generazione, i diversi piani sono dedicati a varie colture: ortaggi, piante verdi e persino fiori. L’esterno dell’edificio, all’avanguardia dal punto di vista energetico, è invece ricoperto da una fittissima foresta verticale. Nel via vai mattutino si mescolano così contadini ed impiegati, anch’essi direttamente coinvolti nella coltivazione e soprattutto nella raccolta degli ortaggi di stagione.
Se qualche dubbio residua sulla sapidità delle verdure “idroponiche”, celebri professori garantiscono che esse siano gustosissime e per nulla differenti da quelle cui siamo abituati. Grazie anche ad un migliore impiego delle sostanze nutritive, della salinità dell’acqua e dei nuovissimi e potentissimi Led, i risultati saranno, assicurano, in futuro ancora migliori. Fragole e pomodori saranno così, con minore dispendio di risorse naturali e di terreno rispetto ad ora, indistinguibili da quelli cresciuti nella terra, sotto il sole e nel vento. Anzi si sbilanciano, persino più gustosi e dolci di quelli “naturali”…
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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