I privati possono beneficiare di tariffe molto più convenienti, i clienti business hanno costo più elevati da sopportare e illegittimamente non hanno la possibilità di pagare con il bollettino postale
Dopo una settimana di pausa riprendiamo le buone abitudini con la nostra settimanale rubrica a tutela dei cittadini. E riprendiamo con un argomento in relazione al quale abbiamo avuto diverse richieste e/o segnalazioni, ovverosia la telefonia.
Innanzitutto, mi preme ricordare una distinzione contrattuale: utenze cosiddette private ed utenze cosiddette business. Le prime riguardano le persone fisiche, individuate con il codice fiscale; le seconde riguardano le persone giuridiche o le ditte individuali (anche liberi professionisti) , individuate con una partita IVA.
Anche questo è il caso di situazioni identiche “trattate” in modo differente. Iniziamo con i contratti: ce ne sono di molti tipi ed ormai tutti i gestori sdoppiano la loro offerta in relazione ai due tipi di utenti finali: privati o professionisti.
I privati possono beneficiare di tariffe molto più convenienti, di un costo dimezzato della odiosa ed illegittima tassa di concessione governativa; i clienti “business” hanno sicuramente costi più elevati da sopportare, ma hanno pure la possibilità di operare lo sgravio fiscale delle fatture emesse a loro nome.
Mi fa piacere segnalare che la Vodafone sta iniziando a promuovere piani tariffari senza TCG, assumendosene i costi: forse siamo sulla buona strada.
Al contrario, appare illegittima la tassatività con cui molti gestori telefonici, per i professionisti, pretendono il paganento solo con carta di credito o IBAN, escludendo la modalità bollettino.
Ciò produce un duplice effetto: il contraente forte prevale sul debole e voi professionisti siete costretti a pagare oppure, se volete contestare un addebito, dovete bloccare i pagamenti in banca con conseguenti rotture di scatole e perdite di tempo.
Vi ricordo ancora che i contratti telefonici “business” soggiaciono ad una regola: qualora essi siano assimilabili ad un contratto stipulato da una persona fisica, sono contratti tipicamente da diritto dei consumatori, quindi contenenti le medesime caratteristiche e garanzie di legge.
E allora, perchè non concedere la facoltà di pagare con il classico bollettino postale ?
Un’assurdità: le associazioni sono viste come “business”, il che è tutto dire…
Voglio concludere con un’ultima osservazione: le connessioni internet.
Ferme restando le argomentazioni sopra esposte, molti mi chiedono quale sia la migliore: ADSL, chiavetta o Wi-fi a banda larga?
Innanzitutto, dipende dalle vostre esigenze.
Di sicuro la ADSL è più stabile, al contrario della chiavetta che fa della comodità d’uso il suo punto forte.
La connessione wi-fi, che l’ARPAL non ha ritenuto assolutamente dannosa o pericolosa per la salute, è il futuro; per ora appare assolutamente indicata in quei posti dove la rete telefonica latita, come alcune zone impervie di cui il nostro paese abbonda.
Ma gli utenti debbono portare ancora un poco di pazienza: a breve telefonare e connettersi potrà costare davvero poco (o nulla).
Alberto Burrometo
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