Materiali basici e spesso naturali enfatizzano l’ambiente circostante e danno l’impressione di vivere tra i prati. Ecco un esempio di una casa realizzata nella campagna olandese
Ho recentemente notato, viaggiando e leggendo, che l’approccio sulle tematiche del “verde” sta lentamente ma progressivamente mutando. Alcuni principi teorici e quello che era, un tempo, un sentimento solo latente viene spesso ora tradotto in concreto dai progettisti.
Si va infatti diffondendo una maggiore integrazione ed una crescente interazione tra “costruito” e “spazio verde”, tra edificato e campagna, tra interno ed esterno.
In molte recenti ideazioni, si nota come le stesse linee progettuali mirino a valorizzare la natura e renderla parte integrante dell’edificato. Abbiamo già accennato a questo tema in un nostro recente articolo sul grande Labirinto di un celebre editorialista. Qui l’insieme dei bambù è stato concepito come parte essenziale del progetto, nel quale gli edifici si inseriscono armonicamente e sono essi stessi secondari all’insieme. Prima il “verde”, le piante ed il paesaggio e poi tutto il resto.
Le foto di questo articolo dimostrano come anche all’estero (nel caso di specie nella campagna olandese) e nei contesti più vari, si tenda ad enfatizzare sempre di più la natura, che non fa solo da sfondo ma costituisce lo sostanza principale dell’idea progettuale.
La scelta stessa dei materiali cambia profondamente: quelli naturali come legno e pietra, uniti all’impiego del cristallo per valorizzare gli esterni e gli scorci sul paesaggio. In particolare, mi ha recentemente molto colpito il progetto, qui riprodotto nelle fotografie, di una “capanna” nel bel mezzo di una parco, tra i prati, gli alberi e gli arbusti. La struttura è semplicissima. I materiali sono basici: ardesia, legno e vetro.
I colori quasi neutri: marrone che si fonde tra i tronchi, grigio-azzurro come il cielo ed uno sfavillare scintillante dato dalle vetrate che enfatizzano il verde della campagna circostante. Dalla casa si ha una visuale completa sul paesaggio, che si confonde in lontananza. Lo sguardo attraversa la struttura, vaga da un lato all’altro senza soluzione di continuità, dando quasi all’osservatore l’idea che la muratura non esista o sia essa medesima parte integrante del paesaggio. Gli alberi, le piante ed i prati sono i veri protagonisti. Niente di più. Nulla di superfluo appesantisce inutilmente l’insieme.
Il progetto rispecchia quindi la moderna maggiore sensibilità verso la natura. Se per secoli l’uomo ha costruito palazzi ed edifici per “tenere fuori” e separarsi dalle intemperie, dal freddo, dal sole e dal vento, oggi le cose sono completamente cambiate e direi persino l’opposto. Si edifica infatti per conglobare la natura, per sentirsene parte integrante e per essere porzione del tutto.
Grazie anche ai moderni materiali ed alle innovative tecniche di coibentazione, è ora possibile che soli pochi centimetri di cristallo ci separino dalla neve delle montagne, dai flutti del mare o dal vento incessante di alcune valli. Abbiamo così oggi modo di sperimentare una nuova ed inedita dimensione di percezione della Natura, davvero non cosa da poco.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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