La splendida capitale dell'Andalusia, da visitare nella stagione primaverile, è caratterizzata dal suo centro storico fra cortili e alberi di arancio e dalla Cattedrale gotica più grande del mondo
‘Ramooooon!’: se la voce tonante di un barista grida nomi sovrastando il chiacchiericcio confuso e le risate degli astanti, siamo molto probabilmente nell’ora più affollata in uno degli innumerevoli bar di Siviglia, quando tutti, residenti e turisti, si fermano di locale in locale a bere freddissime cervezas e a mangiare succulente tapas. Questa tipica tradizione spagnola si trova infatti anche nello splendido capoluogo andaluso -iscritta dall’Unesco nella Lista del Patrimonio dell’Umanità– che si snoda lungo le rive del fiume Guadalquivir.
Oggi quarta città spagnola per numero di abitanti (ca. settecentomila), Siviglia viene fondata dai Fenici, poi dominata da Greci, Cartaginesi, Romani e dopo la caduta dell’impero da Vandali, Svevi e Visigoti fino alla conquista araba del 712 e poi alla Reconquista cristiana del 1248.
Nell’epoca delle spedizioni verso il Nuovo Mondo, dal 1492 per i successivi due secoli, Siviglia vive il suo periodo più felice. Da metà del Seicento, il progressivo declino fino all’Ottocento, quando iniziano interventi governativi di supporto alla ripresa produttiva; scelta per l’Esposizione Iberoamericana del 1929, più di recente la città è stata sede dell’Esposizione Universale del 1992 e dei Mondiali di Atletica nel 1999.
Oggi Siviglia è una delle mete turistiche più frequentate nella regione dell’Andalusia. Il periodo migliore per visitarla è sicuramente la primavera, tiepida e soleggiata. Decisamente sconsigliata la piena estate visto che si raggiungono abitualmente punte di oltre 40°C. Dunque, dove andare una volta giunti in questo crogiuolo di storie e culture?
Sicuramente il centrale barrio di Santa Cruz, centro storico sorto sul vecchio ghetto, merita tutta la nostra attenzione: qui si trova la Cattedrale, terminata nell’arco di cento anni, che vanta il primato di chiesa gotica più grande al mondo. Accanto ad essa, la Giralda svetta per 96 metri d’altezza: antico minareto durante la dominazione araba, poi convertito in torre campanaria, richiede un po’ di buona volontà per essere “scalato” interamente, ma ripaga con una vista meravigliosa a perdita d’occhio sulla città e la campagna circostante fino all’orizzonte.
Poco distante, i Reales Alcazares, originariamente fortezza araba e poi residenza reale, ci portano attraverso un bellissimo percorso di commistione tra tipi architettonici musulmani e aggiunte rinascimentali cristiane; da non perdere i giardini del palazzo (più che giardini, un vero e proprio parco con boschetti ed edifici a sé stanti).
Dopo tanto peregrinare, una passeggiata nei vicoli circostanti è esattamente quello che ci vuole: piazzette ombrose dove riposare sotto alberi d’arancio, negozietti d’artigianato (noti per le ceramiche, gli eccezionali azulejos: occhio però ai molti souvenir e chincaglierie prettamente turistiche made in China) e ad ogni angolo un bar dove assaggiare tanti tipi di tapas a pochi euro. Dai terrazzini scendono sui muri bianchi piccoli rampicanti in fiore, e ad ogni portone socchiuso è possibile sbirciare le bellissime corti interne, tipiche degli edifici locali e derivanti dalla tradizione moresca: fontanelle, piante e azulejos le contraddistinguono e fanno cornice a una frescura provvidenziale quando il caldo estivo comincia a farsi sentire.
Se proprio vi manca lo shopping in stile globale, a pochi minuti a piedi dalla cattedrale ecco le vie commerciali, con tutte le catene internazionali d’abbigliamento più note; è curioso osservare come gli allestimenti moderni siano stati inseriti negli spazi di edifici antichi, creando accostamenti tanto originali quanto antitetici.
Altra tappa interessante è l’antica Fabrica de Tabacos (il secondo edificio più grande della Spagna dopo l’Escorial), oggi sede dell’università: pensata come una cittadella autonoma e fortificata, è ancora provvista di fossato e ponte levatoio. Che siate o no appassionati cinefili, non potete perdervi la monumentale Plaza de España, edificata per l’Expo del ’29, e adottata come ambientazione di film come Lawrence d’Arabia e Star Wars II:l’attacco dei cloni.
Proseguendo verso ovest arriviamo al barrio de La Macarena, quartiere popolare e caratteristico, ricco anch’esso di antichi edifici e davvero unico se si vuole respirare l’atmosfera sivigliana nella sua versione più autentica. È bello perdersi per le strade strette di questo quartiere dove ogni via è dedicata a un santo o alla Vergine, puntando sempre verso ovest per giungere infine al tratto residuo delle antiche mura, visione suggestiva e arabeggiante al termine del nostro percorso. Qui si trova la Basilica de la Macarena che accoglie la relativa statua della Virgen de la Macarena, portata in processione una volta l’anno durante la Semana Santa.
Ancora un suggerimento: il lungofiume abbonda di punti panoramici, permette tranquille passeggiate ed è corredato di piste ciclabili (che proseguono peraltro in gran parte della città). Oltre alla Torre del Oro -altro simbolo sivigliano- anticamente eretta dagli arabi per controllare la navigazione sul fiume, ci sono almeno due ponti da vedere: il Puente del Alamillo, realizzato da Santiago Calatrava, e il Puente de Isabel II, costruito nell’Ottocento, il più antico ponte in ferro oggi conservato della Spagna, conosciuto anche come Ponte di Triana perché porta all’omonimo quartiere. Appena dopo il detto ponte è il caratteristico mercato coperto, che sorge dove una volta si trovava la sede dell’Inquisizione.
Infine un paio di accorgimenti: Siviglia è una città da scoprire a piedi per non perdersi nulla… meglio limitarsi a qualche fermata di autobus e per il resto la parola d’ordine è camminare. Come è da evitare l’estate per l’insopportabile calura, così sono sconsigliati i due periodi più affollati e costosi dell’anno, ossia la Semana Santa e la Feria de Abril. La prima coincide con la settimana di Pasqua e le processioni delle decine di confraternite sono la tradizione religiosa più importante della città. La seconda è la Fiera di Aprile, festa locale con banchetti, costruzioni effimere (le cosiddette casetas), festeggiamenti e abitanti in costume folkloristico. Se proprio decidete di visitare la città in questi periodi, preparatevi a una folla incontenibile e a prezzi molto più alti del resto dell’anno!
Claudia Baghino
foto di Daniele Orlandi