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Diritto alla casa: il Consiglio d’Europa condanna l’Italia

Il nostro Paese è accusato per la completa assenza di politiche di housing efficaci e per aver condotto - con violenza lesiva della dignità umana - le azioni di sgombero dei Rom


1 Febbraio 2012Notizie

“Per garantire l’effettivo esercizio del diritto all’abitazione, le Parti s’impegnano a prendere misure destinate: a favorire l’accesso ad un’abitazione di livello sufficiente; a prevenire e ridurre lo status di senza tetto in vista di eliminarlo gradualmente; a rendere il costo dell’abitazione accessibile alle persone che non dispongono di risorse sufficienti”. Questo è il testo dell’articolo 31 della Carta Sociale Europea, trattato internazionale entrato in vigore nel 1999.

Un documento sottoscritto anche dall’Italia, ma la violazione dell’articolo 31 continua ad essere perpetrata. La conferma è arrivata alla fine di gennaio quando il Consiglio d’Europa – attraverso il rapporto 2011 redatto dallo European Committee of Social Rights – ha condannato il nostro Paese.

“L’Italia arranca sul terreno delle politiche abitative e sulle iniziative tese ad arginare e prevenire le situazioni di disagio, emarginazione sociale e homelessness – scrive in un comunicato la fio.PSD, Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora – Noi sosteniamo da tempo la necessità di riportare nell’agenda politica delle Istituzioni, a tutti i livelli, le politiche per la casa. Ora una condanna internazionale importante e grave arriva a ricordare, molto più autorevolmente, la medesima necessità. Oltre a ripetere le condanne all’Italia sul tema del trattamento dei ROM e della loro esclusione sociale, già avvenute nel recente passato, il rapporto 2011 sottolinea il tema della prevenzione della homelessness attraverso politiche di housing efficaci, che nel nostro Paese risultano completamente assenti”.

“Il rapporto ricorda che il diritto ad una casa adeguata deve essere garantito a tutti e che rifugi e dormitori dovrebbero essere dei luoghi di stanziamento temporaneo, che devono corrispondere agli standard di sicurezza e igiene ed essere provvisti di tutti i beni di prima necessità – scrive la fio.PSD nella nota – inoltre non deve essere richiesta la residenza per poter usufruire dei rifugi di emergenza, come invece spesso è accaduto in varie città italiane negli ultimi anni”.

L’Italia è accusata di aver violato l’articolo 31, comma 2 “le Parti s’impegnano a prendere misure destinate a prevenire e ridurre lo status di senza tetto in vista di eliminarlo gradualmente” sia “passivamente”, per non aver predisposto servizi adeguati per gli homeless, giudicando il comitato insufficienti quelli esistenti, sia “attivamente”, per aver condotto senza programmazione e con violenza lesiva della dignità umana le azioni di sgombero dei Rom verificatesi negli anni scorsi in virtù del cosiddetto “patto per la sicurezza”.

“E’ una condanna grave sia nei suoi contenuti che nelle sue forme, e non può essere ignorata dalle istituzioni politiche e sociali, a nessun livello di responsabilità – commenta Paolo Pezzana, Presidente fio.PSD – Inutile che continuiamo a sostenere a parole l’importanza dei diritti umani e della loro applicazione come segno di civiltà nel nostro Paese, se poi si ignorano i richiami di uno dei più importanti organismo internazionali per la loro salvaguardia, che l’Italia stessa ha contribuito a creare“.

“Noi denunciamo da anni le carenze dell’Italia per quanto riguarda le politiche abitative – continua Pezzana – Non ci sono risposte adeguate al bisogno delle persone. Non parliamo solo di homless bensì anche dei giovani. Oggi una coppia fa una fatica terribile per trovare una casa a prezzi calmierati. Gli homless sono la punta dell’iceberg dell’emergenza abitativa. Dobbiamo renderci conto che il nostro Paese negli ultimi anni ha fatto troppo poco. Basti pensare che il Governo Berlusconi nei rapporti inviati a Bruxelles ha citato come misura per facilitare l’accesso all’abitazione il fatto di aver tolto l’Ici dalla prima casa… in pratica una presa in giro per chi un tetto non riesce neppure a trovarlo”.

“Non si diventa una persona senza dimora perché si è diversi dagli altri – spiega il presidente fio.PSD – Data una situazione di partenza nella quale non vengono rispettati dei diritti fondamentali dell’uomo, alcuni soggetti possono ritrovarsi, loro malgrado, in questa condizione. Invece registriamo un’odiosa tendenza a sostenere una sorta di colpevolezza di queste persone. È un modo per tranquillizzare il senso comune. Ma non corrisponde al vero. Infatti alle spalle di percorsi simili sono rintracciabili precise responsabilità sociali a carico delle istituzioni pubbliche”.

“Il modo più efficace per tutelare gli homless è tutelare i diritti di tutti – afferma Pezzana – Nella situazione odierna rischiamo di scatenare una guerra tra poveri. E si sono già verificati episodi di protesta ed intolleranza ad esempio nel caso in cui un alloggio sia stato assegnato a cittadini stranieri”.

“Il Consiglio d’Europa indica nel rapporto annuale quali sono le misure virtuose da applicare – sottolinea il presidente fio.PSD – Possiamo citare il caso francese . Quattro anni fa la Francia è stata condannata per la violazione del medesimo articolo. Questo ha dato il via ad un movimento d’opinione che ha portato all’entrata in vigore di una legge la quale stabilisce che entro il 2015 qualunque cittadino si trovi senza casa avrà diritto a trovare una sistemazione abitativa entro 48 ore”.

“In Francia le politiche abitative sono un tema caldo – continua Pezzana – ma anche in Germania esiste un sistema di accesso alla casa più ampio ed articolato rispetto al nostro. E grazie ad un’azione di prevenzione efficace il problema è di minore entità. In Italia invece queste tematiche rimangono nel dimenticatoio. Il nostro è un problema culturale, per superarlo occorre una presa di coscienza della gravità della situazione. In Italia si spendono un sacco di soldi per l’allestimento di dormitori o per piani di emergenza della Protezione civile, in particolare nei periodi invernali. Invece sarebbe molto più utile investire in progetti di case a prezzi calmierati per tutti. In questo modo, sul lungo periodo, sarebbe possibile un risparmio di denaro”.

“E’ preoccupante che nessun organo di stampa abbia ripreso questa notizia, ma ancora più grave e scandaloso sarebbe se ad ignorarla fossero il Governo e le Istituzioni – – conclude Pezzana – Ci aspettiamo, a livello nazionale e regionale, l’apertura di tavoli di lavoro sul tema del diritto all’alloggio, come già avviene in Francia, Germania ed altri Paesi. Non ci si nasconda dietro l’alibi della mancanza delle risorse. La letteratura e le buone prassi internazionali dimostrano che con delle politiche di housing sociale efficace si risparmia, e si contengono i costi dell’assistenza, non li si aumenta. E’ tempo di agire“.

 

 

Matteo Quadrone


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