Il sindaco ha commentato la decisione del Cda dell'Università; non vuole considerare chiusa la partita e si pone l'obiettivo di riuscire a creare le condizioni per la buona riuscita del progetto Erzelli
«Non bastano i finanziamenti pubblici e le cessioni del patrimonio immobiliare, servirebbero altri 42 milioni e non li abbiamo», il Rettore Giacomo Deferrari è stato chiaro durante la conferenza stampa che ha confermato il no del Cda dell’Università al trasferimento della Facoltà di Ingegneria al Parco Tecnologico degli Erzelli.
E mentre la Facoltà torna alla ricerca di una nuova collocazione, a margine della seduta del Consiglio comunale il sindaco Marco Doria (che ha partecipato alla riunione del massimo organo di governo dell’Università di Genova insieme al presidente della Regione Burlando) ha mantenuto un certo ottimismo, ribadendo la propria convinzione sull’importanza della costruzione del Polo degli Erzelli definendo il progetto un’operazione fondamentale per la creazione della “Genova del Futuro” e ha aggiunto che in tale contesto l’Università dovrà essere presente.
«Il documento votato dal Cda ribadisce l’importanza strategica della presenza di Ingegneria agli Erzelli, però allega anche una serie di rilevazioni sul bilancio dell’Ateneo – dice il sindaco – Allo stato attuale l’Università non dispone delle risorse necessarie per potersi trasferire a meno di non indebitarsi». Sarebbe quindi necessario un ulteriore finanziamento pubblico o un intervento di un investitore privato, ipotesi oggi quantomeno difficili da immaginare. Il sindaco tuttavia osserva che non sarebbero risorse sprecate anche perché «si consegnerebbe alla Facoltà di Ingegneria una sede moderna che arricchirebbe il valore patrimoniale dell’Università stessa».
Dunque, nonostante l’esito negativo della riunione, Doria è convinto che il discorso non sia chiuso e afferma anzi che il suo principale obiettivo sarà quello di creare le condizioni per favorire la buona riuscita del progetto. Infine, pur riconoscendo che l’indebitamento sarebbe oggettivamente un grosso problema per l’Università e che spesso quest’ultima è stata oggetto di critiche ingenerose, Doria ha rimproverato all’Ateneo un atteggiamento non sempre attivo nella ricerca di possibili soluzioni.
D’altronde che l’Università non fosse accanita sostenitrice del progetto lo si era intuito già da diverso tempo, lo stesso Rettore in occasione della conferenza stampa citata in apertura di articolo non lo ha nascosto: «Riconosco che si tratta di un progetto positivo, ma non sono un fanatico degli Erzelli, per me non è Lourdes… Stiamo riducendo le spese in ogni settore, abbiamo ridotto da oltre 1700 a circa 1300 il numero dei docenti. Il rischio è di avere agli Erzelli palazzi belli e nuovi, però vuoti… il che non servirebbe a nessuno».
E se da un lato c’è la ritrosia di una parte non minoritaria della città al progetto, dall’altra c’è da registrare, allo stato attuale, l’incapacità/impossibilità delle istituzioni di mettere in campo una strategia sufficientemente valida per portare Università e privati sulle alture di Sestri.
Ora probabilmente si potrebbe anche storcere il naso davanti ai cospicui finanziamenti pubblici concessi a Siemens ed Ericsson per il trasferimento… anche se è facile farlo adesso. Eppure, se si aggiunge lo schiaffo di neanche 15 giorni fa, quando Ericsson ha dichiarato 94 esuberi fra i dipendenti della sede genovese, più che facile diventa quasi automatico. Perché probabilmente qualche errore di valutazione nella strategia “Polo degli Erzelli” è stato commesso, visto che ancora oggi non è così chiaro quanto le due società abbiano effettivamente intenzione di puntare su Genova come sede strategica per il futuro.
Per fortuna è ancora presto per trarre conclusioni definitive, la partita non è definitivamente chiusa. Una cosa è certa, il no dell’Università non porta entusiasmo sul futuro degli Erzelli.
[foto di Andrea Vagni]
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