Il football in inghilterra è il nostro calcio, mentre in America si gioca con la palla ovale e i classici tackle, che nel calcio sono i contrasti di gioco, oltreoceano diventano placcaggi
Negli ultimi giorni l’assunzione dell’allenatore di calcio italiano Paolo Di Canio alla guida della squadra inglese del Sunderland ha suscitato diverse critiche, specialmente in conseguenza delle dichiarazioni filo-fasciste delle quali l’ex calciatore laziale si è più volte reso protagonista.
Come in Italia, in Inghilterra il football è un fenomeno sociale ed economico di grande rilevanza. Più in generale, non è possibile parlare dei paesi di cultura anglosassone senza menzionare l’importanza dello sport, in particolare in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Partiamo proprio dalla parola football. Se siete a Londra e usate questo termine, sarà chiaro che vi riferite ai contrasti feroci, in inglese tackle, del difensore londinese John Terry o ai virtuosismi e ai gol (in inglese si scrive goal, il cui significato originario e ancora attuale è “scopo”, “obiettivo”) di Messi, Ronaldo o Beckham, sebbene quest’ultimo si sia fatto conoscere recentemente più per le sue imprese nel campo della moda che per quelle legate al pallone.
Se al contrario vi trovate a New York, la parola football richiamerà immediatamente l’immagine della palla ovale, di ventidue energumeni con il casco e dei violenti tackle – in questo caso “placcaggi” – dei giocatori che praticano lo sport conosciuto in Italia come “football americano”. Negli Stati Uniti, il calcio viene invece chiamato soccer e riveste un’importanza a dir poco secondaria nel mondo sportivo stars and stripes.
Curiosamente, mentre in Europa il calcio è tipicamente considerato uno sport da uomini, come rivelato da alcune espressioni-spia quale “partita maschia”e “match da veri uomini”, negli USA il soccer è giocato in gran parte dalle donne. Tant’è che, per esempio, Chelsea Clinton, figlia di Bill e Hillary, faceva parte della squadra di calcio del college e le ragazze statunitensi si sono aggiudicate la Women’s World Cup in ben due occasioni.
Diverso ancora è il rugby, altro sport dalla palla ovale, giocato in questo caso da quindici giocatori per squadra e non undici. Così come il football americano, anche nel rugby i contatti fisici possono essere molto duri. Se nel football americano la “meta” si chiama touchdown, nel rugby viene detta try. E’ uno sport molto popolare in Gran Bretagna, Irlanda e in quasi tutti i paesi dell’ex Impero Britannico, a eccezione del Canada e degli USA, dove appunto ci pensano già i giocatori di football a darsele di santa ragione.
Un’altra differenza sostanziale tra i due sport, normalmente avvicinati nell’immaginario comune dalla forma ovale della palla, è che, se nel rugby è proibito passare la palla in avanti con le mani, nel football il giocatore più importante, il quarterback, ha il compito di lanciare con le mani l’ovale in profondità verso i compagni.
Riguardo alle differenze tra soccer e rugby, oltre a quelle ovvie relative alle regole, al sistema di calcolare il punteggio e alla differenza della palla, ne esiste anche una più “filosofica” espressa da un vecchio adagio di origine ignota, che mi ha sempre colpito e che vi riporto: “Football is a gentleman’s game played by thugs and rugby is a thugs’ game played by gentlemen.” “Il football è un gioco per gentiluomini giocato da mascalzoni mentre il rugby è un gioco per mascalzoni giocato da gentiluomini.”
Pare che Victoria Beckham, moglie di David, amica di Armani e (presunta) stilista lei stessa non l’abbia presa troppo bene, ma far cambiare sport a marito, dopo avergli più volte fatto cambiare casacca, sembrava davvero troppo…
Daniele Canepa