Oggi pomeriggio, dalle ore 17:30 manifestazione in Piazza De Ferrari. Il corteo si muoverà verso la sede del Pd, in Piazza della Vittoria, per contestare il partito "di sinistra" che sostiene la riforma
Martedì la Camera con il voto di fiducia abolirà l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ultima norma che offriva una tutela efficace contro i licenziamenti illegittimi.
«Si tratta di un giorno di lutto per i lavoratori e le lavoratrici italiane – scrivono gli organizzatori della manifestazione che si svolgerà oggi pomeriggio in Piazza De Ferrari a partire dalle 17.30 – Questa riforma non ha nulla a che vedere con il rilancio dell’economia ma si limita a cancellare il reintegro nel posto di lavoro nel caso di licenziamento illegittimo. D’ora in poi i lavoratori saranno ricattabili, potranno essere licenziati con qualsiasi pretesto, e possono solo sperare di ottenere un risarcimento ridicolo dopo una causa che durerà anni».
Alla mobilitazione aderiscono ALBA Genova, Associazione Giuristi Democratici Genova, Attac-Genova, Centro Ligure di documentazione per la Pace, Circoli PRC Bianchini e Geymonat, CSP comunisti popolari, Comitato No Debito di Genova, Cobas Scuola Genova, Federazione dei Comunisti Anarchici Sez. N. Malara Genova, Pacifisti e pacifiste dell’ora in silenzio per la pace, Partito Comunista dei Lavoratori, PDCI Fed. di Genova, Rete Contro G8 per la globalizzazione dei diritti, Sinistra critica.
Il corteo si muoverà da Piazza De Ferrari in direzione della sede del Partito Democratico, in Piazza della Vittoria «Comunicheremo loro la nostra rabbia ed il nostro lutto anche usando le armi dell’ironia e della creatività, cercando di fare in modo che nessuno più si lasci ingannare dal loro definirsi “di sinistra” e ” dalla parte dei lavoratori”» , sottolineano i promotori.
«Questa riforma liberalizza i contratti a tempo determinato fino ad un anno, abolendo il principio (vigente dal 1962) che stabilisce che il contratto a tempo indeterminato è la regola. Solo una delle 47 forme di contratto precario attualmente esistenti verrà eliminata».
Un salto indietro di 50 anni che si pone in aperto contrasto con l’art. 1 della Costituzione. Una riforma «Approvata con il sostegno convinto del Partito Democratico che anzi ha proposto ed ottenuto di aumentare da sei mesi (proposta Fornero), ad un anno la possibilità di stipula di contratti a termine senza causale – concludono gli organizzatori – Il Partito Democratico ha ormai scavato un solco incolmabile con le classi lavoratrici, tradendo le proprie radici che affondano nel più grande partito comunista europeo e tradendo il proprio elettorato che continua a credere che sia ancora un partito di sinistra».