Un angolo di verde intorno ad una chiesa millenaria, nel cuore economico-finanziario di una moderna capitale
Ho recentemente avuto occasione di visitare il Garden Musem di Lambeth Palace Road, a Londra. Avevo più volte sentito parlare di questo museo ed ero quindi curioso di vedere se corrispondesse alle descrizioni.
In generale, il Regno Unito dedica, da sempre, grande attenzione al verde, sia pubblico che privato, ed è, senza dubbio, tra i Paesi europei quello in cui è più vivo l’interesse per la paesaggistica e per la botanica in generale. Quasi ogni casa ha, infatti, il suo spazio verde e moltissimi si dedicano con passione e perizia alla coltivazione di piante, alberi o, anche, di semplici ortaggi, sia in spazi estesi che in quelli estremamente ridotti. Girando per la città si vedono poi ovunque parchi e giardini, alberi ed arbusti che spuntano dalle austere cancellate dei palazzi. Le inferriate dei quartieri eleganti sono decorate con cassette e persino i lampioni hanno appositi portavasi, in estate straripanti di fiori del tabacco (nicotiana), surfinie, lobelie e mille altre varietà di essenze annuali. Solo in questo Paese esistono giardini comuni ed indivisi, nel centro delle piazze, con chiavi riservate ai fortunati proprietari degli immobili che su di essi si affacciano. Tra il cemento e lo smog cittadino, crescono quindi qui vere e proprie aree verdi. Superata la ringhiera in ferro nero e la coltre dei “mixed border” (bordi misti di erbacce perenni ed arbusti) che delimitano il
giardino centrale, si entra in una dimensione diversa che fa dimenticare che Londra è una delle grandi capitali mondiali, a più alto tasso di antropizzazione. La dimensione inglese delle cose è però sempre umana, il lusso frammisto alle cose semplici e di tutti i giorni ed il “verde”, inteso sia come elemento vegetale che modo di vivere, è parte integrante della vita delle persone.
In poche parole, tanto diffuso è, nel Regno Unito, l’interesse per il giardinaggio che gli stessi inglesi definiscono il loro Paese: “A Land of Gardners”.
Il museo di cui parleremo questa settimana e la prossima, va letto proprio alla luce di quanto sopra ed esso è espressione di questa particolare, tutta inglese, attenzione al tema del “Verde”.
Il Garden Museum è uno spazio piccolo ma interessante. E’ un giardino ma anche una raccolta di antichi strumenti di lavoro, di vasi e di prodotti per la cura delle piante. E’ un luogo dove si vendono libri, semi e dove non manca la tipica “tea room” inglese e dove, fra centenarie pietre di un edificio religioso sconsacrato, si mira a valorizzare la natura ed il suo rapporto con l’uomo.
In concreto, il piccolo spazio verde del Museo ha una origine piuttosto recente. E’ stato infatti creato nel 1980, poco dopo che la chiesa sconsacrata di St. Mary-at-Lambeth venne salvata dalla demolizione, restaurata e trasformata nel primo museo al mondo dedicato alla storia del giardino.
La realizzazione di un simile luogo ha tratto origine ed ispirazione dall’antica tomba di John Tradescant e di suo figlio. Entrambi furono grandi giardinieri, “cacciatori” di piante, viaggiatori e collezionisti ed essi stessi fondarono un museo, The Ark, nel giardino sito nella medesima parrocchia dell’attuale Garden Museum. In particolare, John il Vecchio viaggiò in Nord Africa e Russia, il Giovane compì invece tre lunghe spedizioni in America. Essi importarono nel Regno Unito molte piante quali: una particolare varietà di cipresso, l’acero rosso, l’albero dei tulipani (Liriodendron tulipifera) e la Yucca. Tutte queste essenze sono oggi molto diffuse ed ampiamente impiegate nei giardini.
Nel prossimo articolo ci addentreremo poi nella parte più caratterizzante del museo descrivendo il Knot Garden di ispirazione seicentesca.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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