I contenitori sulle finestre, sui balconi e sulle terrazze possono essere molto spontanei o di impianto più classico, a seconda delle piante utilizzate, del contesto e dei gusti del loro proprietario
Questa settimana forniremo un paio di esempi di come sia possibile realizzare una cassetta autunnale-invernale, dapprima soffermandoci su un contenitore più naturale e successivamente su di uno di impianto più classico.
Nel primo caso, consigliamo di mescolare varie essenze al fine di ottenere, nella cassetta, un insieme eterogeneo ed un intersecarsi della vegetazione che risulti il più spontaneo possibile. Nel fare ciò si potrà scegliere tra un numero enorme di piante. A titolo esemplificativo ne menzioneremo solo alcune, spetterà poi al lettore decidere quelle che si attaglino meglio alle sue esigenze. In generale sarà anche possibile utilizzare, per l’ossatura del contenitore, alcune essenze che risultino verdi d’inverno ma che producano fiori nel periodo primaverile-estivo e che dunque si prestino a tale doppio impiego.
Con riferimento a questo periodo dell’anno, possiamo menzionare, per la parte arbustiva, bossi, agrifogli, piccole tuie, la più esotica feijoa sellowiana (dalle foglie grigio-verdaste), piccole conifere, cespugli della famiglia dei ginepri, lavanda ma anche, eventualmente e qualora si volesse realizzare una cassetta per la zona cucina, piante aromatiche quali timo, rosmarino, alloro, erba salvia…
In merito invece alle piante da fiore, si potrà optare per essenze dalle fioritura breve ma intensa quali settembrini (come dice il nome durano in fiore solo a settembre) eriche, margherite della famiglia dei crisantemi (preferibilmente quelle a fiore semplice), viole, gli eleganti ellebori oppure per piante dalle infiorescenze più durature come i ciclamini.
Una menzione a parte merita l’inserimento delle solanacee. Tra queste spicca il solanum capsicastrum che forma dei cespugli di medie dimensioni, dalle foglie di un verde brillante intenso, produce una fioritura nei toni del bianco ma soprattutto, nella stagione in discussione, molte bacche di colore arancione acceso. Queste ultime appaiono, da un punto di vista estetico, molto decorative ed interessanti.
Analogamente a questo cespuglio, nel contenitore potranno essere inserite altre essenze che producano frutti quali ad esempio: berberis, alcuni ginepri o eventualmente alcune varietà di rose tra cui quella rugosa. Molto ovviamente dipenderà dalle dimensioni della cassetta ed anche dall’insieme di piante, alcune infatti tra quelle menzionate sono spoglianti (la rosa rugosa) e quindi saranno esteticamente interessanti soprattutto se mescolate ad altre sempreverdi. In ogni caso, al fine di colmare eventuali vuoti, sarà sempre possibile l’impiego di edere, dalle foglie variegare, o del senecio dal fogliame grigio-argenteo.
Nel caso si voglia creare una cassetta che si caratterizzi per un aspetto più formale e meno classico, si potrebbe invece optare per il seguente insieme di piante. Innanzi tutto, si potrebbero collocare, ai due lati del contenitore, due identici arbusti di bosso, oppure specie di inverno di skimmie o piccoli agrifogli. A questo punto, specie per i bossi che ben si prestano ad essere modellati secondo i dettami dell’“ars topiaria”, si potrà optare per una duplice scelta: lasciar crescere le piante in forma spontanea oppure regolarle a cono, a sfera, a piramide o come meglio si vorrà. Tra le predette piante, sarà poi possibile collocare, nel primo autunno, eriche, settembrine o margherite (preferibilmente quelle semplici e non doppie) appartenenti alla famiglia dei crisantemi, in inverno, ciclamini o anche gli ellebori dalle splendide fioriture bianco puro o bianco-rosate.
Nel caso in cui si voglia mantenere questo impianto di base per tutto l’anno, sarà sufficiente continuare ad introdurre, nel tempo, nuove essenze (annuali o bulbose) in sostituzione di quelle che, via via, sfioriranno. L’ossatura della cassetta rimarrà quindi sempre la stessa ma il variare delle colorazioni, delle forme e delle dimensioni delle essenze che verranno ad inserirsi tra i bossi o gli altri arbusti scelti, trasformeranno completamente l’insieme, rendendolo sempre nuovo ed esteticamente interessante.
Alle piante sopra descritte sarà poi evidentemente sempre possibile, a completamento dell’insieme, aggiungerne altre. Ad esempio, possiamo menzionare, tra le infinite possibilità, edere bianche e verdi o verdi, elicriso oppure anche, eventualmente e secondo una moda molto British, dei Paesi Bassi e del Belgio, rami secchi ritorti o molto ricchi di gemme e rametti laterali.
Il risultato complessivo sarà articolato, spontaneo ed ottimo, specie quando nel cuore dell’inverno la pioggia, la brina o la neve risaltano sulle cortecce, sui rami secchi e frastagliati, sulle foglie coriacee dei piccoli arbusti o tra le bacche colorate.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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