L'affermazione attribuita a Roberto Casaleggio dimostra quanto sia diffusa in Italia la pratica di "ritocco" nella traduzione di articoli stranieri. Per non cadere nel "tranello" è sempre consigliabile leggere anche l'articolo in lingua originale
La scorsa settimana abbiamo parlato del CEFR e dei sei livelli da esso indicati per misurare le abilità linguistiche degli studenti di una lingua straniera. La domanda implicita lasciata in sospeso e alla quale avrei voluto dare risposta questa settimana è: in quale modo è possibile valutare il proprio livello di conoscenza dell’inglese, del francese o di un’altra lingua? Per rispondere in maniera esaustiva, vi chiedo una settimana di pazienza. In questi giorni, infatti, troppo succulenta si è presentata un’occasione per combinare riflessioni linguistiche legate all’inglese a eventi di attualità e (dis-)informazione.
Mi riferisco alla notizia passata su giornali e tv nazionali secondo la quale il web guru del Movimento 5 Stelle, Roberto Casaleggio, in un’intervista a un quotidiano britannico, The Guardian, avrebbe affermato: “Grillo è come Gesù e gli apostoli. Anche il suo messaggio si trasformò in virus.” Questo, almeno, secondo la traduzione data da giornali italiani quali il Corriere della Sera, l’Unità , Secolo XIX e altri.
Per curiosità e perché “a pensar male molto spesso ci si azzecca,” come diceva Andreotti, sono andato a spulciare il sito del Guardian per leggere l’articolo in lingua originale. L’articolo inizia con le parole di Casaleggio: “It’s like Jesus and the apostles. His message too became a virus.” La traduzione corretta è la seguente: “E’ come Gesù e gli apostoli. Anche il suo messaggio si diffuse in modo virale.”
Da dove ha origine questa differenza? Facciamo un breve ripasso di grammatica per capire meglio. In inglese, i pronomi personali soggetto he e it si usano in due situazioni diverse. Il primo si utilizza per gli esseri umani di genere maschile, mentre il secondo viene usato al posto di sostantivi di genere neutro. Se quindi la frase fosse stata: “He’s like Jesus” con he (“egli”) riferito a Grillo, la traduzione dell’Unità e del Corriere sarebbe stata corretta. La dichiarazione di Casaleggio però inizia con “It’s,” pronome riferito al sostantivo neutro “message” che segue nella frase successiva.
Capite quindi che la differenza di significato è molto profonda. L’equazione Grillo = Gesù data dai giornali nazionali ha sull’opinione pubblica un impatto ben diverso rispetto a un semplice paragone tra due situazioni, quella della rapida diffusione del messaggio di Gesù e degli apostoli nel passato e del Movimento 5 Stelle oggi, per quanto si possa apprezzare o meno il gusto di Casaleggio nella scelta di tale similitudine.
L’errore di inglese dei giornalisti di Corriere, Unità e Secolo XIX sarebbe da circoletto rosso in prima media, il che mi porta a formulare due ipotesi.
A. Ai giornalisti che si occupano di stampa estera mancano le basi in lingua inglese – ma allora come fanno a leggere i giornali che non sono scritti in italiano?
B. Hanno peccato di grossolanità e quindi disinformato i lettori.
Ne avrei una terza, dettata ancora dall’aforisma di Andreotti, ma non voglio pensare che sia questo il caso.
La superficialità, comunque, indigna e non perché si tratti di Casaleggio, che non è mia intenzione difendere. Potrebbe trattarsi di Berlusconi, Maradona, Epaminonda o chiunque altro: la verità e la correttezza dell’informazione devono porsi al di sopra di tutto per permettere alle persone di avere gli elementi necessari per formulare giudizi e opinioni.
Se ancora ce ne fosse stato bisogno, questo episodio è la riprova di un tema cardine per cui è nata questa rubrica. L’inglese ormai non è fondamentale solo per incrementare le proprie opportunità lavorative, ma è diventato uno strumento imprescindibile per avere una visione della realtà più ampia, formarsi una coscienza critica e non lasciarsi manipolare da messaggi fuorvianti o parziali.
Per la cronaca, l’articolo del Guardian, come avrete modo di leggere, usa toni irriverenti nei confronti di Casaleggio, ironizzando in modo sottile sul suo boyish smile (“sorriso da ragazzino”) e mettendo il dito nella piaga della scarsa affluenza numerica alle primarie online del M5S. Il ritratto che ne esce fuori non è idealizzato, ma semplicemente reale. D’altra parte, in Inghilterra la stampa è lo watchdog, il cane da guardia, della politica, non la sua scimmietta ammaestrata… See you!
Daniele Canepa