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Homeless in Italia, una ricerca sul fenomeno dei senza dimora

Per la Fio.PSD sono 60 mila. La risposta pubblica, diretta o indiretta, arriva a coprire circa la metà del fabbisogno, il resto lasciato alla spontanea azione di enti ed organizzazioni private


3 Novembre 2011Notizie

Una persona è considerata senza dimora quando versa in uno stato di povertà materiale e immateriale, connotata dal forte disagio abitativo, cioè dall’impossibilità e/o incapacità di provvedere autonomamente al reperimento e al mantenimento di un’abitazione in senso proprio.

Il fenomeno, che costituisce un elemento ricorrente di marginalità sociale nei paesi economicamente avanzati, è difficile da misurare ed è poco indagato.

Per colmare tale lacuna informativa l’Istat, insieme al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, alla Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora (fio.PSD) e alla Caritas Italiana, ha aperto un nuovo fronte di ricerca finalizzato a delineare un quadro approfondito del fenomeno delle persone senza dimora e del sistema di servizi formali e informali ad esse destinati sul territorio italiano.

E proprio oggi a Roma sono stati presentati i dati prodotti dalla prima fase della ricerca.

Sono 727 gli enti e le organizzazioni che, nel 2010, hanno erogato servizi alle persone senza dimora nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta la rilevazione. Essi operano in 1.187 sedi ed ognuno eroga, in media, 2,6 servizi, per un totale di 3.125 servizi.

Un terzo dei servizi riguarda bisogni primari (cibo, vestiario, igiene personale), il 17% fornisce un alloggio notturno, mentre il 4% offre accoglienza diurna.

Molto diffusi sul territorio sono i servizi di segretariato sociale (informativi, di orientamento all’uso dei servizi e di espletamento di pratiche amministrative, inclusa la residenza anagrafica fittizia) e di presa in carico e accompagnamento (rispettivamente, 24% e 21%).

I servizi di supporto ai bisogni primari hanno un’utenza annuale quasi venti volte superiore a quella dei servizi di accoglienza notturna e più che doppia rispetto a quelli di segretariato sociale e di presa in carico e accompagnamento.

Gli enti pubblici erogano direttamente il 14% dei servizi, raggiungendo il 18% dell’utenza. Se ad essi si aggiungono i servizi erogati da organizzazioni private che godono di finanziamenti pubblici, si raggiungono i due terzi sia dei servizi sia dell’utenza.

“I dati presentati oggi da ISTAT- commenta Paolo Pezzana, presidente della Fio.PSD – ci ricordano che nel Paese c’è una fascia importante e secondo la nostra esperienza crescente, di persone che non riescono a soddisfare con le loro risorse e capacità neppure i propri bisogni primari e che dunque dipendono letteralmente per la sopravvivenza dalle risorse della comunità in cui si trovano (per la Fio.PSD sono 60 mila). Sapremo quante e chi queste persone siano completando l’indagine nei prossimi mesi, ma sappiamo sin d’ora che la soddisfazione di tali bisogni assorbe la maggior parte delle energie dei servizi che alla grave emarginazione si dedicano. Il dato ci dice anche che nel nostro Paese la risposta pubblica, diretta o indiretta, arriva a coprire circa la metà del fabbisogno che tali servizi vanno ad integrare, il resto lasciato alla spontanea azione di enti ed organizzazioni private che agiscono la loro missione, senz’altro di pubblica utilità, senza legame con le pubbliche autorità.”

“La maggior parte delle realtà del nostro Paese sembra essere appiattita su un intervento di mero contenimento del fenomeno, legato all’emergenza ed all’assistenza primaria e non alla promozione di un effettivo tentativo di reinclusione sociale – aggiunge Pezzana – Quali risorse hanno a disposizione gli operatori, in larga parte professionali, impegnati in tali servizi, per dare un seguito ai percorsi che propongono alle persone, se i servizi di cui i loro sistemi sono dotati non offrono loro che risorse di “bassa soglia” o “primo livello” ? Come connotare la dimensione promozionale ed educativa dei percorsi che si propongono alle persone se il sistema non è configurato per questo?”

L’impegno di Fio.PSD prosegue nella seconda fase della ricerca (www.ricercasenzadimora.it), che si svolgerà in tutta Italia a partire dal 20 Novembre e consisterà nello svolgimento di oltre 5000 interviste che mirano a definire numeri e profilo delle PSD presenti su territorio nazionale.

 

Matteo Quadrone


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