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Istituto Idrografico: Genova rischia di perdere un’eccellenza

Lettera aperta di un dipendente dell'Istituto Idrografico della Marina indirizzata ai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle. I lavoratori sono preoccupati per il possibile trasferimento a La Spezia


25 Marzo 2013Notizie

istituto-idrograficoUna lettera aperta di un dipendente dell’Istituto Idrografico della Marina indirizzata al gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, riapre la questione del paventato trasferimento di una storica eccellenza cittadina ospitata dal 1823 all’interno del Forte di San Giorgio.
La spending review non risparmia neppure l’Ente Cartografico dello Stato – preposto e certificato alla produzione di tutta la cartografia nautica italiana – che sta studiando una nuova struttura organizzativa ed una migliore e più adeguata sistemazione logistica. L’attuale presidio militare, nonostante le continue risistemazioni generali, non è più idoneo alle vigenti normative antinfortunistiche e di sicurezza.
Il lavoratore, tecnico cartografico dell’IIM dal 1976, si appella alla sensibilità dei consiglieri comunali a 5 stelle affinché «Si possa contare su un vostro diretto interessamento per un aiuto concreto di supporto e sostegno nello scongiurare un eventuale trasferimento di sede».
«Recentemente abbiamo ricevuto la visita del Capo di Stato Maggiore – continua il dipendente dell’IIM – il quale ha fatto intendere, in sintesi, quanto segue: “… nel raggiungimento degli obiettivi che ci sono stati affidati e in collaborazione con le diverse Amministrazioni ed Organi dello Stato, nel rispetto di una migliore gestione della spesa pubblica, si auspica una imminente nuova collocazione ad hoc dell’IIM sul territorio genovese, altrimenti, si prospetta il serio rischio di spostare il medesimo e la sua forza lavorativa a La Spezia, dove è già disponibile un’area tecnica di servizio, all’interno dell’Arsenale Militare”».

Orma da anni si parla di una possibile nuova sede ideale per l’Organo Cartografico dello Stato «Ma le Istituzioni tutte, le parti sindacali, il Ministero della Difesa e quant’altri, non hanno mai trovato una soluzione adeguata – scrive il tecnico cartografico – Personalmente ho sempre avuto la sensazione che non si sia mai lavorato seriamente nel merito delle tematiche risolutive».
Le alternative emerse in passato sono numerose «Ricordo tra le altre: una struttura del Ministero della Finanza nei pressi dell’aeroporto; nell’Area Expò vicino alla Capitaneria presso i Magazzini del Cotone; all’interno della Caserma Gavoglio al Lagaccio, ecc. La più recente sistemazione è stata la migliore proposta: quella pertinente l’area degli Erzelli, senza dubbio, la nostra collocazione più naturale, inserita all’interno del cosiddetto “nuovo polo tecnologico genovese”, in fase di realizzazione sulle alture tra Cornigliano e Sestri Ponente».

L’autore della missiva sottolinea la preoccupazione delle maestranze civili, circa 110 dipendenti «La vera anima professionale tecnico/artistica dell’IIM, da sempre produttiva e indispensabile».
In sostanza occorre un nuovo sito, con le caratteristiche idonee ad ospitare la nuova sede dell’Istituto Idrografico della Marina. «L’organo direttivo attuale ha quantificato l’area disponibile necessaria in circa 8.000 mq – spiega la lettera – la soluzione migliore sarebbe un edificio ex-novo costruito secondo criteri standard; in alternativa, una struttura già esistente purché su unico piano a terra o, al massimo, su due piani».
In quanto Ente dello Stato e per le sue caratteristiche specifiche di servizio nazionale e di interesse collettivo verranno vagliate solo proposte in concessione comunale, provinciale, regionale o di proprietà demaniale, oppure proposte provenienti da soggetti privati esclusivamente a titolo di concessione gratuita, ad esempio in cambio di un ritorno di immagine.
«Ringrazio per la pazienza nell’avermi letto, certo di un vostro proficuo interessamento a proposito – conclude il lavoratore – Rimango in attesa di notizie, idee, collaborazioni, soluzioni di nuova sede ed eventuali, che possano venire in aiuto alle nostre esigenze collettive, non solo professionali ma, nella peggiore delle ipotesi di trasferimento della sede a La Spezia, purtroppo anche di carattere familiare».

 

Matteo Quadrone


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