Fiori bianchi profumatissimi, foglie verdi scuro cerose e frutti arancione intenso su un arbusto dalla forma scultorea. Una pianta semplice da coltivare
Nei nostri articoli settimanali abbiamo di rado parlato di agrumi, che invece ben si adattano al clima della Liguria ed in generale della costa italiana affacciata sul Mar Mediterraneo. Trattando sempre di piante un po’ particolari, tra queste ci soffermeremo sul Kumquat. Questo agrume è stato dapprima inserito nel genere Citrus, fino al 1915 circa quando un botanico lo ha collocato in uno a parte, denominato Fortunella, che a sua volta si compone di sei specie tutte di origine asiatica.
Questo alberello sempreverde raggiunge al massimo i tre, cinque metri di altezza (in realtà spesso, nei nostri climi, al massimo i due o tre) e proviene originariamente dalla Cina. Qui viene per la prima volta menzionato in letteratura intorno alla metà del 1100. Si diffonde poi in Giappone e viene, solo successivamente, introdotto in Europa e poi nel Nord America, a metà del diciannovesimo secolo.
La crescita della pianta è regolare (per questo non necessita di particolari potature) e lenta. L’impatto del Kumquat è molto scultoreo e le dimensioni dell’arbusto restano contenute, perfette anche per piccoli spazi. Dal punto di vista estetico, la pianta è estremamente interessante. In genere si presenta come un alberello di piccole dimensioni, dalla chioma rotondeggiante e molta folta, su un tronco liscio di circa un metro e mezzo/due di un marrone intenso. Le foglie sono più piccole di quelle degli altri agrumi, leggermente appuntite, verdi scuro, coriacee e lucenti.
I fiori sono bianco puro, profumatissimi e compaiono in primavera inoltrata (a differenza degli altri agrumi che fioriscono già nel tardo inverno). Il Kumquat si caratterizza per un prolungato periodo di riposo vegetativo, che si protrae fino alla primavera e che consente alla pianta di resistere tranquillamente a temperature piuttosto rigide (anche fino a 10 gradi sotto lo zero). Tale adattabilità, maggiore di altri agrumi, consente un ampio impiego del Kumquat, anche in zone a clima più rigido o continentale dove saranno comunque eventualmente utili protezioni invernali.
Il nostro arbusto si adatta bene a terreni ricchi, cresce tanto in terra piena che in vaso, meglio se di grandi dimensioni. Necessita, per fruttificare abbondantemente, di annaffiature costanti e, se coltivato in contenitori, di nebulizzazioni della chioma per mantenere un buon livello di umidità. Nei paesi di origine, le piante sono spesso soggette ad inondazioni periodiche, tollerano quindi brevi periodi di ristagni d’acqua.
La varietà più conosciuta ed impiegata in Italia è il Fortunella Margarita, esistono peraltro anche tipologie diverse tra cui il Fortunella Japonica, assai diffuso in Asia e caratterizzato da frutti di forma rotondeggiante anziché ovoidale. Consiglio di provare a coltivare questo arbusto sia per l’aspetto estetico che per la bontà dei frutti, dal gusto particolare ed insolito.
Si potrà mescolare il Kumquat a Bambù e Clematidi sulle terrazze, utilizzare da solo in vecchi vasi di cotto o inserire in contenitori, a contrasto con il ghiaietto grigio di cortili e giardini di stampo ottocentesco. Il verde scuro delle foglie, la forma scultorea della pianta e l’arancione intenso dei frutti che seguono le profumatissime fioriture bianco puro lo rendono, infatti, un ottimo punto focale per i contesti più diversi. Ne ho visto impiegare una coppia, in antichi vasi da agrumi, ai lati di un portone di una vecchia casa toscana. L’insieme era perfetto: in inverno la semplice forma, in primavera i fiori bianchi ed in estate i frutti arancioni intenso spiccavano, inusuali ed orientaleggianti, sulle pareti scrostate dal colore indefinito.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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