Venerdì 16 novembre dalle ore 16 alle 18, un'occasione per riflettere sulle problematiche del lavoro nella nostra regione con i lavoratori direttamente coinvolti dalla crisi, rappresentanti istituzionali e politici
“Liguria terra di santi, naviganti e cassintegrati”, questo il titolo volutamente provocatorio per un incontro che mette al centro le problematiche del lavoro, in programma venerdì 16 novembre dalle ore 16 alle 18, presso l’auditorium del Galata Museo del Mare, organizzato dal movimento Fratelli e Fratellastri che chiama a raccolta i lavoratori delle aziende liguri direttamente coinvolti dalla crisi, rappresentanti istituzionali e politici, con l’obiettivo di creare una nuova via di cooperazione.
«Siamo al termine di un anno di transizione, iniziato all’insegna dell’austerity imposta dalla profonda crisi economica che ha investito tutta la società occidentale – scrive il movimento in una nota – Non è stata risparmiata la nostra comunità che ha visto drammaticamente aumentare il tasso di disoccupazione ed indigenza. Siamo continuamente investiti da notizie sconfortanti sulla tenuta della nostra economia, costretta spesso a rispondere a leggi di mercato imposte da lobbies di potere. Le nostre imprese, sia piccole che medio-grandi, sono costrette a fronteggiare questa crisi sacrificando i lavoratori oppure costringendoli a immensi sacrifici».
«Il titolo vuol mettere in evidenza un problema sempre più grave – spiega Stefano Ajduk di Fratelli e Fratellastri – I dati Istat per la Liguria parlano di una crescita della cassa integrazione ordinaria e straordinaria».
La cassa integrazione è uno strumento che viene richiesto dall’azienda «Ma quello che dovrebbe essere un ammortizzatore sociale, in attesa del rilancio dell’attività lavorativa, spesso e volentieri diventa l’anticamera della chiusura dell’azienda – racconta Ajduk – senza offrire alcuna prospettiva futura ai lavoratori».
Il problema riguarda grandi aziende ma pure aziende medio-piccole «È una catena di Sant’Antonio che coinvolge tutto il territorio», sottolinea l’esponente di Fratelli e Fratellastri.
La crisi, in alcuni casi, è diventata la scusa per tagliare personale. Purtroppo sono tanti gli esempi «La multinazionale Ericsson dal 2005 ad oggi ha aperto diverse finestre di incentivo all’esodo – continua Ajduk – Gli occupati sono passati dai 1100 della vecchia “Marconi” agli attuali 700. Ed ora sono a rischio altri 94 posti di lavoro. Di questo passo l’azienda verrà svuotata di figure lavorative primarie».
E poi c’è la questione della delocalizzazione, sempre più in voga quale risposta all’esigenza di risparmiare sulla forza lavoro. Emblematico è il caso della Lincoln Electric di Serra Riccò che ha deciso di spostare la produzione in Polonia .
«Bisogna fare una riflessione concreta – afferma l’esponente di Fratelli e Fratellastri – Non esistono altri strumenti oltre la cassa integrazione? Forse c’è stato un abuso nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali. In molti casi vengono richiesti semplicemente per risparmiare, magari perché diminuiscono le commesse. Ad esempio la società Call&Call, con sede a Cornigliano, legata al network di call center che svolgono attività di assistenza e vendita in outsourcing: solo a Genova ci sono 78 persone in cassa fino a dicembre. Ma una volta esaurite le risorse economiche i lavoratori andranno in disoccupazione e per loro sarà difficile trovare una ricollocazione sul mercato del lavoro».
Di tutti questi temi si parlerà venerdì 16 novembre dalle ore 16 alle 18 presso il Galata Museo del Mare.
I relatori inviatati a intervenire sono:
-‐ Stefano Ajduk (movimento Fratelli e Fratellastri)
-‐ Angela Burlando (membro Partito Socialista Italiano)
-‐ Paolo Putti (consigliere comunale Movimento 5 Stelle
-‐ Lavoratori delle aziende liguri in difficoltà
Il dibattito sarà moderato da Scandar Ayed membro Fratelli e Fratellastri
Matteo Quadrone
[foto di Roberto Manzoli]