La scorsa settimana un esponente politico inglese è stato protagonista di un episodio in linea con un atteggiamento classista riscontrabile anche in alcuni aspetti linguistici
Andrew Mitchell è un esponente del Conservative Party, attualmente al governo nel Regno Unito, all’interno del quale occupa il ruolo di Chief Whip, occupandosi di aspetti disciplinari nel partito. Per esempio, controlla che i Members of Parliament- o semplicemente MPs – del suo gruppo siano presenti in aula, partecipino alle votazioni e seguano i dettami del governo facendone passare le proposte di legge.
Oltre a ricoprire questo incarico prestigioso, però, ho delle buone ragioni per ritenere che nel tempo libero Andrew Mitchell si dedichi alla lettura della rubrica di Era Superba sulla lingua inglese. Già, perché non avrei altri modi per spiegare la tempestività con la quale il Chief Whip si è reso protagonista di un episodio di spudorato classismo, a riprova di quanto il tema dell’us and them, che abbiamo introdotto la scorsa settimana, sia non solo reale ma anche assolutamente attuale.
Pochi giorni fa, Mitchell si stava recando in bici a Downing Street, la sede del Primo Ministro britannico, il conservatore David Cameron. Al cancello, però, i poliziotti di guardia gli hanno negato l’accesso, che il regolamento prevede debba avvenire a piedi. Mitchell non l’ha presa bene e dopo una discussione animata ha chiuso il siparietto apostrofando gli agenti come: “Plebs”, plebaglia.
A onor del vero, la versione secondo la quale il Chief Whip avrebbe dato dei plebei ai poliziotti è stata data dagli agenti stessi, mentre l’esponente conservatore, seppur scusandosi per lo scatto d’ira, sostiene di non avere usato tale termine offensivo: un’inchiesta stabilirà chi dice la verità.
Quello che ci interessa, tuttavia, è tornare all’aspetto linguistico collegato a quello sociale e culturale. La presenza del classismo in UK è percepibile attraverso episodi analoghi a quello di Andrew Mitchell, ma anche, come anticipato, nella lingua e in particolare nella pronuncia. La RP, la pronuncia “ricevuta” nelle élitarissime public schools e in ambito universitario a Oxbridge (composto di Oxford e Cambridge) è uno status symbol ed è l’accento proprio della ristretta classe di potere britannica.
E’ importante sottolineare il carattere non regionale della Received Pronunciation. In Italia siamo abituati ad accettare ogni tipo di accento locale, purché il nostro interlocutore parli in modo comprensibile. Non sono la pronuncia o la cadenza che ci fanno capire il suo background culturale e sociale. Poco importa se questa persona proviene da Firenze e pronuncia “bene” con la “e” aperta oppure se è cresciuta a Parma e ha una “r” particolarmente rotata: sono in realtà la sua proprietà di linguaggio, il suo vocabolario e la sua correttezza espressiva a rivelarci chi è.
La RP, invece, è un accento di classe, per quanto affondi le proprie radici nel sud dell’Inghilterra, dove infatti si trovano sia Oxford e Cambridge sia le public school più prestigiose (guarda caso Mitchell ha studiato alla Rugby School e si è laureato a Cambridge ).
La domanda che può sorgere è: se si tratta di un accento proprio di un numero così ristretto di persone, perché gli viene dedicata così tanta attenzione?
Come studenti di lingua inglese, conoscere che cosa è la RP è imprescindibile. Quando i dizionari presentano la pronuncia di una parola, il modello britannico di riferimento che usano è la Received Pronunciation. Per esempio, se non sapete come si legge la parola derby, troverete tra parentesi oblique /ˈdɑː.bi/ e potrete essere certi che, per quanto guardata con antipatia dalle working classes, quella pronuncia “ricevuta” sarà comprensibile a tutti.
Proprio per questa ragione la RP ha un ruolo fondamentale, in quanto permette allo studente disorientato in quella autentica giungla che è la pronuncia inglese di avere un modello di riferimento saldo al quale fare affidamento per farsi capire dal suo interlocutore.
Ma come mai – sarà la successiva domanda – è un accento così élitario a essere diventato il modello di riferimento? Ahimé, la risposta in questo caso è che in una lingua non vige la democrazia e che la varietà linguistica che si afferma è quella di chi detiene il potere. E proprio da quest’ultimo sono al momento esclusi coloro che Mitchell & co. chiamano plebs.
Daniele Canepa
[foto di Diego Arbore]
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