Tutti i modi di dire "zero" nella lingua inglese. Nel linguaggio sportivo "love" nel tennis e "nil" nel calcio, ma nel linguaggio comune si dice "oh", "zero" oppure "nought"
L’articolo della scorsa settimana gli ha portato fortuna: ce l’ha fatta Andy Murray a riportare il trofeo di Wimbledon in Gran Bretagna. L’ultimo tennista britannico a trionfare sul prato verde del Centre Court era stato Fred Perry – sì proprio lui, quello delle t-shirt – nel lontano 1936.
Il punteggio a favore dello scozzese al termine della finale contro il serbo Novak Djokovic, è eloquente: tre set a zero o, come si dice in inglese, three sets to love.
Love? Ma come: non voleva dire “amore”? In effetti, quest’ultimo è generalmente il significato più comune, ma love è anche una delle tante traduzioni possibili del numero zero in inglese. Nel caso del tennis, l’origine della parola è nel francese l’oeuf, l’uovo, la cui forma ricorda quella dello zero.
Il termine non è però applicabile a tutti gli sport. Se si parla di un match di calcio, per esempio, 1-0 si legge one nil. Chi ancora conserva qualche vago ricordo del liceo noterà l’assonanza nil / nihil: quest’ultima è una parola latina con il significato di “niente”.
Apro una piccola parentesi amarcord che si lega a questo discorso. Una decina d’anni fa mi trovavo in un piccolo stadio inglese ad assistere a una partita di League Two, più o meno la nostra ex Serie C2, alla quale era presente come panchinaro nella squadra ospite Paul “Gazza” Gascoigne, noto per essere tanto un talentuoso calciatore in campo quanto uno sciagurato bevitore nei pub di tutto il mondo. La squadra di casa vinceva uno a zero e il pubblico, per punzecchiare Gascoigne, iniziò a cantare: “Gazza, Gazza what’s the score” (“Gazza Gazza qual è il punteggio”). Da burlone qual era, egli si alzò e rispose: “One nil”. Caspita, pure Gascoigne, che parla un inglese incomprensibile anche ai suoi parenti più stretti, dimostrò così di avere una qualche infarinatura di latino. Forse lo aveva studiato nelle nottate romane quando giocava nella Lazio; in fondo sembra che bere qualche bicchiere aiuti a imparare le lingue straniere…
Spostandoci dallo sport al cinema, come leggere allora Agent 007? Né love né nil. In questo caso, così come quando si vuole comunicare un numero di telefono, 0 si legge oh (pronunciato all’incirca “ou”). James Bond è quindi double oh seven. A proposito: che la smettano di produrre ulteriori seguiti dei film sull’Agente 007. Ci provano in ogni modo, ma di attori che ne impersonino lo spirito come Sean Connery non si è mai trovato e non si troverà più nessuno: né l’attuale interprete Daniel Craig né Pierce Brosnan e nemmeno Roger Moore, la cui espressività era così ricca che una volta fu definito “uomo capace di riassumere tutte le emozioni umane nel movimento di un sopracciglio”.
Esiste anche il termine zero, usato in matematica e per indicare la temperatura. The temperature dropped to zero degrees, “la temperatura è scesa a zero gradi”.
Per concludere, l’ultima traduzione nella quale potete incappare è nought – è possibile anche lo spelling naught. Plans that come to naught, “programmi che non raggiungono nessun risultato”, cantavano i Pink Floyd in una delle loro canzoni capolavoro, Time.
Noughts sono anche gli zeri nei numeri milionari o miliardari. Si tratta di quei noughts che sono sempre numerosi nelle cifre dell’acquisto di cose inutili e dannose, come i cacciabombardieri in uno Stato la cui Costituzione ripudia la guerra. Riguardo a quanti siano gli zeri quando si parla invece di educazione, sanità e cultura, la risposta la dà Gazza Gascoigne in latino: nihil, in omaggio a Pompei che crolla insieme al livello culturale della nostra Italia … See you!
Daniele Canepa
[foto di Diego Arbore]