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Siria, oltre 15.000 morti nella guerra civile: manifestazione a Caricamento

Un presidio è in programma a Genova sabato 23 giugno, ore 16, in Piazza Caricamento, per esprimere solidarietà al popolo siriano distrutto da una guerra civile che il mondo sembra restare a guardare


22 Giugno 2012Notizie

Molte voci in questi mesi si sono alzate per esprimere rabbia, costernazione, dolore. La sollevazione, in origine esclusivamente pacifica, del popolo siriano è iniziata nel marzo dell’anno scorso ed è tutt’ora in corso, avendo assunto, nei mesi scorsi, le caratteristiche di una vera e propria guerra civile.

Non è appurato con assoluta certezza se in Siria ci siano state infiltrazioni di guerriglieri “esteri”, libici, della Penisola arabica, mujaheddin da nazioni vicine: quel che è certo è che siriani combattono contro siriani e la popolazione civile soffre e muore da più di un anno. Le altre primavere non sono certo sbocciate in tutta la loro potenziale e immaginata bellezza: la Libia è un paese sempre più diviso e lacerato da contenziosi regionali e tribali, l’Egitto…bhé è sotto gli occhi di tutti la neodittatura militare, in Bahrein si continua a manifestare e ad essere incarcerati, lo Yemen, nonostante una transizione presidenziale (di facciata), è sempre più stretto nella morsa di ribellioni religiose, jihad globale e povertà. Chi si aspettava una fresca ventata di “eau-de-revolution” stile europeo-statunitense, aveva decisamente sbagliato paesi e scenari.

Ad oggi la Siria rimane il teatro più sanguinoso delle Primavere arabe, con un numero di vittime che si aggira, secondo le ultime stime internazionali, a 15.000 morti. Le responsabilità, ovviamente e cinicamente, si rimpallano tra lealisti e  ribelli, regolari e bande armate, minoranze fedeli e sunniti sovversivi, classe borghese urbana e i più umili delle periferie e dei piccoli centri. Della molteplice e unita Siria del regno degli Assad rimane ben poco; l’unico bastione ancora integro, per il momento, è il Palazzo del Popolo (Qasr ash-sha’b), dimora del Presidente Bashar, su un’altura nei sobborghi di Damasco.

Anche Genova si è attivata nelle scorse settimane per mostrare solidarietà alle migliaia e migliaia di persone che hanno perso la vita in Siria, che sono scappate all’estero o  che soffrono all’interno del loro stesso Paese. A Palazzo Ducale sono state esposte le vignette satiriche del disegnatore Ali Farzat, a cui le forze governative siriane avevano spezzato le mani nell’agosto scorso affinché non potesse più sfidare il regime con le sue immagini irriverenti. La Comunità di Sant’Egidio ha organizzato una raccolta fondi a favore di un campo profughi ai confini con la Siria. La sezione genovese dei Giovani Musulmani d’Italia ha a sua volta realizzato una serie di iniziative: una cena per raccogliere fondi, diversi sit in e la partecipazione di alcuni suoi membri alla manifestazione nazionale a Roma pro-Siria. E infine c’è l’attivismo di cinque donne, alcune maestre alla scuola Daneo, che sperano prima o poi di rimettersi in contatto con le persone conosciute nel Paese visitato un mese prima dall’inizio delle prime manifestazioni.

Un nuovo presidio è stato organizzato per sabato 23 giugno, ore 16, in Piazza Caricamento. Diverse associazioni di cittadini stranieri di Genova hanno deciso di manifestare la loro solidarietà con la rivoluzione del popolo siriano: autodeterminazione, pace e libertà saranno le parole d’ordine dell’evento. «Il popolo è sovrano e lo stato deve garantire, al di sopra di ogni cosa, la sua legittima rappresentatività politica. Anche la politica internazionale dovrebbe fare di questo principio un caposaldo imprescindibile: ad oggi solo gli interessi sembrano guidare le scelte dei Grandi della Terra» spiega Abdelattif El Sayed, presidente della Comunità Egiziana nella Liguria e nel Mediterraneo «La solidarietà al popolo siriano ed alla sua rivoluzione ha un valore per tutti/e. Ci insegna una verità fondamentale: la gente che sceglie assieme di vivere meglio e si unisce pacificamente ha una volontà indomabile ed una forza che nessun esercito e nessun massacro può fermare» affermano gli esponenti della sezione genovese di Socialismo rivoluzionario.

La manifestazione è promossa da: Associazione Al Mohammadia – Associazione Imam Malek – Associazione Antirazzista 3 Febbraio – Comunità Egiziana nella Liguria e nel Mediterraneo – Movimento Politico Italia Colorata – Movimento sociale volontariato – Socialismo Rivoluzionario

Per adesioni: primaveramediterraneoabdellatif@yahoo.it – mauroa3f@libero.it

 

Antonino Ferrara


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