Contro la scelta di Prefettura di allestire un Cas a San Benigno, si alza la protesta del Municipio Centro Ovest: «Già sovraccarichi, siamo pronti alla piazza»
Fermare la realizzazione del Centro di accoglienza straordinaria al posto dell’ex bocciodromo di San Benigno, per ospitare 130 migranti che attualmente trovano ospitalità alla Fiera di Genova. Lo chiede a gran voce e all’unanimità la Conferenza dei Capigruppo del Municipio II – Centro Ovest che, nel corso di una conferenza stampa convocata questa mattina a Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova.
«Se entro i primi giorni della prossima settimana non arriva questa comunicazione, inizieremo con tutte le forme di protesta pacifiche e democratiche a disposizione di un’istituzione – annuncia il presidente municipale, Franco Marenco, come riportato dall’agenzia Dire – a partire dalla convocazione di un Consiglio di Municipio in piazza, sotto la prefettura, invitando a partecipare tutti i nostri cittadini». E se non dovesse arrivare il dietrofront da parte della Prefettura, per un progetto che dovrebbe essere realizzato entro la fine di maggio con un costo di 450.000 euro, non si escludono anche azioni legali. «Abbiamo chiesto un incontro con il sindaco e il prefetto oltre un mese fa – ricorda Marenco – e siamo ancora in attesa di una data che, a questo punto, pretendiamo. Ribadiamo la nostra contrarietà alle grandi concentrazioni di accoglienza, visto che nel nostro territorio ospitano oltre 300 persone. Inoltre, il luogo scelto dalla prefettura non è adatto: non c’è neanche un collegamento in autobus, c’è prostituzione, microcriminalità, spaccio”.
Il presidente Marenco ribadisce anche quanto sottoscritto la scorsa settimana dall’assessore comunale alla Politiche sociale, Emanuela Fracassi, ovvero che «a Genova, finché non ci sarà l’applicazione della direttiva nazionale, non ci debbano essere più centri di accoglienza, essendo la città già ampiamente sopra soglia. Perché dobbiamo essere sempre noi responsabili? I municipi Centro est e Centro ovest sono sovraccarichi». E si chiede anche una forte presa di posizione “politica” al Comune di Genova dato che Palazzo Tursi «può concordare con la prefettura le zone di interesse per i centri di accoglienza. Si parla sempre di riqualificazione di periferie, ma quando c’è da mettere una servirà si individuano sempre le stesse zone tradizionalmente popolari e periferiche».