Muri di piante mediterranee nel Sud della Francia e pareti verdi in un appartamento settecentesco, nel centro di Parigi. Grazie alle nuove tecniche progettuali ed ai moderni terricci, il “verde” cresce e fiorisce ovunque, piegandosi anche alle più ardite scelte progettuali
Abbiamo già parlato, in un nostro precedente articolo, della tecnica di realizzazione dei tetti e dei muri verdi. Questa “tendenza” si è diffusa moltissimo negli ultimi anni, specie nelle grandi metropoli, tanto in Europa che negli Stati Uniti d’America e persino nei Paesi asiatici emergenti. In generale, queste progettazioni vengono utilizzate principalmente all’esterno, in luoghi spesso impensati. Quest’estate ad esempio ho molto apprezzato una particolare applicazione progettuale nel sud della Francia.
In prossimità del porto di imbarco per le isole Porquerolles, vi è un lunghissimo muro divisorio, alto un paio di metri. Posto tra la strada e le proprietà private, è stato ricoperto di una fitta rete metallica, di un substrato di terriccio ed è ora popolato di migliaia di piantine, principalmente autoctone e mediterranee. D’estate l’insieme è davvero suggestivo, colorato ed inusuale. Anche uno spazio pubblico può quindi essere destinatario di questa tecnica di impianto che, una volta realizzata, sembra garantire risultati sorprendenti ed una bassa (data l’estensione del muro!) manutenzione.
Sempre in tema, ho letto di recente un articolo che mi ha incuriosito. Non avevo, infatti, ancora visto realizzare simili opere a “verde” in un contesto privato. In Francia, per la precisione a Parigi, un progettista ha voluto sottolineare l’interazione tra interno ed esterno tramite un inusuale impiego della tecnica delle pareti verdi.
Il risultato finale lascia l’osservatore davvero colpito e quasi basito. In un edificio di fine Settecento il proprietario ha ricavato la propria abitazione che si affaccia su di un cortile interno. Quest’ultimo è stato arredato come un salotto ottocentesco, con tanto di camino, specchiera e classico orologio. Il tutto contrasta però con una rigogliosa parete verde che ad esso fa da sfondo, in cui crescono Heuchere, Bergenie, Felci, Edere e molte altre varietà di erbacee perenni.
Queste piante sono state scelte, secondo precisi criteri progettuali, per la loro adattabilità e per il loro cromatismo. Sono tra loro frammiste, mescolate secondo uno schema preciso. Creano contrasti di colori e di forme, sfruttando non solo le colorazioni ma anche le diverse fogge e le estensioni variabili delle foglie (strette, lunghe, larghe, aghiformi…). Il cortile è poi visibile da varie angolazioni e da molti punti di vista, un po’ come nelle “ville” romane e nei monasteri medioevali diventa il centro della casa.
Le vetrate in cristallo permettono infatti di valorizzare l’elemento vegetale, rendendo la Natura presente anche nel cuore di un appartamento cittadino. Il progetto stupisce lo spettatore con un fantasioso contrasto tra disegnato e costruito ed elemento vegetale spontaneo e naturale: l’istallazione non passa di certo inosservata. È la dimostrazione (forse estrema) che, anche grazie alle moderne tecniche progettuali ed agli attuali terreni di coltura, il “verde” si può adattare a tutto, crescere (e fiorire!) davvero dappertutto, persino nel pieno centro di una metropoli, nel buio di un cortile interno.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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