Gli esponenti dei partiti nazionalisti europei in congresso a Genova l'11 febbraio, per coordinare il "nuovo anno di lotta". Ancora sconosciuta la sede dell'evento che vedrà riuniti i principali partiti dell'ultra destra europea
Una conferenza internazionale per inaugurare il nuovo anno “di lotta”, organizzato a Genova da Roberto Fiore, leader del movimento politico neofascista Forza Nuova, attraverso l’Apf (Alleanza per la pace e la libertà), l’associazione politica che riunisce i partiti nazionalisti europei. La data scelta è l’11 febbraio, alle ore 17.00, mentre ancora ignota la sede del congresso.
“Per l’Europa delle Patrie”, questo il titolo della conferenza, organizzata nel capoluogo ligure, che vedrà riunirsi i maggiori esponenti di alcuni dei principali partiti o movimenti nazionalisti europei; oltre a Roberto Fiore, leader storico dell’ultra destra italiana, saranno presenti Udo Voigt, segretario del partito Nazional Democratico di Germania, Yvan Benedetti, ultimo presidente del movimento neo fascista d’oltralpe conosciuto come “Missione Francese” (sciolto dal governo francese nel 2013 dopo la morte di un militante antifascista, avvenuta in seguito ad un pestaggio perpetuato da iscritti al movimento) e Nick Griffin, politico inglese ex presidente del Partito Nazionale Britannico. “A Genova i patrioti d’Europa si riuniranno ancora – si legge nel manifesto dell’iniziativa – per coordinarsi contro le minacce alla sopravvivenza delle nostre Patrie: immigrazione e terrorismo”.
L’Apf, associazione di estrema destra che attualmente ha 4 seggi all’Europarlamento, raccoglie alcuni dei principali partiti nazionalisti europei: dalla nostrana Forza Nuova alla greca Alba Dorata, dal partito Nazionaldemocratico di Germania allo spagnolo neo-franchista Democracia Nacional. Nel suo statuto si legge che l’associazione è impegnata a “fornire la leadership e istruzione richiesti dalla Gioventù Europea per resistere alla distruzione dei nostri valori tradizionali e conseguentemente dei nostri popoli e delle nostre culture”.
La scelta della città per questo evento potrebbe essere intesa come una provocazione, essendo Genova una delle piazze storiche dell’anti-fascismo italiano. Se la società civile, culturale e di movimento ha più volte dimostrato di avere gli anticorpi a certe recrudescenze, sta alla politica delle istituzioni e dei partiti la contrapposizione forte e inequivocabile ad uno sdoganamento pericoloso e allarmante, soprattutto se posto in relazione al contesto odierno delle molteplici “crisi”, che stanno creato il terreno fertile per paura e rassegnazione; sentimenti questi che la storia ci ha insegnato essere prodomi di ingiustizie e sopraffazioni.
Pietro Gobetti, giornalista antifascista torinese, che nel 1926 proprio da Genova partì per il suo esilio senza ritorno, scrisse: «Combattevamo Mussolini come corruttore, prima che come tiranno; il fascismo come tutela paterna prima che come dittatura; e rivolgemmo la nostra polemica contro gli italiani che non resistevano, e che si lasciavano addomesticare». Una manciata di anni dopo la sua morte, le leggi razziali divennero realtà “italianissima”.
Nicola Giordanella