Una decina di isole con prati e boschi, galleggianti sul mare. Questo il progetto presentato a New York. Grandi orti e giardini che crescono sull’acqua per smaltire i rifiuti e per rendere la metropoli più “verde”
Dopo aver descritto la High Line, questa settimana parleremo di un secondo progetto, ancora nella fase iniziale, che mira a valorizzare il ruolo del “verde” ed ad accrescere gli spazi dedicati a parchi e giardini nella città di New York.
L’idea di realizzare alcune gigantesche isole galleggianti sul mare, chiamate “Green Loop”, trae origine dalla volontà di migliorare la gestione dei rifiuti urbani, specie di quelli riciclabili ed “umidi” di una grande metropoli. New York produce, infatti, qualcosa come 14 milioni di tonnellate di scorie l’anno, il che implica costi di loro stoccaggio e trasporto per oltre 300 milioni. Tale movimentazione congestiona le strade, crea un enorme traffico, grandi quantità di anidride carbonica e notevole inquinamento atmosferico.
L’obiettivo degli ideatori del progetto consisterebbe nel valorizzare il “verde” cittadino, creando delle vere e proprie enormi isole sul mare, prospicenti a varie aree della metropoli. Tali spazi, sottratti all’acqua, verrebbero anche utilizzati per stoccare i rifiuti riciclabili da trasformarsi, attraverso un elaborato procedimento ecocompatibile, in compost ricco di minerali ed altamente concimante. Quest’ultimo verrebbe reimpiegato a New York o potrebbe essere eventualmente rivenduto a terzi. Nel progetto si mirerebbe a realizzare più o meno un’isola per ciascun quartiere in modo che ogni diversa area della città possa essere indipendente e possa autonomamente gestire lo smaltimento ed il riutilizzo dei propri rifiuti.
Questi giganteschi “Green Loop” permetterebbero inoltre di sfruttare enormi, nuove estensioni di terreno, si ipotizzano almeno 135 acri, da destinare esclusivamente a spazi verdi e parchi pubblici. Da un punto di vista estetico, spunterebbero dal mare varie aree verdi galleggianti sull’acqua, tutte diverse tra loro per vegetazione, scelte progettuali e finalità di impiego.
I centri di lavorazione delle scorie sarebbero infatti siti all’interno degli isolotti e completamente coperti dalla folta vegetazione. Sarebbe così possibile realizzare boschetti, giardini, piste ciclabili ed orti collettivi dove crescere vegetali e verdure, magari reimpiegando lo stesso compost derivante dall’operazione di riciclo e bonifica dei rifiuti urbani.
Il progetto nel suo complesso è assai avveniristico ma permetterebbe, al tempo stesso, di riutilizzare rifiuti, abbattere i costi di loro smaltimento, ridurre l’inquinamento e di creare, dal nulla, numerose aree verdi dai più svariati impieghi.
Le metropoli del futuro potrebbero quindi vedere, se questo ed altri progetti analoghi verranno realizzati, parchi e giardini che galleggiano sul mare o alberi spuntare dai balconi dei nuovi grattacieli, come nel caso del “Bosco verticale” di Stefano Boeri a Milano.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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