Perché in un paese anglofono non è possibile dormire in una stanza o mangiare dei confetti…
In ambito economico, la parola inglese loan definisce una somma di denaro che la banca presta a un cliente per poi farsela restituire – con gli interessi.
In linguistica, il concetto di prestito è invece diverso. Con loanword – si può anche scrivere staccato, loan word – si indica una parola che proviene da una lingua di origine ed entra a far parte in pianta stabile della lingua che la riceve.
Essendo venuto nel corso della sua storia a contatto con un grande numero di lingue e culture, l’inglese ha accolto una notevole quantità di loanwords.
In campo giuridico e amministrativo, il francese, lingua del potere in Inghilterra tra il 1066 e la fine del XIV secolo, ha contribuito largamente con parole come court, “tribunale”, bailiff , “ufficiale giudiziario”, jury, “giuria”, marquis, “marchese”, ecc.
Il contatto con l’India, ex-colonia imperiale, ha portato termini quali guru, usato anche in italiano e derivante dal sanscrito, oppure “catamaran”, parola di origine tamil, mentre taboo è una parola polinesiana.
Le scoperte del Nuovo e Nuovissimo Mondo e di ambienti sconosciuti agli occhi degli europei hanno reso necessario affidarsi, in alcuni casi, alle lingue delle popolazioni locali per dare un nome ad animali, come kangaroo oppure koala, derivanti da lingue aborigene australiane, o piante, come nel caso di potato, dallo spagnolo patata, proveniente a sua volta da lingue di popolazioni centroamericane.
Non necessariamente l’inglese ha accolto loanwords soltanto dalle ex-colonie. Non tutti lo sanno, ma la parola robot è stata introdotta dallo scrittore ceco Čapek. Saffron, “zafferano”, è una parola di origine araba, mentre tycoon, “magnate”, deriva dal giapponese.
Anche l’italiano ha contribuito all’arricchimento lessicale della lingua franca globale. La musica, l’arte e la cucina italiane hanno sempre suscitato fascino e ammirazione nei paesi di cultura anglosassone e una parte considerevole della terminologia specifica è penetrata nella lingua inglese.
Non vi suonano forse familiari parole inglesi quali opera, maestro, tempo, andante, adagio? Non preoccupatevi, invece, se la vostra conoscenza dell’inglese è scarsa. Basterà invocare pizza, spaghetti o pasta e sarete in grado di ordinare del cibo scongiurando il pericolo di morire di fame!
Purtroppo, oltre a queste gemme culinarie e culturali abbiamo esportato nella lingua inglese anche parole odiose, quali Mafia, Camorra,’Ndrangheta, fenomeni che ogni anno, come predetto da Leonardo Sciascia si spostano sempre più verso nord. In Liguria, basta leggere i giornali per vedere come il fenomeno mafioso sia ormai parte integrante della nostra realtà. Roberto Saviano, in “Gomorra”, illustra in realtà come la Camorra si sia già spinta molto più a nord, fino ad Aberdeen, porto importante della Scozia e quindi nel cuore dello United Kingdom.
Tornando ad aspetti prettamente linguistici, è curioso notare come talvolta la stessa parola indichi in italiano e in inglese due cose diverse. E’ il caso di confetti. In italiano indica un tipo di dolce, mentre in inglese significa “coriandoli”… Non propriamente il massimo per la digestione.
Attenzione poi alla parola stanza: in inglese si usa soltanto in ambito letterario, indicando una “strofa”. Se quindi vi trovate in un albergo a New York o a Londra, ricordate quindi di chiedere se hanno a disposizione una room (“stanza”, “camera”), a meno che non vogliate dormire avvolti nell’opera omnia di Shakespeare.
Daniele Canepa
[foto di Diego Arbore]
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