Dall’esterno non può sfuggire, ad un occhio attento, che si è dinnanzi ad un giardino particolare e diverso da tutti gli altri. Dalle alte mura si protendono infatti rami, foglie e corimbi di numerose varietà botaniche.
Mi sono trovato di recente a Marrakech, nel Nord Africa. Questa città mi ha profondamente colpito per i suoi forti contrasti umani, architettonici e paesaggistici.
Durante questa vacanza ho avuto l’occasione, in un caldo pomeriggio di fine estate, di visitare un celebre giardino, di cui avevo letto e ripetutamente sentito parlare: il Jardin Majorelle. Devo dire che la visita è valsa l’intero viaggio e che si è rilevata, forse per me che sono appassionato della materia, l’attrazione migliore della città marocchina.
La zona di Marrakech in cui si inserisce il giardino è caratterizzata da vie regolari, ampie, tendenzialmente perpendicolari e fiancheggiate da alberi di agrumi. L’insieme appare quindi, in un certo senso, monotono rispetto alle tormentate ed intricate stradine della Medina.
Gli edifici sono nascosti dietro alte mura ed il rigoglioso svilupparsi dei giardini può essere percepito solo grazie ai rami che si protendono, oltre i confini, sulla strada: colorate bouganvillee che si stagliano evidenti sui muri di un rosso acceso.
Il Jardin Majorelle non fa eccezione a questa regola generale. Dall’esterno, non può però sfuggire, ad un occhio attento, che si è dinnanzi ad un giardino particolare e diverso da tutti gli altri. Dalle alte mura si protendono infatti rami, foglie e corimbi di numerose varietà botaniche.
Oltre questa selva vegetale si stagliano poi, alte, numerose varietà di palme e si scorgono foglie di banani, dalle notevoli dimensioni, molti bambù di numerose varietà ed un grande numero di papiri e di cactacee pienamente sviluppate, grazie al clima africano.
L’accesso al giardino avviene attraverso un colorato portone in legno, dall’esterno del quale si può solo immaginare cosa si celi all’interno delle mura. Il dentro è completamente separato dal fuori e viceversa. Il verde, ivi racchiuso, è infatti un mondo a parte, silenzioso, fresco e in tutto contrastante con l’esterno, caldo, assolato, disordinato e polveroso. Il giardino, sebbene percepibile da fuori le mura, appare non scontato e, seppure non di enormi dimensioni, molto articolato. Il notevole sviluppo della vegetazione crea poi un forte contrasto di luci ed ombre, sole e buio, per lo più assente all’esterno dove la luce pervade tutto e cade verticale su ogni cosa, senza creare coni scuri.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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